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Notizia sensazionale: è estate e fa caldo

Ma la transizione ecologica va a corrente alternata.

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Caldissima estate Caldissima estate © Depositphotoz
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Premessa: articolo da non leggere per tutti coloro che credono ancora a Babbo Natale, perché quello di cui parleremo — per quanto ovvio — è in contrasto con il pensiero unico precostituito. Fa caldo.
Sarebbe una notizia sensazionale se fossimo a gennaio, ma siccome siamo a luglio… la notizia non c’è. A meno che, ovviamente, non ci si voglia allineare al coro mediatico. Non c’è giornale o telegiornale che non apra con titoli epocali: “Mai così caldo dal…”, “Morsa di afa”, “La canicola sull’Italia”, “Caldo africano”, “Ondata di caldo torrido attanaglia l’Europa”, eccetera eccetera. Potremmo continuare con altri mille luoghi comuni, ma per rispetto del vostro tempo e dell’intelligenza collettiva, eviteremo.

L’Europa — quella dei regolamenti sul diametro delle cozze e la lunghezza dei fagiolini — prende “urgenti” provvedimenti contro il cambiamento climatico. Perché, si sa, è inaccettabile che a luglio, nell’emisfero nord, le temperature tocchino i 35-40°C.

Sorvolando (si fa per dire) sul fatto che più che il cattivissimo carbon fossile poté l’antropizzazione, la deforestazione e la cementificazione selvaggia di ogni centimetro di humus, ciò che spaventa — davvero — è la tendenza a confondere fischi per fiaschi. Tutto in nome di un “green power” spinto da chi ha fiutato il business distruggendo oliveti storici per stendere pannelli fotovoltaici e spianando crinali per impiantare pale eoliche. Il risultato? Ingrassare i portafogli dei signori del green washing.

E pazienza se in cambio ci ritroveremo con frane, dissesti idrogeologici, alluvioni e catastrofi causate non dal cielo, ma dall’uomo. Quello stesso uomo che, pur di credere alle favole, manda al massacro il paesaggio per arricchire pochi.

Ma torniamo al meteo e alla scoperta dell’acqua calda.
A luglio fa caldo. Da sempre.
Ma non solo a luglio: anche a giugno, agosto e spesso a settembre.
Come sempre, non vi lascerò con chiacchiere: ecco qualche numero storico su cui riflettere.

Le più importanti ondate di calore dal dopoguerra in poi:

  • Maggio 1945
  • Settembre 1946
  • Luglio 1950
  • Luglio 1962
  • Luglio 1983
  • Estate 1998
  • Agosto 1999
  • Estate 2003
  • Giugno 2007
  • Estate 2012
  • Estate 2022

In generale, sebbene sia difficile avere dati certi per le epoche passate (le stazioni meteo non erano diffuse come oggi), le estati degli anni ’40 e ’50 erano mediamente calde. Particolarmente roventi furono quelle del 1955 e del 1957, con picchi battuti solo in annate recenti come il 1999 o il 2007.

Nel 1939, tra il 20 e il 23 luglio, il Sud Italia registrò temperature fra i 43° e i 44°C:

  • Cerignola toccò i 45,3°
  • Palermo i 43,3°

Settembre 1946 fu invece eccezionale:

  • Foggia raggiunse i 45,5°, record ancora imbattuto
  • Potenza, a oltre 800 m s.l.m., arrivò a 38,2°
  • Palermo e Roma Ciampino: 40°
  • Napoli: 37,6°
  • Cagliari: 39,6°
  • Belgrado: 41,8°, Sarajevo: 37,7°

Estate 1950: torrido luglio. Le cronache raccontano di:

  • 12 morti in pochi giorni
  • 36° a Roma e Trento, 35° a Milano
  • 38° a Trento il 4 luglio
  • Due decessi a Terni: un frate cardiopatico stroncato alla stazione e un operaio edile colpito dal sole durante i lavori.

Luglio 1963:

  • 42,9° a Pantelleria
  • 46,7° a Catania Sigonella
  • 46° a Catania Fontanarossa
  • 37° a Enna (oltre 900 m di quota)
  • 40,5° ad Arezzo (26 luglio)
  • Capri: 37,2° (record fino al 1975)

Altri picchi notevoli:

  • 1983: Firenze 42,6° (26 luglio)
  • 1962: Pantelleria sfiorò i 43°
  • Settembre 1975: caldo anomalo simile al 1946

 Il vero problema oggi?

Non è (solo) il caldo. È l’impennata dei consumi energetici: aria condizionata, refrigeratori, ventilatori a manetta.
Ma se vogliamo dirci “eco-consapevoli”, è bene sapere che questi dispositivi sono responsabili di un forte aumento della domanda elettrica. E i blackout estivi non sono favole metropolitane.

Secondo il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), la crescente adozione dei condizionatori:

  • Ha una distribuzione diseguale tra i Paesi
  • Genera emissioni di CO₂ comparabili a quelle annuali della Germania o dell’Indonesia
  • Alimenta il circolo vizioso che aggrava i cambiamenti climatici

Conclusione (amara ma onesta):

D’estate fa caldo. È normale.
Quello che non è normale è farci infinocchiare da chi ci vende la paura climatica mentre fa profitti con le soluzioni “verdi” — spesso più grigie del cemento con cui ricoprono boschi e colline.

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Commenti 3
  • Giacomo

    Suggerimento. Studiare un po' di più, anzi molto di più sull'argomento. Altro suggerimento, andarsi a vedere la differenza fra climatologia e meteorologia.

    rispondi a Giacomo
    ven 4 luglio 21:04
  • Nadia Fondelli

    Bravissimo, molti confondono la climatologia con la meteorologia e studiano poco. Concordo con lei, ma il pressapochismo è l'oppio del mainstrem dominante...

    rispondi a Nadia Fondelli
    dom 6 luglio 00:17
  • Enrico Bacci

    Cara Nadia premetto che non condivido per nulla l'idea di disseminare i crinali di pale eoliche, mettiamole invece in zone meno fragii e non di interesse naturalistico, ma non sfruttare il solare termico e fotovoltaico domestico e' un errore. Che d'estate faccia caldo e' normale ma i picchi che porti in statistica non vogliono dire nulla, quello che conta e' la temperatura media che e' aumentata di 1,7 C La spia piu' evidente e' la temperatura del mare che specie nel mediterraneo e' piu alta di 3-4 gradi della norma, e siamo solo all'inizio della estate.... Poi non lamentiamoci se i temporali che arrivano dopo il caldo devastano tutto..E' gia' tardi per rimediare riducendo le emissioni purtroppo, il sistema e' in feedback positivo e va avanti lo stesso, continuera' a fare piu' caldo. Estrema razio: contattiamo Elon Musk per mettere in orbita del materiale riflettente. Enrico Bacci

    rispondi a Enrico Bacci
    ven 4 luglio 19:34