
Come abbiamo recentemente pubblicato sul nostro Sito Web OK!Mugello, si è inaugurata in questi giorni a Palazzo Medici Riccardi a Firenze una importante mostra sull’artista Enrico Visani, toscano di nascita ma bolognese di adozione. La mostra resterà aperta fino al 26 agosto 2014. Per parlarne prendiamo a prestito la presentazione che ne ha fatta il critico Stefano De Rosa. “- Non si può parlare semplicemente di quadri, scrivendo su Enrico Visani. Non solo per le dimensioni, che vanno oltre la pittura da cavalletto, ma per l'impeto che tracima dal pennello e si deposita, caldo e carico di umanità, sulla superficie; ciò che l'artista ci lascia è un'autobiografia complessa, una memoria di sé che occupa già diversi decenni di vita creativa. Opere pittoriche, quindi, non quadri. Come macchine animate da un pathos generoso e sismico, queste opere vengono proposte in una sala nella quale si troveranno a dialogare con arazzi e ritratti di granduchi seicenteschi. Per una facile e nel contempo potente suggestione, potrei scrivere che una sorta di espressionismo barocco si agita nella ricerca pittorica del pittore marradese. La pittura di Visani è mossa da radici profonde, da inquietudini che non si saziano se non attraverso il riconoscimento operato per mezzo del colore, che l'artista sa rendere sempre attivo, pulsante, comunicativo. Storia e cronaca, umanità e considerazioni vagamente filosofiche si immettono nelle opere, alle quali si deve costantemente riconoscere severità e verità. E' un'arte, quella di Visani, che, come avrebbe detto De Chirico, ha un cuore antico. Il '900 nelle sue varie e contraddittorie stagioni si riversa nella pittura di questo sdegnoso maestro, ma affiorano temi che non possono essere storicizzati, poiché accompagnano l'uomo da sempre. Anche per questa ragione è giusto che le opere pittoriche di Visani siano esposte in un palazzo rinascimentale, somma di civiltà e specchio di una memoria cittadina e universale”. Enrico Visani. Nato a Marradi nel 1938, Enrico Visani ha sua formazione artistica da autodidatta. Inizia la sua storia di pittore per caso, quando un imbianchino viene a decorare la pasticceria di Vaiano, dove vive e lavora. Usando i pennelli e i colori lasciati dall’operaio durante la pausa di lavoro, Visani dipinge di notte una marina che la mattina dopo espone tra bignés e dita d’apostolo. Nel 1971 decide di dedicarsi completamente alla pittura, stimolato in questo, si è aperto all’arte attraverso un sofferto percorso interiore, che lo ha portato a studiare l’opera di grandi maestri contemporanei, come Burri, Fontana, Moore, De Kooning, Afro, Fautrier, in un contesto problematico sensibile alle discussioni sulla cibernetica e sull’intelligenza artificiale. Il primo importante pittore cui ha chiesto un incontro è stato Gastone Breddo, che gli ha dato alcuni utili consigli. Con questa sua cultura viva e pulsante, modellata su un carattere fiero, Visani ha iniziato a presentarsi al pubblico. La sua prima mostra di rilievo è stata alla galleria “Le Nuove Muse” di Bologna, con presentazione in catalogo di Bruno Saetti. In questa occasione Francesco Arcangeli riconosce che il lavoro di Visani è in linea con il Naturalismo Padano da lui teorizzato. Oltre all’attività pittorica, svolge una mansione che gli dà modo di affinare la propria sensibilità artistica e di farsi “sul campo” una cultura museale di riguardo, occupandosi dell’allestimento della galleria d’Arte Moderna di Bologna. Entra in contatto con alcuni indiscussi protagonisti del ’900 artistico italiano, come De Chirico, Manzù, Guttuso, Annigoni, Conti. Alla fine degli anni ’70, si avverte nel lavoro di Visani l’esigenza di una svolta. Il naturalismo lirico e gestuale che gli è proprio, lascia il passo ad un bisogno di drammatica interiorizzazione sul modello ideale di Bacon e De Kooning. Grazie a Minguzzi presenta i primi risultati di questa sua svolta, in una mostra alla Galleria Forni di Bologna. Seguono una mostra alla Galleria Comunale di Rivoli e, nel 1981, un’altra alla Galleria Cochlias a Salonicco. In Grecia, Visani continua a trovare consensi e amicizie nell’ambito di importanti personalità dell’arte e della cultura, quali Yannis Ritsos e Mikis Theodorakis. Nel 1997 ha fondato il Sindacato Artisti dell’Emilia Romagna, diventandone segretario. Sotto tale veste ha allestito la prima Biennale e la Triennale di Bologna. La mostra al Museo Marino Marini di Firenze completa un’attività espositiva sempre di alto livello –“. Non aggiungiamo nemmeno una parola di quello che scritto l’amico Prof. Stefano De Rosa, una dei più bravi ed attenti scrittori e critici (splendido il libro su Giovachino Forzano, lo scrittore nativo di Borgo San Lorenzo librettista di Puccini, Leoncavallo e Mascagni. ndr), se non quello di evidenziare la nostra felicità nel sapere del successo della mostra a Palazzo Medici Riccardi in Firenze, luogo prestigioso che non ha bisogno certo di tante parole. Dal Mugello i complimenti a questo bravissimo artista, ma più che altro ad un vero a graditissimo amico da una vita. Il Prof. Stefano De Rosa con la Signora Ida vedova del pittore Rodolfo Marma (Foto A.Giovannini)