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Terza messinscena del Pievano Arlotto al Palagiaccio

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Terza messinscena del Pievano Arlotto al Palagiaccio Terza messinscena del Pievano Arlotto al Palagiaccio © n.c.
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Terza messinscena mugellana per l’attore e regista Marco Paoli. Dopo Le cento case, dai racconti di Amilcare Giovannini, e Il sogno di Giotto su soggetto di Tebaldo Lorini, la collaborazione con quest’ultimo ha dato vita a Il Pievano Arlotto. Il titolo, com’era da aspettarsi, ha suscitato un interesse notevole, e la conseguenza è stata un grande successo di pubblico alle rappresentazioni tenutesi in agosto a Villa Campestri, nel chiostro della Pieve di Faltona, a Villa Pecori (gente rimandata indietro perché non c’era più posto), a Galliano. La sera del 3 settembre ’16 la commedia è approdata in località Senni (Scarperia & S. Piero) al Palagiaccio, dove gli intervenuti hanno potuto apprezzare anche l’ospitalità (squisito il gelato offerto a tutti) di Luigi e Antonella Bolli, proprietari della storica fattoria oggi azienda di assoluta eccellenza, che dà lustro alla nostra regione come poche altre. Fattoria che è servita anche da bellissima scenografia per una commedia divertente e vivace, anche se non del tutto spensierata. La figura di Arlotto Mainardi (1396-1484), piovano di S. Cresci a Marioli, sopra Pratolino, burlone, gioviale e un po’ faccendiere, e sul quale fu scritta una fortunata raccolta delle sue imprese e soprattutto dei suoi scherzi, questa figura è in realtà lo spunto di partenza per un racconto in gran parte di fantasia, ma nel quale la personalità del protagonista come risulta dalle fonti è assolutamente rispettata. Lorini ha così fatto avere al prete mugellano un figlio illegittimo (segreto di Pulcinella), alcuni amici popolani e una perpetua, disperata per i capricci della figlia quanto bravissima cuoca. E solo Tebaldo poteva avere l’idea originalissima di inserire nella storia l’esposizione di alcune ricette di piatti tradizionali, però com’erano realizzati all’epoca della vicenda: il 1439, l’anno del Concilio a Firenze. Così ad esempio, la ribollita aveva la borragine tra gl’ingredienti, e la trippa era senza pomodoro: ciò ha causato un inopinato mormorio di perplessità fra il pubblico. Ma allora il pomodoro in Europa non era arrivato! Marco Paoli come regista ha saputo dirigere da par suo gli attori e, soprattutto, imprimere alla narrazione un ritmo incalzante, grazie al quale è stato impossibile annoiarsi. Perfettamente inseriti gli intermezzi musicali di Niccolò Chiaramonti alla chitarra, su musiche sue originali e testi scritti da Gabriella Vallini, la quale li ha cantati (bonus!) oltre a impersonare la perpetua. Come attore, Marco si è confermato un mattatore che però non ruba mai la scena. Se, per forza di cose, è stato lui il protagonista, nessuno degli altri artisti è stato soffocato nello svolgersi della trama. Gabriella, Massimiliano Boretti, Matteo Berretti (che nelle rappresentazioni si alterna con Matteo Lucii), Gaia Della Rosa e il giovanissimo Tommaso Nazzi hanno avuto ognuno il loro spazio meritandosi numerose salve di applausi a scena aperta, per non parlare dell’interminabile applauso finale. Prossima rappresentazione nel giardino della biblioteca di Pratolino sabato 10 settembre, sempre alle 21. La sera del 23 settembre ’16, sempre alle 21, ultimo (per ora) spettacolo in Piazza Dante a Borgo S. Lorenzo. Articolo e foto di Paolo Marini

 

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