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Le notti folli dei ragazzi. E se la colpa fosse dei genitori?

Bisogna iniziare a guardare oltre ai vandalismi, alle città devastate e alle notti di musica sguaiata nelle piazze. 

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Le notti folli dei ragazzi. E se la colpa fosse dei genitori? Le notti folli dei ragazzi. E se la colpa fosse dei genitori?
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Bisogna a comprendere che il problema del grave disagio giovanile fatto di notti sopra le righe farcite di abusi di ogni tipo deve uscire dalle cronache.

l problema dei giovani che cercano ribellione e voglia di vita da vivere possono davvero usare come scusa per trasgredire l'orrendo periodo della pandemia che li ha chiusi in casa per un anno e mezzo annullando amicizie e uscite alla sera.

Non convincono le richieste di comprensione di tanti professionisti più o meno conosciuti e riconosciuti che straparlano sui giornali a commento delle notti violente fatte di sballo e teppismo e cercheremo di spiegare perché nella certezza che il pietismo non sia mai una soluzione.

Stiamo parlando di una generazione che la relazione interpersonale così come la intendiamo noi nati nel secolo scorso non l'hanno mai conosciuta. Una generazione sempre "connessa" che di persona dialoga non guardandosi negli occhi ma messaggiandosi su un app. Una generazione che quindi dovrebbe aver sofferto meno di tanti altri il trapasso on line imposto dalla pandemia.

Stiamo parlando di ragazzi che già prima del 2020 riempivano le cronache dei giornali per le loro azioni violente nei confronti del bene pubblico commesse sotto il delirio alcolico e tossico e che quindi non sono diventati dei "mostri violenti" solo oggi. Basta googlare un po' le cronache ante pandemia per verificarlo.

Forse siamo solo al cospetto di ragazzi fragili più del cristallo specie se li raffrontiamo ai loro coetanei di cent'anni fa che di orrori e violenze (chi sopravviveva dall'incubo delle trincee) ne aveva viste di donde ma che non passarono certo il dopoguerra a sfasciare parchi e giardini.

Serve il buonismo?
No lo ribadiamo; piuttosto serve la comprensione del problema se non vogliamo "perderli" per sempre dato che loro saranno il futuro della nazione.
Una generazione che rischiamo sia bruciata per sempre dagli eccessi che costeranno alla società dei prossimi trent'anni tantissimo sicuramente in costo sanitario (gli abusi presentano sempre il conto) e forse molto anche da altre angolature.

La pandemia non dev'essere una scusa anche se è vero che ha fatto balzare del 150% (dato al ribasso) le vendite dell'alcol on line ma siamo sicuri che nel buio della propria casa quest'alcol lo compravano i giovani?

L'unica certezza come ci confermano dai Serd è che l'abbuffata alcolica (bringing drinking che corrisponde ad almeno 5 unità alcoliche) è diffusissima.
I dati sono imbarazzanti:1 adolescente su 3 ammette di averne almeno un episodio al mese!

Il problema serio è però che il Serd intercetta solo il 10% dei problemi reali e questo perché a latitare sono le famiglie. Ecco, il nodo della matassa da sciogliere sta proprio qui; nelle famiglie.

Dando per scontato che non sono certo orfani i ragazzi che la notte si sfondano di alcol e droga fino a farsi male la domanda è semplice.
Dove sono i loro genitori quando tornano a casa distrutti?
Dormono sereni fra due cuscini con i figli adolescenti fuori ancora all'alba?
Non vedono la mattina successiva nei loro occhi i postumi della distruzione?

Ecco è duro ammetterlo ma siamo noi adulti ad essere troppo superficiali e distratti e ad avere probabilmente sbagliato tutto se i nostri figli si comportano così.
Bisogna guardare oltre e non basta fare un mea culpa.

Noi siamo la causa della distruzione dei nostri ragazzi, ma forse possiamo ancora rimediare e lavorare insieme a tutta la società civile per invertire la curva del disagio.

Ma c'è davvero poco tempo ormai per farlo e quindi è finita l'epoca degli struzzi. La testa va tirata fuori dalla terra ora!

Nadia Fondelli

 

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