22 APR 2025
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Il Mugello e l'Unesco. Riflessione...

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Il Mugello e l'Unesco. Riflessione... Il Mugello e l'Unesco. Riflessione... © n.c.
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L'Architetto Rodolfo Albisani, responsabile del Settore Urbanistica e Edilizia del Comune di Scarperia e San Piero, interviene su un argomento molto attuale. Ed afferma che occorre un 'cambiamento di passo' se vogliamo sfruttare a pieno le ricadute positive della dichiarazione Unesco. Ecco il suo intervento in versione integrale:

Dal giugno del 2013 il Mugello e' lo sfondo naturale di due monumenti riconosciuti dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità. Si parla, come ormai tutti sanno, delle Ville di Cafaggiolo e del Trebbio, nei Comuni di Barberino di Mugello e di Scarperia e San Piero. L'evento, anche se noto ai più, sembra passato un po’ sotto tono e, a distanza di oltre un anno, è come se non ne avessimo ancora percepito appieno l'importanza. Oltre ai nostri due gioielli, altri 10 Ville e due Giardini Toscani hanno ottenuto lo stesso riconoscimento, come parti del sito ‘Ville e Giardini Medicei’, e questo è stato senz’altro motivo di grande soddisfazione a livello regionale. Ma, sia per il nostro territorio, che per la Toscana, tutto ciò avrebbe dovuto portare anche quella ventata di ottimismo, che al momento non si è manifestata. Un veicolo promozionale di tale spessore, potrebbe infatti generare stimoli e condizioni in grado di offrire nuovi e positivi scenari  in questo momento di grande incertezza. Proprio nei primi giorni di ottobre si svolge a Firenze il convegno Unesco, e questo ci ricorda come il riconoscimento ottenuto abbia ribadito la rilevanza e l’assoluto valore, sotto il profilo culturale, storico, architettonico, paesaggistico e ambientale, di un intero sistema territoriale. Un valore che, considerato nel suo insieme, è anche una tra le più importanti risorse delle quali disponiamo sotto l'aspetto economico e sociale. La consapevolezza della portata di tale risorsa implica dunque l’assunzione di una precisa responsabilità nei suoi confronti. Una responsabilità che si può declinare in tre parole, le quali corrispondono ad altrettante azioni, utili ad avviare un processo coerente nella direzione di uno sviluppo sostenibile: Tutela, Valorizzazione e Gestione. La Tutela di beni culturali di notevole importanza come quelli dei quali stiamo parlando, è infatti necessaria in via prioritaria, ai fini della loro conservazione e integrità. La Valorizzazione significa salvaguardia delle caratteristiche dei monumenti, attraverso interventi non invasivi, tesi all’adeguamento delle funzioni ad esigenze che nel tempo si possono manifestare. Ciò significa pensare anche ad utilizzi compatibili e coerenti, per garantirne la più ampia accessibilità e fruizione. Questo introduce al significato del termine Gestione, riferito all’utilizzo dei beni, con lo scopo di renderli ‘vivi’ nel tempo, in quanto il non uso costituisce presupposto per la loro decadenza. Si parla, ovviamente, di utilizzi mirati, compatibili e ragionati, ma comunque di utilizzi. Un atteggiamento questo, nei confronti delle risorse, senz’altro virtuoso, in coerenza con i principi del PIT (Piano di Indirizzo Territoriale della Regione Toscana), e della Legge Regionale n. 1/2005, norme al centro delle quali sta il concetto di ‘sviluppo sostenibile’. Nella realtà, la tendenza è purtroppo spesso quella di fermarsi  esclusivamente ad operazioni di tutela, e cioè di conservazione tout court, a prevalente carattere statico. In questi casi, i conseguenti processi messi in atto si sviliscono e si esauriscono nella tutela preventiva e solo formale, senza coniugarsi in un insieme sinergico e paritetico con gli aspetti della valorizzazione e della gestione, arrivando addirittura ad ottenere effetti e obiettivi diversi da quelli attesi. Il non uso infatti può anche determinare la perdita dei beni e di questo, purtroppo, abbiamo intorno esempi rilevanti. Forse, occorre procedere ad una revisione generale di atteggiamento, per giungere ad un diverso approccio culturale, verso una nuova disciplina in sintonia con i tempi. Passare da una fase statica a una dinamica, può infatti introdurre ad un’azione  dialettica, mirante ad integrare le condizioni della tutela con quelle della valorizzazione e della gestione. E non si tratta di pura teoria. La tutela, infatti, dovrebbe essere finalizzata anche ad un uso compatibile degli immobili, che ne permetta la fruizione e insieme il mantenimento, realizzando anche le condizioni per la loro valorizzazione e gestione, in modo tale da determinare la vivibilità delle risorse, e la possibilità di mantenerne la testimonianza e la tradizione per il futuro. Riflettere su questi aspetti può portare ad un ripensamento ideologico dell'intero sistema, ad un approccio moderno, capace di affrontare in maniera efficace le notevoli e  rapide trasformazioni sociali, che impongono un costante e costoso adeguamento a nuovi trend, pena la perdita di competitività. Nell'era della globalizzazione, appare ancor più evidente come l'aggiornamento, la rapidità e la capacità di affrontare le nuove istanze,  con disponibilità e onestà culturale, con flessibilità intellettuale, siano paradigmi fondamentali per vivere meglio il presente, guardando verso un futuro sostenibile per le nuove generazioni. Legittimo, a questo punto, chiedersi quali siano i modi per raggiungere questi ambiziosi obiettivi. Vi sono diverse altre opportunità, sia per le pubbliche amministrazioni come per gli operatori dei vari settori coinvolti, come quella data proprio in questi giorni agli enti locali, di far sentire la loro voce nell’ambito del processo di costruzione del nuovo PIT, con valenza di Piano Paesaggistico, in fase di adozione da parte della Regione e del Ministero Beni Culturali, e la nuova legge urbanistica regionale, ancora in discussione. E’ infatti a partire dagli strumenti urbanistici che si costruiscono le politiche che governano il territorio, ed il significato stesso della sigla che contraddistingue il PIT, Piano Indirizzo Territoriale, ne esplicita la funzione di programmazione e coordinamento. Il Forum stesso dell’Unesco a Firenze, cui sopra veniva accennato, è foriero di speranze per il futuro, come si legge nelle parole del Sindaco Nardella, tratte da un comunicato ufficiale, dove lo stesso afferma come le delegazioni di tanti stati del mondo, e i tanti ministri della cultura riuniti nella città del Giglio, sono chiamati ad affrontare la grande sfida della creatività, dello sviluppo sostenibile e dell’innovazione nel campo della cultura, sottolineando come il patrimonio culturale non può essere solo qualcosa da musealizzare, bloccato e fermo, ma sempre di più è vissuto come un volano di sviluppo, come una fonte di ispirazione nell’innovazione tecnologica, e anche come un terreno d’incontro tra i diversi Paesi, per innovare la cultura e costruire un’idea di sviluppo del mondo che non sia solo misurata con la moneta suonante, ma che sia valutato anche con la capacità di essere dei protagonisti della cultura, e di muovere le generazioni intorno ai grandi valori culturali. E questo rafforza il concetto già espresso che occorre essenzialmente un cambiamento di ‘passo’, per determinare nel più breve tempo una nuova strategia culturale e gestionale, da affrontare tenendo conto delle regole e dei principi ma, soprattutto, con apertura, e un pizzico di umiltà.

 

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