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San Remo 2021 visto e commentato da Simone Peruzzi

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San Remo 2021 visto e commentato da Simone Peruzzi San Remo 2021 visto e commentato da Simone Peruzzi
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Simone Peruzzi, una delle voci, a volte controversa e irriverente, spesso fuori dal coro e sicuramente originale. È stato una delle anime del Comitato Contro la Centrale a Biomasse di Petrona, oltre che uno dei promotori dell'iniziativa solidale del Social Forum Mugello nei confronti di Capricchia (frazione di Amatrice). Più volte abbiamo ospitato le sue riflessioni e commenti, e anche questa volta diamo spazio a un suo personale resoconto del Festival della Canzone Italiana. Buona lettura.

Il primo e unico mio post su Sanremo. Le discussioni di quest'anno mi hanno annoiato profondamente.

Da una parte i "puristi" della musica rock, come se lo "spettacolo" che ci sta dietro non avesse già da decenni disvelato la "grande truffa". Qualcuno si aspetta ancora la forza dirompente di Jimi Hendrix? Qualcuno si aspettava ancora la dissacrazione di Jim Morrison? Qualcuno si aspettava ancora la dimensione politica di Francesco Guccini? Qualcuno si aspettava ancora la poesia di Fabrizio de André? Oppure qualcuno può ancora permettersi di mal interpretare l'ortodossia dei CCCP o la potenza visionaria dei CSI?

I commenti definitivi di Zamboni, Maroccolo, Canali e Magnelli sulle cover di Amandoti (comunque a mio avviso più che decente) e di Del Mondo (a mio avviso inutile) sono, appunto, definitivi: hanno fatto bene a farle e non li hanno indispettiti affatto. Dall'altra parte quelli che invece affermano la "bellezza" di brani sostanzialmente vuoti e carichi di autotune e effetti che li rendono uno copia dell'altro. Come si fa a farsi piacere qualcosa di quello che è passato sul palco dell'Ariston in questi giorni?Personalmente però io qualche parola su quello che è successo in questa settimana la voglio spendere, perché non si può restare silenti di fronte ad un fenomeno come quello sanremese.

E allora, prima di tutto quello che mi ha scandalizzato.

Il tema pandemia è stato affrontato quasi come se si fosse dei negazionisti, senza averne la spocchia e l'ignoranza che generalmente caratterizza questi poveri di spirito, ma con la sufficienza e la vacuità che ha reso il covid soltanto un pretesto per poter fare stupide battute sulle sedie vuote e sull'assenza del pubblico. Come se, il pubblico, fosse un protagonista attivo. No, non lo è mai stato ed aver comunque dato vita a questa squallida kermesse ne è la prova evidente.

Sono inoltre esterrefatto dalla quasi totale assenza di un minimo ricordo tributato a Erriquez, un musicista che ha fatto la storia della musica italiana degli ultimi 30 anni e che se n'è andato 15 giorni prima del baraccone sanremese. Ad eccezione della maglietta di Roy Paci (perché sei venuto a Sanremo?), nessuno si è ricordato di Enrico. Vergogna!

La conduzione di Amadeus e Fiorello è stata imbarazzante. Non fanno ridere nemmeno se ci si sforza. Non credo serva dire altro.
La presenza di quel macho razzista di Ibrahimovic è un'altra vergogna: gli si è lasciato lo spazio per dire cose che dovrebbero far inorridire chiunque sia un minimo dotato di cervello. Ha esaltato un culto di sé che nemmeno Bokassa si sognava di ostentare in questo modo. Una merda.

Le nuove proposte sono imbarazzanti nel loro essere solo ed esclusivamente il manifesto del niente assoluto.
Le affermazioni di Beatrice Venezi, Direttrice di orchestra che nega l'importanza delle parole e riconduce la dimensione di genere alla vergogna del patriarcato più schifoso sono da vomito.

Mi fermo qui. Ce ne sarebbero di altre situazioni che inducono al vomito. Ma non basterebbe un mese per elencarle tutte.

Perfino il ricordo della tortura inflitta a Patrick Zaki, sparato li tra uno spot pubblicitario, una sciacquetta che scende le scale col tacco 12 e una gag di Fiorello sul nulla, risulta comunque penoso. Se non si denuncia il terrore del regime egiziano e non si denuncia la collusione del nostro esecutivo con la perversione di Al Sisi, le parole sono solo di circostanza e ottengono l'effetto contrario di una denuncia.

Cosa mi è piaciuto?

Sono contento che abbiano vinto i Maneskin. A me piacciono, li trovo il meno peggio di quello che si è visto, hanno una carica che in qualche modo spacca. Non mi aspetto la dissacrazione. A Sanremo tutto quello che sale sul palco puzza di "istituzionale". Chi è sfuggito a questo frullato ci è morto (Tenco) o è stato massacrato (Gaetano). Il resto è pura omologazione e non posso certo chiedere a dei ragazzini di poco più di vent'anni di essere quello che nessuno è mai riuscito ad essere. Però hanno portato una canzone che ha sdoganato "coglioni" e "cazzo" e non è poco. E il riff musicale non è male. Damiano poi è un animale da palcoscenico. Non mi interessa se canta di gola, di diaframma o col culo. Ha una voce originale e la usa bene. Sono contento che abbiano vinto loro.

Tra gli altri non mi hanno provocato conati né Willy Peyote né la Rappresentante di lista.

Per il resto buio profondo.

Ho apprezzato le anziane signore della musica. Sia Loredana Berté che Ornella Vanoni ci hanno fatto rimpiangere la "bella canzone". Da anni non ce n'è nemmeno l'ombra e, se non posso chiedere a Sanremo di essere la culla della rivoluzione, almeno di sentire due note messe di fila in modo originale e piacevole questo sì, vorrei poterlo sentire. Loredana e Ornella, malgrado l'età, hanno brillato. E chi si scandalizza del loro aspetto ci faccia la cortesia di arrivare alla loro età con quella capacità di stare ancora sul palco e far sentire il resto dei cantanti "poco più di niente".

Mi piace anche Achille Lauro. Non mi aspetto nulla, come ho detto più volte, da questo festival. Lui ogni scena che ha messo sul palco è riuscito a renderla un cazzotto nello stomaco. Questo mi basta. Anche lui ha poco più di vent'anni. Non so perché gli hanno dato tutta questa visibilità ma lui la usa bene, con capacità provocatorie che non ha dimostrato nessun altro in Italia. Questo mi basta. Non sa cantare, quando apre bocca mi rompe le palle, ma non è cosa che mi riguarda. Il bel canto non mi ha mai intrigato.

Infine il dibattito ozioso sulle cover: ho detto dei Maneskin che comunque hanno travisato il senso del brano ma ne hanno dato una loro legittima interpretazione. Può piacere o anche no. A me non è piaciuta più di tanto ma non mi ha certo scandalizzato. Il brano lo hanno ripreso in tantissimi, dalla Nannini alla Bandabardò. Nessuno lo ha reso migliore di quello di Ferretti. Ma difficilmente una cover è migliore dell'originale. Semmai è interessante la capacità di ricontestualizzazione del brano. A me la cover dei Ramones di "what a wonderful  world" piace, così come ho amato Syd Vicious e Nina Hagen che cantavano "My Way". qualcuno dei fans dell'ortodossia di Ferretti si è scandalizzato allora? No. Mai. E anche sul concetto di ortodossia dei CCCP vogliamo parlarne? Gli stessi che difendono la purezza della versione di Giolindo sono quelli che poi gli saltano alla gola per il suo cattolicesimo bigotto. Fate pace col cervello.

Inutile invece la versione di Max Gazzè con Daniele Silvestri. Loro Del mondo non l'hanno stravolta ma per cantare un brano del genere occorre un po' più di una delicata interpretazione rispettosa delle pause e dei ritmi salmodianti di Ferretti. Poco, troppo poco, per non farmi sbadigliare. Anche l'arrangiamento musicale l'ho trovato scarsamente interessante.

Tra le cover, invece mi è piaciuta moltissimo quella di "mi sono innamorato di te" cantata da Gaia e Lous de Yakuza. Bravissime ed emozionanti. Poco originale ma intensa. Davvero intensa. Forse è stato il momento che più mi ha coinvolto. Grazie ragazze.

E comunque erano anni che non guardavo Sanremo. Questa maledetta pandemia mi ha fatto cedere.

Spero che la pandemia passi. Anche perché un'altra roba del genere farò davvero fatica a sopportarla. Soprattutto non riuscirò mai più a sopportare le guerre tra bande che difendono questo o quello tirando in ballo "appartenenze" e "purezze" che mai, mai, mai ci sono state nella storia della musica che fa parte di uno spettacolo che altro non è che sussunzione reale al capitale.

Leggete Debord e smettetela di fracassare i coglioni con queste tristi discussioni.

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Commenti 1
  • gianfranco fabbrucci

    Non conosco Simone Peruzzi ma concordo con quanto scritto. Sia chiaro non tanto per il festival di S.Remo che oramai non guardo più da oltre quaranta anni ossia da quando di "canzone italiana" non vi è più niente. D'altra parte io ho vissuto gli anni ruggenti della cosidetta "dolce vita" ove le canzoni facevano veramente strage di cuori, e la bravura di un Walter Chiari ti faceva veramente ridere con delle scenette senza dire mai una parola scurrile! Oggi se fai un monologo e non dici almeno una ventiva di volte "cazzo" e/o culo come rafforzativo non faresti ridere (vedi Crozza). Va be' ! Sento già dire:...ma dai, sei vecchio, rimambito.Oggi le cose sono cambiate ecc.ecc. Io mi tengo le mie canzoni all'italiana e a quelle che veramente mi riempiono l'anima. Ciao e abbasso le biomasse!

    rispondi a gianfranco fabbrucci
    lun 8 marzo 2021 10:31