Il loculo chiniano in restauro © n.c.
Tempo indietro venendo a conoscenza del completo restauro del loculo “chiniano”, che si trova al cimitero comunale di San Piero a Sieve dove riposano i resti della giovane Giulia Cavicchi, che pose fine alla sua vita nel 1910, venti anni orsono stilammo una lunga recensione su un settimanale locale, poichè durante una nostra ricerca storico-artistica, si dice il destino scoprimmo che nel cimitero di Scarperia e in quello di San Piero a Sieve c’erano due splendide opere delle Ceramiche Chini, appositamente realizzate dopo la scomparsa di questi due personaggi, quasi similari fra loro, non diciamo “gemelle”, ma quasi uguali. L’opera di Scarperia, accolse le spoglie di Leto Chini, uno dei grandi artisti della seconda generazione di questa poliedrica famiglia di pittori, scenografi, ornatori, affrescatori, decoratori, nonché scrittori e poeti, nativa di Borgo San Lorenzo (Tito era zio, fra i diversi nipoti anche di Galileo e di Chino Chini) e la seconda come sopra scritto accolse la salma della giovane Giulia Cavicchi ( pro-zia di una nostra cognata), tutti e due scomparsi nello stesso anno:1910. Nel chiosare quel lontano articolo scrivemmo che sarebbe auspicabile che l’amministrazione comunale sampierina e quella scarperiese potessero recuperare questa due magnifiche testimonianze di una arte e di una scuola che nel tempo ha oltrepassato le frontiere europee e continentali. Detto questo, com’è noto a San Piero a Sieve si è costituito da alcuni anni un comitato cittadino composto da molti appassionati di storia e di arte, per salvaguardare, recuperare e restaurare alcune opere d’arte e fra queste (statua di San Pietro, Madonnina del Berti, lapidi marmoree etc, etc), anche il loculo di Giulia Cavicchi e di questo intervento ne siamo rimasti felici, poiché quel lontano seme che gettammo venti anni orsono (1995), non è andato perduto, ma qualche lungimirante amico lo ha raccolto. Vogliamo segnalare ed evidenziare - per dovere di cronaca è giusto e doveroso - che il Rotary Club Mugello, sempre attento per questi segni culturale nel territorio, si è accollato in toto la spesa relativa al restauro completo di questa opera d’arte “chiniana”, già tolta, trasportata all’Azienda “Giovanni Corti” di Scarperia e quasi in fase di rifinitura. L’altro giorno siamo stati in fabbrica per visionare l’opera d’arte e sinceramente siamo rimasti molto soddisfatti del lavoro. Nonostante gli oltre cento anni che la lastra tombale sia stata all’intemperie, la coloratura, la smaltatura, i fregi, gli ornati e il semplice epitaffio, stanno tornando piano piano alla primitiva bellezza. Quando verrà ricollocata nella sua sede naturale, sarà nostra premura continuare e terminare il percorso che ebbe inizio tragicamente nel 1910 (come si ricorderà la giovane Giulia Cavicchi per una delusione amorosa pose fine alla sua vita impiccandosi ad una trave nella villa di Schifanoia), e la successiva riscoperta nel 1995. Speriamo che anche la lastra “chiniana” di Leto Chini a Scarperia ( alleghiamo in questo contesto l’immagine), sia anch’essa recuperata e restaurata. Per il momento un “grazie” (anche a nome della cognata dello scrivente di queste note e dei lontani congiunti, di cui un pronipote abitante a Grosseto), al Comitato promotore e al Rotary Club Mugello. Marzo 1995 – La lastra “chiniana” di Giulia Cavicchi realizzata nel 1910. Marzo 2015 – La lastra “chiniana” di Giulia Cavicchi in fase di restauro all’Azienda Corti di Scarperia. Marzo 1995 – Il loculo chiniano di Leto Chini a Scarperia. (Foto A.Giovannini)


