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Con la telecamera lungo 'Le Vie di Dante': Pontassieve, Rignano e Reggello / IL VIDEO

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Frame del video realizzato dalla città metropolitana Frame del video realizzato dalla città metropolitana © Ok!Valdisieve
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“Le Vie di Dante” ripercorrono le orme di Dante Alighieri anche in quei luoghi che lo videro crescere e formarsi.

Frai i 35 comuni coinvolti nelle celebrazioni per i 700 anni c'è anche la Valdisieve e il Valdarno fiorentino. 

Fra questi territori uno dei Comuni è quello di Pontassieve che vede i suoi albori nel medioevo, quando la Repubblica Fiorentina ebbe l'esigenza di controllare la strada che collegava la Romagna al Casentino, alla confluenza tra la Sieve e l'Arno. La tradizione racconta che proprio in questo Comune Dante incontrò Beatrice per la prima volta (

Anche in Valdarno con il Comune di Rignano, che come Pontassieve si sviluppò in epoca medievale,  per poi crescere intorno alla costruzione di un altro ponte mediceo sul fiume: il nome originale infatti fu Ponte a Rignano. Abbandonando le sponde dell'Arno ci si addentra nel territorio comunale di Reggello, il cui abitato nasce come luogo di mercato tra la via del Casentino e la via Cassia, ma che soltanto nel 1773 diventa ufficialmente comunità grazie ad un decreto del Granduca Leopoldo II. Reggello può quindi vantare uno dei luoghi naturalistici più affascinanti  di tutta la Toscana: la riserva naturale biogenetica di Vallombrosa.

Nel 1921 lo scultore Hendrik Christian Andersen realizzò una medaglia in cemento armato, dedicata a Dante e Beatrice, collocata nel chiostro della chiesa dell’Abbazia. A memoria di come Dante possa aver trovato rifugio in questi boschi ai confini con il Casentini nei primi anni del suo esilio. La foresta occupa una superficie di quasi 1300 ettari, qui convivono più di 3000 esemplari di oltre 1000 entità botaniche appartenenti a 85 generi. La sua storia si intreccia con quella dei monaci benedettini vallombrosiani, la cui congregazione fu fondata nel 1036 da San Giovanni Gualberto. Ventidue anni dopo, nel 1058, vide la luce un piccolo monastero nel corso dei secoli trasformato in una delle abbazie più imponenti dell'area fiorentina.
Nel 1869 l'Abbazia divenne sede del Regio Istituto Forestale, la prima scuola forestale italiana. Nella riserva si trovano gli Arboreti Sperimentali, una collezione di specie autoctone e esotiche costituita da migliaia di esemplari provenienti dai 5 continenti. Oggi sono gestiti dal Reparto Carabinieri Biodiversità di Vallombrosa e vengono effettuate attività didattiche e visite guidate.

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