Da piazza Indipendenza, dove il bagno pubblico c’è ma versa in condizioni indecenti, a piazza Tasso, dove è completamente assente nonostante sia richiesto dai frequentatori, ecco due pessimi esempi di come Firenze, città d’arte e cultura visitata ogni anno da 15 milioni di turisti (dati ufficiali), accolga i suoi ospiti.
Tardivi ma comunque benvenuti gli interventi annunciati dall’assessora al decoro Caterina Biti, che nei giorni scorsi ha illustrato un piano di restyling per 12 bagni pubblici della città (articolo qui). È un primo passo, ma non sufficiente, poiché anni di evidente disinteresse per il problema hanno portato a una realtà ormai insostenibile. Una realtà che i cittadini non esitano a denunciare, sia pubblicando immagini eloquenti sui social, sia inviandole direttamente alle redazioni dei giornali.
Non mostreremo la foto del bagno di piazza Indipendenza, perché l’immagine del cosiddetto “bagno autopulente” con la porta spalancata a causa di un malfunzionamento è semplicemente raccapricciante. Mostriamo invece un cartello in cartone apparso recentemente in piazza Tasso, frequentata da molti utenti e completamente priva di un bagno pubblico. Questa mancanza trasforma spesso la piazza in una latrina a cielo aperto.
Un cittadino, condividendo la foto del cartello, ha commentato: “Vox populi su... questioni della (diffusa e 'indecorosa') Firenze latrina a cielo aperto. Un cartello apparso da qualche giorno in Piazza Tasso. A quando un 'piano' (o almeno uno spot-spot-spot!) per dotare la città – a partire dall’Oltrarno, dal centro storico e dai dintorni – di una rete di servizi igienici pubblici moderni? Magari 'vespasiani' o bagni autopulenti gratuiti, o almeno utilizzabili con una moneta da 20 centesimi di euro?”
Nel frattempo, il bagno di piazza Indipendenza, grande, teoricamente moderno e autopulente, si presenta come una realtà oscena e indecorosa per una città come Firenze, con la porta spalancata e un malfunzionamento che lo rende inutilizzabile.
Firenze continuerà ad accogliere così i suoi milioni di visitatori ogni anno? Oppure il primo passo dell’amministrazione, per quanto tardivo e parziale, è il segnale che finalmente qualcosa sta cambiando?