FOR.SA, acronimo di “foreste e salute” è un nuovo progetto, capitanato dalla Foresta Modello delle Montagne Fiorentine e finanziato dal Programma di Sviluppo Rurale della Regione Toscana, che ha l’obiettivo di valorizzare i territori montani di Valdisieve e Valdarno fornendo luoghi idonei alle pratiche di “terapia forestale”.
L’uso terapeutico della foresta è una disciplina in rapida espansione in tutto il mondo, che da pochi anni è stata studiata, con risultati positivi, dal Consiglio Nazionale delle Ricerche e dal Club Alpino Italiano. Sarà proprio il CNR, insieme alle comunità locali, a progettare i percorsi che saranno realizzati nella Montagna fiorentina: veri e propri luoghi di cura in grado, al tempo stesso, anche di rilanciare l’economia locale. La Montagna fiorentina, grazie al progetto FOR.SA, si farà pioniera di questa nuova opportunità attraverso ben quattro itinerari, che saranno realizzati a San Godenzo (Castagno D’Andrea, in Località Borbotto), Londa (nei pressi del Passo Croce a Mori), Reggello (tra i “Giganti di Vallombrosa”, gli abeti americani che formano il bosco più alto d’Italia) e Rufina (in località Moscia)..
Dal 27 febbraio al 7 marzo, nei quattro comuni coinvolti, si terrà la presentazione pubblica del progetto e degli itinerari e si terranno :
● a Rufina questa sera (27/02/2024) alle ore 20:45, presso Villa Poggio Reale;
● a Reggello il 28/02/2024, alle ore 21:00, presso la Sala multimediale della biblioteca
comunale;
● a Londa il 06/03/2024, alle ore 20:30, presso la Sala polivalente;
● a San Godenzo il 07/03/2024, alle ore 20:45, presso il Circolo Parrocchiale.
In cosa consiste la "Terapia forestale"
Da pochi mesi, uno studio scientifico pubblicato sulla prestigiosa rivista International Journal of Environmental Research and Public Health, a cura di ricercatori italiani, ha dimostrato per la prima volta l'effetto specifico e significativo sull'ansia degli oli essenziali emessi dalle piante in ambienti forestali. Si è trattato di una scoperta importante, che tuttavia ha confermato una percezione assai comune: chi frequenta il bosco e ama gli spazi verdi conosce bene quelle sensazioni che si provano dopo una giornata tra gli alberi. Le foreste, è indubbio, ci fanno “stare bene”. Lo fanno sia attraverso sostanze chimiche, sia attraverso un’atmosfera che ci aiuta a rilassarci e a connetterci con l’ambiente circostante. Questa caratteristica è conosciuta e utilizzata da tempo in Giappone, dove i “bagni di foresta” (“Shinrin-yoku” in lingua giapponese) sono oggi parte integrante dei programmi sanitari: un tema molto attuale e dibattuto anche in Italia.
Negli ultimi anni, infatti, questa sensibilità si è fatta strada anche nel nostro Paese, dove si sono moltiplicate iniziative di “forest bathing” e “terapia forestale” capaci di richiamare tantissime persone, anche di categorie vulnerabili, che hanno trovato beneficio da queste esperienze.
“Tornare al bosco è essenziale per tanti motivi. Lo è indubbiamente anche per curarci, per prevenire malattie, per ridurre lo stress e l’ansia, per trovare ispirazione, per ritrovare una parte di noi stessi che si sta perdendo tra asfalto e cemento. Valorizzare queste pratiche e, con esse, i territori forestali e montani, è possibile pur mantenendo tutte le altre funzioni del bosco, a patto di individuare con attenzione le aree idonee, progettando i percorsi e la loro manutenzione attraverso una specifica gestione forestale. Perché è nei boschi gestiti, non in quelli in stato di abbandono, che queste attività possono essere svolte al meglio e, considerando quanto può essere attivato a supporto, possono rappresentare anche un utile strumento a disposizione per la rigenerazione
delle comunità”, spiega Stefano Berti, Presidente della Foresta Modello delle Montagne Fiorentine.