A chi deve essere attribuita la paternità della proposta e della sollecitazione di effettuare analisi sulla qualità dell'aria nel Comune di Scarperia e San Piero e più in generale in Mugello? In modo da tenere sotto controllo (grazie ad una comparazione) gli eventuali effetti negativi della futura centrale a biomasse? Intorno a queste domande si è svolto il dibattito in questa tiepida (ma solo dal punto di vista del meteo) domenica d'autunno. Da una parte sul settimanale Il Galletto (in un articolo a firma di Massimo Rossi) si leggevano le ragioni del sindaco Ignesti, che ricordava come la proposta era stata fatta dalla Giunta il 9 maggio. Dall'altra nella pronta replica sul blog Il Dado Simone Peruzzi argomentava e ricordava le richieste di analisi avanzate dal Comitato già in aprile e citate in esposto alla Procura in marzo. Ma andiamo con ordine. Nel lungo articolo di Massimo Rossi si riportano come detto le motivazioni e la posizione del sindaco di Scarperia e San Piero, Federico Ignesti. Con tanto di riferimento ad un documento datato 9 maggio in cui sindaco e Giunta lanciavano appunto la richiesta di monitorare la qualità dell'aria. Non solo: il 25 maggio il Consiglio dell'Unione dei Comuni ha approvato su proposta del gruppo consiliare Insieme per il Mugello (capogruppo Bassetti) una mozione in cui si impegnano presidente e Giunta a prescrivere alla Renovo analisi della qualità dell'aria. Mentre, si legge nell'articolo di Rossi, la mozione di LiberaMente a Sinistra e Movimento 5 Stelle (approvata all'unanimità dal Consiglio di Scarperia e San Piero e nella quale si fa riferimento appunto alle analisi della qualità dell'aria) è datata invece 18 giugno (quindi più tardi). Ma, come detto, Peruzzi, tramite il blog, rivendica il fatto che il comitato abbia lanciato tali richieste ben prima: ossia (come si legge) 45 giorni prima. Non c'è dubbio, insomma, nella domenica mugellana non ci si annoia. Ci sarebbe da sorridere non fosse per il fatto che le famose analisi della qualità dell'aria riguarderanno la nostra salute.
Ancora una volta, e non è la prima, il Sindaco Ignesti afferma cose non corrette e squaderna tanto di atti e delibere, ma lo fa dimenticandosi che noi non abbiamo né la memoria corta, né siamo disposti a farci prendere in giro. Purtroppo questa scarsa propensione ad affermare il vero questa volta è avvalorata anche dall’articolista del Galletto che si è prestato a fare da cassa di risonanza per l’ennesima bufala dando credibilità a chi ormai dimostra di non averne proprio alcuna. Di quanto affermato da Federico Ignesti nell’articolo uscito sul numero del Galletto di questa settimana, avevamo già avuto un’anteprima fuori da Villa Pecori quando avevamo avuto, strano a dirsi, l’occasione più unica che rara di scambiare quattro chiacchiere proprio con il Sindaco. Già in quella occasione disse che l’idea della valutazione della qualità dell’aria era roba sua. Già quella volta gli risposi che non era così. Ma si sa, le parole volano. E, invece, le parole scritte restano. E siccome noi non siamo quaqquaraqquà, ci prendiamo, per l’ennesima volta la briga di riportare documenti che smentiscono senza ombra alcuna quanto affermato dal Sindaco. « Allora i farisei, ritiratisi, tennero consiglio per vedere di coglierlo in fallo nei suoi discorsi. Mandarono dunque a lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità e non hai soggezione di nessuno perché non guardi in faccia ad alcuno. Dicci dunque il tuo parere: È lecito o no pagare il tributo a Cesare?». Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché mi tentate? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Di chi è questa immagine e l’iscrizione?». Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio». A queste parole rimasero sorpresi e, lasciatolo, se ne andarono. » (Matteo 22,15-22) Ignesti chiede che si dia a Cesare quel che è di Cesare. Bene, si dà il caso che il ruolo da condottiero sia totalmente usurpato. Su quale moneta è la faccia del Sindaco? E per quale motivo dovremmo continuare a pagare? Usciamo dalle metafore grottesche che vengono utilizzate dalla nostra Amministrazione, per smentire quanto dichiarato di aver provato “atti alla mano”. Sembra che il Sindaco di Scarperia e San Piero abbia fatto tutto alla luce del sole e che, addirittura, si sia occupato “per primo” della salute pubblica, con un comunicato stampa apparso sulla Home Page del sito comunale il 9 maggio 2015, dove si afferma di voler richiedere le analisi sulla salubrità dell’aria. Prima di produrre l’ennesima dimostrazione documentale del pressappochismo con cui si esprimono certe affermazioni, voglio soffermarmi su un paradosso mitologico legato a quella “precisa cronologia”. La parola cronologia deve il suo etimo al dio greco Kronos, figlio di Urano (cielo) e Gea (terra) ed è bizzarro che chi supporta e favorisce un impianto che inquina l’uno e l’altra si richiami a questo ragionamento (logos, appunto). Ma proprio in quanto nient’affatto esatta, la cronologia dell’Ignesti gli si rivolta, come al solito, contro. Anche i sassi mugellani sanno bene che fin dalle ultime settimane del 2014 (ben prima del suo comunicato stampa), i cittadini hanno espresso enormi criticità su quanto avvenuto in conferenza dei servizi. Solo chi è in cattiva fede può affermare il contrario. Gli stessi cittadini, dopo lunghe nottate a cercare di interpretare documenti resi quasi inaccessibili, hanno compreso che qualche mese prima era stata autorizzata la centrale a biomasse senza che fosse stata effettuata una Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). Sì, perché, esattamente come si è provveduto alla presentazione del comunicato stampa del 9 di maggio, la stessa Amministrazione si è ben guardata da presentare, atto dovuto, sul sito comunale, tutta la documentazione relativa all’iter autorizzativo. Da una parte ci si vanta di aver pubblicato la propria propaganda, spacciandola come inedita e attenta alla salute pubblica, dall’altra ci si “dimentica” di pubblicare tutte le pratiche che avrebbero consentito ai cittadini di appellarsi, come hanno fatto in altri Comuni, proprio sulla assenza della VIA, ovvero, prioritariamente, sulla mancanza di un’analisi specifica sulla salubrità dell’aria. Questi cittadini si sono poi costituiti in Comitato e, durante le due giornate di presentazione della vicenda (10 aprile a Borgo San Lorenzo e 11 aprile a Scarperia), giornate alle quali erano stati invitati gli Amministratori i quali si sono ben guardati dall’essere presenti, sono state dichiarate esplicitamente le criticità e l’assoluta necessità di effettuare un’analisi dell’aria. Noi che non facciamo propaganda e che sappiamo che il 10 e l’11 aprile vengono prima del 9 maggio, abbiamo prodotto le testimonianze video di quegli incontri. Lo sa sicuramente il Sindaco, che ci legge sempre. Ancor prima di queste due giornate, in un articolo che abbiamo presentato su questo blog, abbiamo dichiarato di aver presentato un esposto alla Procura di Firenze, documento che è stato linkato nell’articolo e che recita: Le motivazioni con cui si ritiene inopportuno e altamente pericoloso un progetto di questo tipo sono da ricondurre all’elevato impatto ambientale che una centrale a biomasse determina. Questa valutazione, per altro, non è stato possibile effettuarla, in quanto la Provincia si è avvalsa della esclusiva analisi effettuata dall’ARPAT in sede di Conferenza dei Servizi, senza procedere in termini preventivi e precauzionali, ad una Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA), come previsto sulla base della sentenza del 10 ottobre 2013 del TAR delle Marche, in recepimento della sentenza della Corte Costituzionale n.93 /2013 e dei criteri di cui all’allegato III della direttiva 2011/92/Ue. La mancanza di una VIA e la rilevazione da parte di ARPAT di inesattezze formali e sostanziali da parte della richiedente Renovo Bioenergy ha portato ad una “Valutazione qualità dell’aria” effettuata sulla base di una simulazione che utilizza come valori di fondo, da sovrapporre all’impatto dell’impianto, attraverso WinDimula 3.0, determinando come zonizzazione di riferimento quello di una “Zona collinare montana”, secondo la DGRT 1025/2010, e utilizzando, conseguentemente, i valori della stazione sita in località Casa Stabbi di Arezzo, non considerando che, detta stazione, insiste su un territorio con caratteristiche sia demografiche che industriali, profondamente diverse da quelle di Petrona. Si riporta quanto prescritto nel Decreto Legislativo 155/2010 che, tra le sue finalità, prevede di “mantenere la qualità dell’aria ambiente, laddove buona, e migliorarla negli altri casi”. L’articolo è del 27 marzo 2015 che, basta saper contare, viene 43 giorni prima del 9 maggio, data del famigerato comunicato del Sindaco. Federico Ignesti non è nuovo a queste affermazioni tanto apodittiche quanto non propriamente esatte. Già il 18 aprile, in un’intervista su infilo.net, si prodigò in un decalogo che abbiamo smontato punto per punto e lo abbiamo fatto producendo documenti. Noi facciamo così. Tra l’altro, proprio in quel decalogo, affermava: “L’Arpat gli esami li ha fatti. Le risposte dagli organi competententi sono già state date. Del resto come farebbe un’azienda a partecipare a un bando senza autorizzazioni? Ma insisto su un punto: E’ una questione di fiducia istituzionale. Ci sono organi tecnici preposti al controllo, e il comune se ne serve e deve fidarsi delle loro risposte. Se hanno ritenuto che il progetto per la sostenibilità ambientale sia coerente, dando peraltro precise prescrizioni senza il cui adempimento non si fa nessuno impianto, occorre tenerne conto. Altrimenti cade tutto. Ci sono dei parametri, ci sono delle regole, si decide su quello. Se si mette tutto in discussione attraverso un panico anarchico generalizzato allora non va bene. Non va bene l’allarmismo ingiustificato che è stato provocato tra la popolazione. La gente ha paura. Noi vogliamo e possiamo rassicurarli perché sappiamo che gli organi competenti abbiano fatto le verifiche tecniche necessarie” Quindi, gli esami dell’Arpat erano ritenuti esaustivi e considerati base fiduciaria. “Altrimenti cade tutto”. Questo 21 giorni prima di ricredersi e comunicare alla stampa le sue filantropiche attenzioni alla salubrità dell’aria. Noi continuiamo così: con documenti che non sono mai stati smentiti da nessuna comunicazione. Abbiamo già detto che, a fronte di questi reiterati giochi di potere, svuotati del più semplice approccio democratico, sarebbe tempo (Kronos) che la Giunta si sciogliesse. Non ci interessa più discutere con chi non argomenta ma sentenzia. Non ci interessa più parlare con chi ha promesso di fare un’assemblea pubblica e poi si è ben guardato da qualsiasi confronto. Noi continueremo ad argomentare le nostre ragioni. Prima o poi dovranno arrendersi Clicca qui per leggere l'articolo su Il Dado
Martino
Per la predica domenicale molto meglio il nostro parroco. Quando parla del Vangelo almeno lui e' credibile