Chissà come si sentiranno le vittime e i familiari dell'uomo accusato e condannato per abusi e molestie sessuali sui minori affidati alla sua comunità Il Forteto. Una vicenda che ha fatto da ribalta anche negariva per il Mugello anche sui media nazionali per svariati anni.
È stato scarcerato Rodolfo Fiesoli, il “profeta” del Forteto. Fiesoli è stato scarcerato in quanto «le condizioni di salute sono incompatibili con la detenzione in carcere, sarà ospitato in una RSA del padovano.
Il 22 dicembre scorso Fiesoli era stato portato nel carcere di Sollicciano (Firenze) dopo che la Cassazione lo aveva condannato a 15 anni per violenza sessuale e maltrattamenti avvenuti nella comunità. Tenendo conto di un periodo di arresto nel 2011, Fiesoli doveva scontare un residuo di pena di 14 anni. Ma, dopo soli 7 mesi, il fondatore del Forteto è di nuovo in libertà. Il 5 luglio scorso, infatti, la Cassazione ha accolto il ricorso dei suoi legali.
Piccola ricostruzione. La comunità agricola nasce negli anni ’70 come esperimento di vita in comune dall’idea di Rodolfo Fiesoli. Il Forteto diventa ben presto una realtà economica e sociale molto importante in Toscana.
Il Tribunale dei minori di Firenze affida negli anni alle coppie che vivono all’interno della comunità molti bambini con grossi problemi familiari. Ma già nel 1985 Rodolfo Fiesoli e Luigi Goffredi, suo braccio destro nella comunità, vengono condannati a due anni il primo e a 10 mesi il secondo per atti di libidine violenti e maltrattamenti nei confronti di adolescenti disabili. Il Tribunale dei Minori continuerà però per 30 anni a affidare bambini alla comunità.
Il Forteto era un simbolo della sinistra in Toscana, un esempio di imprenditorialità. “Rodolfo Fiesoli è riuscito a far passare tutto come se fosse una persecuzione da parte del giudice, che era di destra. Così nel Mugello il pregiudizio ha iniziato a fare il suo lavoro”.
Fino a che, nel dicembre 2011, scoppia lo scandalo più grande, con nuove accuse di violenza sessuale. Vengono rinviati a giudizio non solo Rodolfo Fiesoli, ma anche il suo braccio destro Luigi Goffredi e altre 20 persone tra i vertici del Forteto. Il 22 dicembre 2017 Rodolfo Fiesoli viene arrestato e portato in carcere, mentre per Goffredi i reati sono andati in prescrizione.
Dietro la meravigliosa realtà della cooperativa agricola con frutteti, oliveti e il caseificio, c’era una specie di setta. Tutti dovevano sottostare alle regole del profeta, il Fiesoli.
Anche il sistema degli affidamenti all’interno della comunità sarebbe stato gestito da lui. Infatti, i bambini tolti alle famiglie d’origine venivano sì affidati a una coppia, ma sarebbero poi stati “ridistribuiti” su indicazione del Fiesoli ad altri all’interno del Forteto.
“A questi bambini veniva fatto il lavaggio del cervello”, ha raccontato Luisa Chincarini della Commissione d’Inchiesta. “Si diceva loro che la famiglia d’origine li violentava”. I bambini sarebbero stati spinti a denunciare violenze da parte delle famiglie d’origine.
Rodolfo Fiesoli, dopo la scarcerazione, si trova in una località segreta. “Sapere che dopo poco più di sei mesi dal suo arresto sia già stato scarcerato fa male. Fa male a me, ma non oso immaginare cosa stiano provando in questo momento le vittime dell’orco”, ha commentato Stefano Mugnai (FI), presidente della prima commissione regionale d’inchiesta sul Forteto.
Altre reazioni
"La scarcerazione di Rodolfo Fiesoli, il capo della comunità 'Il Forteto' condannato poco più di tre anni fa a 14 anni e 10 mesi di reclusione, dimostra che c'è ancora molto da fare per la ricerca delle responsabilità su questa triste vicenda. Fratelli d'Italia ha presentato un'interrogazione parlamentare per chiedere di conoscere le motivazioni espresse sulla decisione dal Tribunale di sorveglianza di Venezia". Lo affermano i deputati di Fratelli d'Italia Giovanni Donzelli, Francesco Michelotti e Chiara La Porta.
"Per questi motivi - aggiungono - abbiamo già chiesto la calendarizzazione della proposta di legge presentata da Fratelli d'Italia per istituire una nuova Commissione d'inchiesta parlamentare sul caso. Lo Stato - concludono Donzelli, Michelotti e La Porta - non può lasciare sole le vittime, da parte nostra metteremo in campo ogni sforzo".
Renato Delfiol
A me sembra una cosa inconcepibile. Allora anche Matteo Messina Denaro sarà scarceratroi perché è malato?