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Piano di mitigazione del rischio idraulico a Firenze: le perplessità della Consigliera Tozzi

"Sarebbe stato prima necessario concentrare tutti gli sforzi sulle casse di espansione ancora da realizzare a monte del capoluogo"

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Elisa Tozzi Elisa Tozzi © nc
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Realizzare il Mose di Firenze senza completare il sistema delle casse di espansione di Figline rischia di aumentare i problemi della zona dell’Osmannoro, dell’aeroporto e della Piana fiorentina. Basta leggere la relazione idraulica del progetto per accorgersi che, senza le casse di espansione a monte di Firenze, la realizzazione delle opere di mitigazione previste in centro città peggiorerà la situazione a valle, proprio dove gli eventi alluvionali del 2023 hanno fatto più danni."

Queste le parole di Elisa Tozzi, Consigliera regionale della Toscana di Fratelli d'Italia riguardo al progetto dei lavori per la mitigazione del rischio idraulico che partiranno nella giornata di domani, Giovedì 10 ottobre (questo l'articolo). "Le celle idrauliche in cui il battente si alzerà di oltre 10 centimetri sono ben 5, con aumenti tra i 24 e i 59 centimetri. - spiega - Ancora più grave è che tra i comuni in cui la situazione potrebbe peggiorare ve ne sono anche alcuni che non sono mai stati coinvolti nella progettazione, come Scandicci, Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio.

Continua poi: "Se questo non bastasse, è allarmante anche che la quota dell’invaso di Bilancino sia stata fissata nel progetto definitivo a 250 metri sul livello del mare, mentre è noto ai tecnici che la quota massima di regolazione è posta a 252 metri. Ciò potrebbe significare avere a che fare con 10 milioni di metri cubi d’acqua in più rispetto a quelli presi in esame al momento della progettazione, con rischi che a quel punto si potrebbero ripercuotere anche su zone prossime al centro città, come Gavinana, o centralissime, come San Niccolò e San Frediano.

"Credo che il presidente Giani debba spiegare perché si è deciso di investire le somme rese disponibili dal PNRR in un progetto a salvaguardia del centro della città di Firenze quando invece sarebbe stato prima necessario concentrare tutti gli sforzi sulle casse di espansione ancora da realizzare a monte del capoluogo. - conclude - Quando audiremo nuovamente Giani in commissione alluvione, gli chiederemo lumi”.

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