
Il Club Alpino Italiano, con una lettera firmata dalla Sezione di Firenze e dal Coordinamento Regionale CAI Toscana, ha rivolto un appello al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e all’assessora all’Ambiente Monia Monni per chiedere maggiore attenzione alla fragilità dell’Appennino, duramente colpito dagli ultimi eventi alluvionali e franosi nel territorio del Mugello.
“L’Appennino – scrivono – è una catena montuosa che da anni subisce abbandono, eventi sismici e dissesti franosi. Oggi, con l’aggravarsi della crisi climatica, ogni evento meteorologico si trasforma in disastro. Le bombe d’acqua e le tempeste di vento mettono in ginocchio sentieri, viabilità e comunità locali”.
Il CAI sottolinea come i percorsi escursionistici, risorsa chiave per un turismo sostenibile e rispettoso dell’ambiente, siano ormai in gran parte inagibili. “Numerosi sentieri sono stati travolti da frane, ostruiti da alberi caduti. Serviranno interventi urgenti e risorse adeguate per il loro recupero”, si legge nella missiva.
Un passaggio centrale riguarda il recente disastro ambientale lungo il Torrente Rovigo, dove una discarica sepolta dagli anni ’70 è riemersa a seguito di una frana, riversando tonnellate di rifiuti nel corso d’acqua. “È l’effetto di scelte scellerate del passato – denunciano i firmatari – e la conferma della necessità di una mappatura e bonifica preventiva dei siti a rischio, per evitare che si ripetano simili tragedie”.
Il CAI esprime poi forti perplessità sulla scelta della Regione Toscana di autorizzare la costruzione del grande impianto eolico industriale sul crinale tra Marradi e Vicchio, definendola “inopportuna e pericolosa”. “Siamo favorevoli alle energie rinnovabili – precisano – ma serve una pianificazione seria, rispettosa dei territori e delle comunità. L’Appennino non è un luogo adatto a megastrutture impattanti. Cemento, ferro e sbancamenti peggioreranno la già grave instabilità idrogeologica, con conseguenze che potrebbero rivelarsi drammatiche”.
Nel documento viene ricordata anche la posizione contraria del sindaco di Marradi all’impianto eolico del Giogo di Villore, rimasta inascoltata. “Un impianto del genere – sottolineano – non può essere presentato come esempio positivo di transizione ecologica. È un errore di valutazione, non un modello da replicare”.
Infine, l’appello alla Regione Toscana affinché la nuova legge per l’individuazione dei luoghi idonei alla realizzazione di impianti eolici preveda una tutela esplicita per l’Appennino. “Serve una scelta di buon senso e di coscienza. La montagna ha bisogno di prevenzione, non di ulteriori criticità. Il rischio idrogeologico è sotto gli occhi di tutti, non possiamo permetterci altri errori”.
Una lettera ferma e accorata, quella del Club Alpino Italiano, che invita la politica a guardare con lucidità alle sfide della crisi climatica, proteggendo le aree più fragili e puntando su un futuro realmente sostenibile.