Nei precedenti articoli, abbiamo raccontato delle singolari motivazioni del diniego/revoca di accesso agli atti posto dalla Procura di Firenze, all'avvocato Antonio Mazzeo, legale della vittima del delitto del giugno del 1981. Il caso è arrivato perfino in Parlamento attraverso un’ interrogazione del Deputato Roberto Giachetti circa la regolarità della revoca posta dal magistrato Luca Turco.
Abbiamo poi, posto in evidenza, alcuni aspetti investigativi non considerati dal GIP, che ha archiviato l'ultimo “troncone” d'indagine.
Torneremo ancora su altri elementi investigativi, che son stati tralasciati o sottovalutati, ma salvo eclatanti novità, il caso è ormai destinato al dimenticatoio giudiziario, nonostante le numerose e significative opportunità d'investigazioni proposte dai legali alla Procura di Firenze. Basti pensare che si è dovuto aspettare il 2015 per andare a recuperare un ‘ogiva contenuta in un reperto del delitto del 1985, la tenda dei due turisti francesi.
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Personalmente, ho rinunciato al mandato di consulenza di parte, non essendoci alcun atto da poter valutare e visto Il diniego posto dalla Procura, anche l'avvocato Mazzeo ha riposto il mandato di difensore di parte, non avendo la possibilità di svolgere il proprio mandato. Sembra, ormai assodato che, non vi sia nessuna volontà di riaprire il caso e far luce sui tantissimi lati oscuri della vicenda.
L'unico elemento rimasto, sono i numerosi, troppi "racconti" televisivi, più o meno corretti sulla vicenda. Dopo il canale NOVE, LA7 e SKY, anche la saga dei "minestroni" televisivi che imperversa nell' etere, ha contribuito a generare confusione sulla vicenda, "sposando" solo ed esclusivamente le "versioni ufficiali " che alla fine si sono rivelate del tutto inconsistenti.
Nessuno, a mio avviso, fino ad ora ha raccontato in maniera esaustiva e corretta la storia, ma solo dandone solo una visione partigiana. E’ mancata una trasmissione che il racconti, senza sensazionalismi ed affronti, finalmente, la questione in maniera imparziale, attenendosi ai fatti contenuti nella documentazione e non ad una univoca interpretazione degli stessi.
Troppi elementi di suggestione son stati ripetutamente propinati nel corso degli anni con improbabili minestroni investigativi.
La realtà è che, Indagini e processi che hanno portato al nulla assoluto. Pacciani morì, di morte naturale, in attesa di giudizio. Le sentenze di condanna su Mario Vanni e Giancarlo Lotti, furono parziali e non prive d'incongruenze e di dubbi sull'affidabilità del chiamante in correità Lotti.
Dubbi e scontri tra magistratura nati già dagli anni dei processi e progressivamente aumentati dai dati e dalla documentazione emersa negli ultimi anni. Lo stesso GIP Angela Fantechi, nella recente sentenza di archiviazione sottolinea l’improbabilità ed i dubbi sulle dichiarazioni di Giancarlo Lotti. I tanti errori , sia investigativi che giudiziari passati e presenti, hanno contribuito a rendere talmente fumosa e complicata una benché minima definizione del caso.
Che, ricordiamolo, ancora una volta, oltre ai forti dubbi sulle sentenze passate, vede senza alcun colpevole l'omicidio di sei persone (tre duplici omicidi dal 1974 al 1981).
A mio avviso, ancora oggi, facendo una rianalisi seria e meticolosa delle carte e prendendo in considerazione alcuni elementi forniti proprio dai difensori di parte civile, sarebbe ancora possibile, dare un contributo decisivo al caso. Un minimo di buona volontà e anche un po di "coraggio istituzionale", non guasterebbe, a costo di rimettere in discussione parte del lavoro fatto fino ad ora. Ma è forse proprio questo Il problema fondamentale di tutta questa vicenda?
Noi ci abbiamo provato... sarebbe ora che qualcun 'altro lo faccia davvero.
Mugelli Giampiero
questo personaggio chiamato mostro: è qualcuno malato, ma di grande intelligenza; ha saputo depistare talmente con abilità che ha preso per i fondelli tutti. A molti ha tolto il sonno e la tranquillità per sempre