
Aumenti insostenibili sulle bollette di luce e gas per la Piscina comunale di Pontassieve, e così il gestore e l'Amministrazione hanno deciso di sospendere temporaneamente l’attività "nella speranza di poter riprendere prima possibile, in attesa di ristori governativi o di significative novità sul fronte del prezzo dell’energia.", spiegano in una nota.
La crescita delle utenze da pagare per l'impianto di Pontassieve, e non solo, è stata notevole. Nello specifico per Pontassieve: nel 2019 le utenze energetiche dell’impianto nel periodo settembre-dicembre ammontavano a poco meno di 35.000 euro; lo scorso anno il costo è stato di 60.000. La previsione per lo stesso periodo del 2022 varierebbe tra i 120.000 e i 160.000 euro, a seconda delle oscillazioni del mercato.
L’Amministrazione era già intervenuta a sostegno della piscina, per far fronte agli aumenti che si erano verificati nei mesi scorsi "e sarebbe stata pronta - spiega l'Amministrazione- a fare altrettanto anche adesso, ma la situazione attuale è precipitata divenendo non più sostenibile, con un costo complessivo mensile - tra gas ed energia elettrica - che potrebbe arrivare a toccare i 50.000 euro."
L'appello al Governo dell'Amministrazione comunale di Pontassieve
“Le cifre necessarie per garantire il funzionamento della piscina e per offrire il servizio agli utenti sono ben oltre la portata dell’Ente e dell’Associazione che gestisce l’impianto. Serve che il Governo, urgentemente, autorizzi il nuovo Decreto Aiuti per mettere in campo sostegni e ristori così da contrastare gli effetti su famiglie, imprese, terzo settore ed enti locali.
Servono interventi a livello europeo e nazionale, con un tetto europeo al prezzo del gas e una maggior tassazione sugli extraprofitti delle società energetiche, da impiegare per fronteggiare il caro bollette. Serve un vero e proprio pacchetto di politiche energetiche e interventi tesi a calmierare i prezzi, come ad esempio gli incentivi per quanti investono in efficienza e producono rinnovabili.
Certo è che questo tema non può ricadere sugli enti locali perché non abbiamo le risorse necessarie per far fronte a situazioni di vera emergenza come quelle che si stanno verificando in questo momento. Se a Bruxelles e a Roma non si prendono velocemente delle contromisure, saranno tutte le nostre comunità a farne le spese, con sempre meno e servizi e presidi sociali a disposizione delle persone, con posti di lavoro a rischio e imprese e attività, grandi e piccole, che non riusciranno ad andare avanti”.