“Le tardive gelate di questi giorni pasquali, da oggi fino almeno al 10 aprile, pongono a serio rischio le nostre produzioni vitivinicole. L’auspicio è quello di scongiurare un dramma come quello vissuto nello stesso periodo del 2021, quando il 30% circa dei raccolti andò in fumo”.
Così il vicepresidente di Fedagripesca Confcooperative Toscana Ritano Baragli, intervenendo sul vortice di aria fredda proveniente dai Balcani che sta mettendo a dura prova le colture.
“Quella di oggi – commenta – dovrebbe essere la giornata peggiore, ma il freddo e le conseguenti gelate si protrarranno fino a Pasqua inoltrata. La soglia dell’attenzione resta dunque altissima, anche perché la vera anomalia è costituita da questi inverni sempre più caldi, che determinano lo sbocciare in anticipo dei germogli. Il freddo sotto lo zero li induce ad abortire e recuperarli diventa praticamente impossibile. Quello che possiamo fare adesso è proteggere al meglio le nostre colture, sperando che le temperature tornino in fretta ad alzarsi”.
La produzione più a rischio, viene evidenziato, è quella legata ai vigneti, ma non soltanto: “La vite – prosegue Baragli – è la specie destinata a patire maggiormente questi sbalzi di temperatura, anche perché sono più frequenti nelle zone interne della Toscana, quelle che ospitano la maggior parte delle coltivazioni. Rischia di non andare molto meglio però per gli orticoltori: alcune produzioni, come quelle legate alla colture agricole di pieno campo, potrebbero essere penalizzate. Un trend simile si registrerà senz’altro anche per gli alberi da frutto (pomacee, in particolare) ed in parte per i vivaisti, molti dei quali hanno già posizionato larga parte delle piante all’esterno”.
Troppo presto, al momento, per stilare una lista degli eventuali danni: “Parlare adesso di scampato pericolo sarebbe prematuro – conclude Baragli – perché il freddo insisterà ancora intensamente per un paio di giorni e resisterà fino al lunedì dell’Angelo. Un bilancio serio potremo farlo dopo Pasqua, augurandosi che la situazione sia ben diversa da quella di due anni fa”.