Borgo. Segreti e misteri della Torre dell'Orologio... © n.c.
(Continuazione dall’articolo dello scorso lunedi 2 giugno 2014. Dopo la descrizione della Torre dell’Orologio dai disegni prospettici di Dino Chini nel 1935, in questo servizio cerchiamo di dipanare due quesiti che si sono affacciati dopo il restauro della Torre (non è che la coloratura ci piaccia tanto, ma tant’è!), o meglio una data (“1857”) che si nota al centro del cartiglio centrale dell’arco sotto la torre e una piccola scritta gotica (S. RosaR), sopra la finestrella di destra che si nota da piazza Cavour. La data ci racconta che l’allora Gonfaloniere del Borgo San Lorenzo (Ill.mo Sig.re, come si legge, Dott. Pasquale Gozzoli, che abitava nell’attuale via Gualtierotti Morelli, all’epoca via dè Rosay) - siamo ancora in pieno Granducato di Toscana - decise di rialzare l’arco della Torre civica, poiché i carri, le carrozze, i landau e le diligenze con molta mercanzia (com’è noto in piazza Cavour all’epoca piazza dell’Orologio oltre ad un grande pozzo mediceo per abbeverare i cavalli, c’era la Stazione d’arrivo e partenza dei vetturali ), trovavano difficoltà a passare sotto l’arco nell’unica strada d’accesso e di uscita del paese. Si dice che era a doppio arco senese, (vedi Porta Fiorentina in Malacoda), ma dopo i lavori di rialzamento l’arco prendeva l’aspetto ogivale gotico. Dopo questa risoluzione fu appunto inserita la data dei lavori: 1857. Eccoci quindi alla piccola iscrizione sopra la finestrella di destra. Si dice il caso quella finestrella fino alla metà degli anni ’20, non esisteva e fu aperta dopo un ulteriore restauro, alla fine degli anni ’30. Su una piccola pietra rettangolare c’era la scritta “ S. RosaR”, evidenziata in occasione di questi ultimi lavori; c’era anche prima ovviamente ma non era visibile per l’intonaco scuro della torre. Chissà perchè questa scritta! Forse l’aveva scolpita qualche muratore durante un antico restauro devoto di Santa Rosa, una Santa questa, che morì giovanissima, a soli 18 anni (9 luglio 1233 - 6 marzo 1251), che si venera a Viterbo (il suo corpo intatto è collocato nella Basilica a lei dedicata) e dove la prima domenica di settembre i 70 “facchini” detti di Santa Rosa si portano sulle spalle attraverso la cittadina laziale una altissima e pesantissima torre dove in cima c’è la statua della Santa. Tornando al discorso iniziale dopo la scritta S. Rosa c’è una R; forse voleva dire S. RosaRio! Chissà, perchè la frase termina lì, dato che non ci sono altre parole. Sono piccoli misteri, niente di particolare, davanti alla secolare storia del Borgo medievale, come questo che abbiamo scoperto; nel 1780 nella Torre abitava la famiglia Rontini composta dal capo famiglia (Paolo), dalla moglie (Nunziata), due figli (Giuseppe e Maria Teresa) e la nonna (Maria Caterina). Saremo davvero curiosi per sapere dove passavano per salire in casa: forse da un passaggio dell’attigua canonica o dalla porticina rialzata sotto l’arco appoggiando una scaletta come fanno gli operai quando devpono salire sulla Torre? Ma! Sarà stato questo Rontini a scrivere S.RosaR? Quisquiglie di un tempo che fu. Infine molti lettori ci hanno chiesto ulteriori notizie di Dino Chini (vedi l’articolo precedente), poiché alcuni non ne sapevano nemmeno l’esistenza; guardiamo un po quello che ne viene fuori in un prossimo articolo. (Aldo Giovannini) Clicca qui per la puntata precedente. Foto 1 (in alto): Il cartiglio sotto l’Arco della Torre dell’Orologio con la data 1857. Foto 2 (qui sopra): La torre dell’Orologio appena restaurata; la scritta si trova sopra la finestrella di destra. Foto 3 (qui sopra): Ecco la scritta sulla piccola pietra sopra la finestrella: S. RosaR (Foto A.Giovannini)



lucia chini
Ti ricordo per che oltre a me Giuseppe e Ferdinando, ci soni altri cugini, Licia e Piero Lavacchini, figli di Lidia, anche lei figlia di Dino e Giulia Cappeli. Grazie di nuovo lucia
aldo giovannini
CARO STEFANO E CARA lUCIA, VI RINGRAZIO DELLE VOSTRE BELLE PAROLE. PER QUANTO RIGUARDA L'ARCHIVIO CHINI, NON TI NASCONDO CARO STEFANO CHE HO CIRCA TRENTA VOLUMI, SEDICI DIARI MANOSCRITTI DI LINO cHINI E DI PIO CHINI, CIRCA 200 ARTICOLI SUI CHINI DAL MESSAGGERO DEL MUGELLO, NON TI DICO QUELLI CHE IN 70 ANNI HA SCRITTO MIO BABBO ED IO, INSOMMA DATO CHE LA MOGLIE DEL CAPOSTIPITE PIETRO ALESSIO, CATERINA GIOVANNINI ERA UNA MIA ANTENATA IN LINEA DIRETTA, HO CERCATO DI DOCUMENTARMI UN ...PO.SENZA CONTARE POI LE TANTISSIME IMMAGINI FOTOGRAFICHE FRA CUI QUELLE PREZIOSE DI INIZIO SECOLO DELL'AVV.UNGANIA. NON TI METTERE A RIDERE CARO STEFANO, MA IN UN CATALOGO DEDICATO AI CHINI HO TUTTE LE FOTOGRAFIE DEI LOCULI....DOVE SONO SEPOLTI. COMUNQUE GRAZIE E CLICCLERO' IL SITO. PER LA LUCIA, TI RICORDO CARA LUCIA, CHE FRA BREVE USCIRA' SUL SITO WEB OK!MUGELLO UNA BIOGRAFIA PIU' COMPLETA DI TUO NONNO DINO CON ALCUNE SORPRESE. PENSO CHE NE SAREI FEL
aldo giovannini
ICE. UN CARO SALUTO A TUTTI, ALDO
lucia chini
Carissimo Aldo....un grazie veramente di cuore per il tuo articolo sulla nostra carissima Torre dell orologio...ma grazie sopratutto per aver ricordato a noi tutti, a quelli che sono diventati borghigiani da poco e a quelli che lo sono sempre stati, un uomo a me carissimo...mio nonno Dino...grande uomo grande nonno grande artigiano artista...colui che ricordo ancora dopo 54 anni dalla sua morte, col lapis appoggiato sull orecchio, sotto quel bellissmo basco blu. Grazie per avergli dato il merito di essere stato un borghigiano che ha amato il suo paese in ogni modo...con tutti quei mezzi con cui la natura aveva dotato questa famiglia intera....avremo modo di sentirci..grazie grazie!
Stefano Pelosi
Qualcosa forse puoi trovare su www.itinerarioliberty.it ma sicuramente molto su Galileo Chini e i suoi interventi artistici in tutta Italia.
marcello
grazie alla redazione tutta,grazie a giovannini, finalmente un quotidiano vero, dove c' il rispetto delle idee, tantissimi eventi, piccola grande storia come diceva il signor Carlo. E' stata intrapresa una linea di assoluta correttezza e al di sopra delle parti. ci sono tanti lettori che scrivono, con polemiche, ci vogliono anche quelle, ma schiette. segno di vivacit. bravi continuate cos, non come altri giornali o similari che sono su una strada senza derogare: quella basta. Ho fatto leggere la storia della torre dell'orologio a mio nipote. si molto entusiasmato.Sono curioso di conoscere la storia di Dino Chini.Buon lavoro a tutti.
ALDO GIOVANNINI
Gentile signor Carlo, mi chiede un po troppo. Tante cordialit
CARLO
GRANDE ALDO NELL'INCEDERE SULLA STORIA MUGELLANA E PAESANA. PICCOLE MA GRANDI STORIELLE DI UN BORGO LONTANO. UNA DOMANDA, MA LA FAMIGLIA RONTINI DOVE FACEVA I "BISOGNINI!"
gianni
fantastico.Ma come l'arco della torre dell'orologio era pi basso.E la scritta!