OK!Firenze

Borgo Profondo, il Mugello in dialetto. Recensione (e non solo) del libro...

  • 4
  • 714
Borgo Profondo, il Mugello in dialetto. Recensione (e non solo) del libro... Borgo Profondo, il Mugello in dialetto. Recensione (e non solo) del libro... © n.c.
Font +:
Stampa Commenta

E’ stato un grande dispiacere non esser stato presente nella Sala Incontri del Centro Polivalente in piazza Dante a Borgo San Lorenzo in occasione della  presentazione, lo scorso 15 dicembre 2012, del libro “ Borgo Profondo – detti celebri”, curato nei testi dalla cara amica Marisa Mazzoni, del Gruppo Facebook fondato da “sduni” di Prato (Beppe Ronconi), con la memoria storica di Luigi Banchi (Gigi di penne) e il supporto di un numeroso gruppo di amici mugellani. Dicevamo più sopra che siamo rimasti dispiaciuti perché quel giorno (domenica), alla stessa ora, nella Pieve di San Lorenzo c’erano 130 allievi del Liceo Musicale “Dante” di Firenze in concerto, davanti ad oltre  600 persone, in favore del restauro dell’Organo “Stefanini 1696”, di cui lo scrivente fa parte del Comitato Promotore. Tornando al libro, non siamo esperti di computer, di facebook, di twitter e quant’altro, anzi ad onor del vero eravamo iscritti a “facebucche” (così si resta in tema del libro!!), ma tutte le mattine quando aprivo il computer non avevo il tempo di rispondere a decine e decine di missive, alcune esilaranti (un amico che conosco da 60 anni mi chiedeva se volevo diventare suo…amico!! Ma!!), quindi mi sono perso quello che è stato il lungo epistolario di tutti questi amici, dopo che era stato aperto questa pagina. Peccato perché leggendo il tutto, avrei aggiunto tanti e tanti di quegli aneddoti, che nel corso di tanti anni mi sono incamerato nella mente dopo aver scritto dodici libri e quasi diecimila articoli sul Mugello in generale e su Borgo San lorenzo in particolare, segnatamente nel 1989  “Caro vecchio Borgo ”, dove c’è una piccola biografia di circa settecento borghigiani caratteristici, fra ‘700, ‘800 e ‘900,  che avevano un soprannome ed una storiella. Ma al di là di questo, il libro “Borgo Profondo - detti celebri”, me lo sono letto in un batter d‘occhio, tutto d’un fiato, perchè in quelle parole, in quelle frasi, in quei periodi, ho ritrovato il mio vecchio e caro paese, il mio piccolo mondo, la sua gente, i suoi vecchi abitanti, quei borghigiani “doc” che per il loro paese stravedevano ed erano capaci di tirare un paio di schiaffi all’ingegnere comunale, come fece un Chini all’ingegnere Lorini per un muretto torto a Cristo Re (sconta d’ora!!), i quali con la tradizione orale tramandata da padre in figlio, hanno caratterizzato secoli di vita e storia sociale, umana, cristiana e civile. E sentirli, ascoltarli, specialmente quando si riunivano in crocchio negli angoli più caratteristici del paese, era davvero uno spasso. Un giorno un certo “veccia (se non andiamo errati era un Costi”!), ormai molto anziano mentre se ne stava fumando la sua pipa in fondo Malacoda, gli passò accanto un gruppetto di ragazzacci ed uno gli urlò: “-  o veccia icchè tu fai se dal cielo cascasse merda”; il buon “veccia”,  non si scompose, alzò la testa, si tolse la pipa dalla bocca e di rimando gli disse: “da retta giovinotto chettai voglia di cascammi addosso!!”. Quel giovane si è portato fino alla tomba (non è molto che è scomparso), questo nomignolo che gli urlò “veccia” sul viso. Tornando al libro che Marisa ha composto e ricomposto in maniera davvero certosina e meticolosa (conoscendola non può esser diversamente), è simpaticissimo leggere le tante “botte e risposte” fra tutti coloro che su facebook, si sono intrecciati compreso anche alcuni carissimi amici di gioventù (vedi Rossano Rossini a Trieste e Vanni Verdi a Arezzo, tanto per citarne un paio, il primo nato in Santa Lucia e il secondo a Zeti), anche perchè hanno vissuto in certi luoghi del vecchio Borgo dove la mattina gli spazzini oltre a raccatar sudicio raccattavano anche la miseria, dove, dicevamo si poteva far la collezione di “detti”, come le figurine all’oratorio dai salesiani. Mezzo secolo fa  lo scrivente di questo articolo con gli amici di Santa Lucia andammo a rubar le pere nel campo del Rinaldelli, ma dietro una macchia c’era il vecchio Dionigi che ci corse dietro urlando a squarciagola “ e vi ciò troo, e vi ciò troo, questa vorta un vu mi scappahe”. Un amico fu preso da Dionigi e lo strusciò ben bene in mezzo al cumulo del sugo (il concime ) e gli disse, “ovvai a fatti bruschinare da tu mà!”. Care anime di un tempo che fu, forse lassù vi sfottete  ancora (“pintone” nel Corso quando girava con il carro della frutta gridava: donne, e glanno tantaghero i mi limoni!!), perpetuando un modo di vivere e di dire, giunto a loro da chissà quanti anni per non dire secoli. Un giorno Gigi di Penne mi disse che voleva fare l’associazione dei “borghigiani doc”, cioè famiglie che come minimo abitavano in paese da quattro o cinque  generazioni. Lo incontrati poco tempo dopo e mi disse; eci’o rinunciato, siamo rimasti tre gatti!! Domandare al buon Gigi per credere; ma il libro curato da Marisa e messo insieme da un gruppo di compaesani, con Gigi di Penne in testa, resterà a ricordarci, chi siamo, come parliamo, come socializziamo, e che ancora, qualcuno, vuol bene a questo benedetto Borgo. Bravi e complimenti Foto 1 (in alto): Il Gruppo dei fondatori di “Borgo Profondo”; da sinistra in alto, Giovanni Innocenti, Pino Corrente, Paola Cassigoli, Marisa Mazzoni, Giacomo Matteucci, Matteo Toccafondi, Filippo Margheri, Laura Landi, Vanna Cavaciocchi, Tiziana Polidori, Franco Tantulli. Da sinistra seduti, Giuseppe Ronconi, Alessandro Galeotti, Bruno Ceseri, Massimo Rossi, Franco Frandi, Anna Mariotti, Sandra Sensi, Michela Aramini, Luigi Banchi. Foto 2: La curatrice Marisa Mazzoni con Luigi Banchi “ Gigi di penne”, durante la presentazione del libro. Foto 3: Un momento della presentazione del libro; da sinistra Vieri Chini e Daniela Pini, mentre declamano alcuni brani, quindi Giuseppe Ronconi, Massimo Rossi e il sindaco Giovanni Bettarini. Foto 4 (qui sopra): Il frontespizio del libro “Borgo Profondo – detti celebri” ( Edizioni Parigi & Oltre, pagg.244, € 16,00)   (Foto Vieri Ristori e Pietro Mercatali – p.g.c.)

 

Lascia un commento
stai rispondendo a

Commenti 4
  • paola

    Penso che Aldo non volesse pubblicizzare il libro a distanza di 20 anni! Certamente avrebbe voluto ,e saputo , contribuire a alla stesura del libro, credo che comunque il suo lavoro e la sua passione (non ultima la sua disponibilita)sempre aiutino ogni scritto o manifestazione sul nostro "caro vecchio Borgo". Un saluto ai borghigiani!

    rispondi a paola
    ven 4 gennaio 2013 10:12
  • aldo giovannini

    Tutto al contrario gentile lettore, ho voluto solamente evidenziare che nel libro caro vecchio borgo ( introvabile poich esaurito da cinque anni, quindi si figuri se lo volevo pubblicizzare!), cera la storia di tanti vecchi borghigiani, ricordati nel libro che ho ampiamente recensito positivamente in tutto e per tutto, anche perch scritto da carissimo amici. Infine, e chi mi conosce da tantissimi anni sa di quali panni mi vesto; non ho voluto far vedere di saperne di pi, ci mancherebbe anche questo. Con una quinta elementare alle spalle sono e rimango, e mi ritengo, uno scribacchino di paese. I sapienti sono da tuttaltra parte,specialmente coloro che non hanno il coraggio civico di firmarsi! Buon Anno. Giovannini

    rispondi a aldo giovannini
    ven 4 gennaio 2013 10:11
  • aldo giovannini

    troppo buona, ma sempre cara amica da una vita. Un abbraccio ed ancora complimenti a te ed a tutti gli amici di borgo profondo, aldo

    rispondi a aldo giovannini
    gio 3 gennaio 2013 07:01
  • Marisa Mazzoni

    Caro Aldo, io ti ringrazio per quanto hai pubblicato e, come ti ho detto, tu sei il principe del nostro linguaggio, usi e costumi e nessuno ti potr mai passare avanti, anzi, tutti impariamo da te!!

    rispondi a Marisa Mazzoni
    gio 3 gennaio 2013 06:44