Ha destato polemiche fin dall'inizio quest'anno la presenza dei locali estivi che da alcuni anni a inizio estate spuntano negli spazi verdi della città per animare le serate di alcuni e tormentare quelle dei residenti.
Ogni anno un coro di polemiche fra parcheggi selvaggi, caos fino a tarda notte e sporcizia lasciato ovunque.
In quest'anno orribile della pandemia da Covid 19 la logica e il buon senso con il lento ritorno alla normalità in giugno inoltrato ha consigliato la maggioranza dei locali di "saltare" l'anno 2020 e dare appuntamento al 2021.
Troppo complesso regolamentare i flussi, garantire il distanziamento sociale, igienizzare tavoli e toilette ad ogni accesso.
Solo la Toraia si è messa di traverso e ha puntato i piedi minacciando di ricorrere anche alle vie legali se il comune non garantiva l'apertura.
Voci di corridoio narrano che anche la Giunta si sia divisa sulla decisione di far occupare lo spazio nel giardino Caponnetto.
Anche perché aggiungiamo, a tanti fuori da Palazzo Vecchio non è ben chiaro come mai uno spazio dove si mangia e beve con ristoranti di carne, pesce, pizza e bar sia considerato uno spazio culturale dato che nel palco si saranno svolti si o no alcuni concertini e spettacolini per pochi intimi.
Alla fine Enrico Lagorio, patron della Toraia l'ha spuntata e il suo spazio lo ha aperto facendo fin da subito arrabbiare i genitori dei bimbi che frequentano il giardino e che si sono ritrovati accanto ai giochi dei bimbi un "muro" di bagni chimici e cassonetti dell'organico.
A nulla sono servite lamentele e segnalazioni (nei precedenti anni sia cassonetti che toilette erano posizionati altrove ma davano noia agli avventori) specie nell'anno dell'attenzione sanitaria è stato davvero orribile mettere sotto il naso dei bimbi i miasmi della spazzatura e dei bagni ma Lagorio ha detto che lì aveva deciso di metterli la Sovrintenzane e di lì non gli ha mai tolti, nonostante i bimbi.
Poi c'è stato il grande problema dello sporco che ogni mattina i genitori dei giardini si trovavano costretti a rimuove fra bottiglie, lattine, cartacce e piattini take away gettati ovunque, anche nel letto dell'Affrico che sfocia nei pressi nell'Arno e anche qui a nulla sono servite le rimostranze dei frequentatori dei giardini.
Il peggio è avvenuto però con la chiusura degli spazi e lo smontaggio dei locali che hanno lasciato nel giardino uno scenario da discarica.
Plastiche, cartacce, e sporco di ogni natura ammassato dov'erano i cassonetti e poi uno scenario di desolazione. Piante mai annaffiate e lasciate seccate abbandonate col loro vaso, pietre di rifinitura dei vialetti spaccate, pozzetti distrutti, legni scheggiati e appuntiti lasciati sparsi nel verde insieme a punte di ferro che reggevano le strutture, lunghissime viti, chiodi e bottiglie rotte. Poi detergenti, detersivi e candeggine abbandonate insieme a vernici e solventi.
Tutto pericolosamente lì, in mezzo al giardino, a pochi passi dai giochi dei bimbi col rischio che un bimbo si ferisca o si avveleni.
Deve venire Alia a ritirare il tutto? Si ma quando? E' normale lasciare tutto ciò abbandonato in un giardino?
I ristorantini e i bar lungo l'Arno se ne vanno e lasciano il giardino come una discarica
Ferri appuntiti, legni scheggiati, vernici, solventi e detersivi. Tutti abbandonati nel giardino occupato fino a pochi giorni fa. Lo scempio nel giardino Caponnetto
mar 13 ottobre 2020- 312