Parliamo di piste ciclabili. Anzi di bicipolitana. Perché se non partiamo dal progetto di mandato (i due nardelliani) è difficile districarsi nel complesso argomento dello sviluppo di viabilità ciclabile di Firenze.
Premettiamo che non vogliamo dividerci nel partito del sì e del no perché sono argomenti che lasciamo alle chiacchiere da social.
Per noi è doveroso fornire ai lettori se possibile risposte alle loro segnalazioni e informazioni chiare senza le quali è difficile inquadrare ogni singolo aspetto delle vicende ciclabili fiorentine.
Parliamo di bicipolitiana perché è da questo progetto, nato sul modello di Pesaro dove è già esistente e funzionante da tempo che si sviluppa il tutto. Un progetto che per Firenze prevede entro il 2024 oltre 120 km. di piste ciclabili fra esistenti, nuove, e in fase di progettazione e realizzazione. Otto "linee" se così si può dire divise per colori sulla falsa riga di quelle che si usa per tram e metrò che dovrebbero unire da nord a sud e da est a ovest le periferie con intersezioni e aree scambo in corrispondenza dei centri d'interesse e della connessione con i mezzi pubblici.
Tanti i soldi in ballo investiti e da investire che arrivano direttamente da Bruxelles e con l'obiettivo dichiarato molte volte sia dall'assessore al traffico Stefano Giorgetti che da quello all'ambiente Andrea Giorgio di ridurre l'uso dell'auto in città.
E per farlo aggiungiamo, come anche il progetto delle linee tramviare confermano si deve disincentivare l'uso dell'auto in città rendendo la vita difficilissima a chi vuole muoversi in auto, magari da solo e per pochi chilometri.
Ciò che però stona in una città che si propone attrattiva per il popolo delle due ruote dopo i Mondiali di Ciclismo del 2013 e la prossima partenza della tappa del Tour de France è che, i turisti su due ruote non sono per niente convinti dell'attrattività di Firenze (lo scrivono nelle loro recensioni) che niente ha a che vedere con Ferrara e Ravenna ad esempio, Il perché è presto detto.
Non sono sufficienti chilometri di piste nuove se non ci sono poi le infrastrutture di contorno (parcheggi) e se le piste esistenti, che risalgono anche ai Mondiali di Calcio del 1990, non sono adeguatamente manutentate e sono di fatto pericolose!
La stessa Fiab iFirenze Ciclabile infatti sottolinea come "uno dei pilastri su cui si basa la mobilità ciclistica è la qualità dell’infrastruttura: percorsi chiari e razionali, ben segnalati, in continuità e, soprattutto, in sicurezza."
Cosa dire allora ad esempio della (pseudo) ciclabile che dallo stadio conduce verso Coverciano passando per viale Mamiani e viale Duse?
Ce l'hanno segnalata in tanti lettori poiché le discussioni e le arrabbiature di pedoni e ciclisti che la frequentano sono all'ordine del giorno e il rischio di sinistri sempre dietro l'angolo.
Siamo andati a vedere ed è davvero desolante vedere come se si gira lo sguardo da una parte (Viale Mamiani) la pista è scintillante e bel segnalata mentre dall'altro (Viale Duse) pur dovendo anche condividere lo spazio con i pedoni è un fantasma privo di segnaletica orizzontale e ricco di buche.
La speranza è l'amministrazione comunale che tanto sta investendo sulla mobilità alternativa trovi le risorse per manutentare le piste esistenti sennò la bicipolitana potrebbe rimanere solo un bel progetto su carta.