2 APR 2025
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Profitto vs tutela. Il dilemma della sicurezza sul lavoro. Il caso di Poste Italiane

Tra il 2021 e il 2023, si sono verificati 14.590 infortuni sul lavoro, di cui 3.704 con gravi conseguenze e 12 mortali. Il triennio precedente...

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Il "Movimento Lottiamo Insieme" ha diffuso un comunicato per denunciare la situazione legata alla sicurezza sul lavoro e alla precarietà occupazionale all’interno dell’azienda. A seguire un articolo estratto dal comunicato diffuso dal movimento:

Negli ultimi anni, Poste Italiane ha registrato risultati economici e finanziari di rilievo, consolidando la propria posizione nel mercato. Tuttavia, dietro a questi successi si cela una realtà complessa legata alla sicurezza sul lavoro e alla precarietà occupazionale. I dati ufficiali evidenziano una preoccupante incidenza di infortuni tra i dipendenti, soprattutto nel settore del recapito postale.

Tra il 2021 e il 2023, si sono verificati 14.590 infortuni sul lavoro, di cui 3.704 con gravi conseguenze e 12 mortali. Il triennio precedente aveva registrato numeri ancora più alti, con 17.907 infortuni, 4.973 casi gravi e 14 decessi. La maggior parte degli incidenti riguarda i portalettere, esposti ai pericoli della strada e alle difficili condizioni climatiche. Le principali cause di infortunio sono legate all’utilizzo dei mezzi aziendali, con cadute da motoveicoli e incidenti stradali, seguite da scivolamenti e inciampi durante la consegna a piedi.

La precarietà lavorativa rappresenta un altro nodo critico. Molti giovani sono assunti con contratti a tempo determinato di breve durata, senza un’adeguata formazione pratica e con condizioni di lavoro che spesso non prevedono il riconoscimento di straordinari. Mentre l’azienda ha stabilizzato circa 32.000 lavoratori dal 2017, il numero di contratti precari ha superato le 100.000 unità, evidenziando una strategia occupazionale basata sulla flessibilità piuttosto che sulla stabilità.

Questa situazione solleva interrogativi sulle responsabilità dell’azienda, il cui principale azionista è lo Stato. In un contesto in cui la sicurezza dovrebbe essere una priorità, il bilanciamento tra profitto e tutela dei lavoratori appare ancora una sfida aperta.

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