È lungo poco meno di 800 metri ed è uno dei percorsi museali più particolari e interessanti in assoluto, nato per ragion di stato e non per diletto, come un tragitto privilegiato che garantisse ai granduchi la possibilità di raggiungere gli alloggi privati, da Palazzo Vecchio a Palazzo Pitti, senza rischiare di incontrare il popolo fiorentino e le sue eventuali contestazioni.
Il Corridoio Vasariano è un'opera audace, quasi sfacciata per capacità di unire il pragmatismo granducale alle bellezze della città, un tragitto che partendo dal secondo piano di Palazzo Vecchio, da quella che era la camera di Eleonora da Toledo, sorvola vie, si addentra negli Uffizi, costeggia l’Arno sopra Ponte Vecchio e lo attraversa, aggira la Torre de' Mannelli e si fonde con la Chiesa di Santa Felicita, prima di gettarsi nel giardino di Boboli e terminare dentro Palazzo Pitti, in un susseguirsi di affacci sulla città che la rendono più inconsueta ma non meno suggestiva.
L'opera, che è anche un piccolo capolavoro di ottimizzazione dei tempi, fu concepita da Giorgio Vasari dietro volere del granduca Cosimo I° e fu costruita in soli 5 mesi. Per realizzarla fu spostato il mercato delle carni e del pesce che si svolgeva su Ponte Vecchio, così da evitare al granduca i cattivi odori al momento del passaggio e al suo posto furono messe le botteghe degli orafi che ancora oggi occupano il ponte.
Il loggiato sul lungarno degli Archibusieri era originariamente aperto ma già nel 1572 vennero annesse diverse botteghe in similitudine con quelle del Ponte Vecchio. A seguito dell'inondazione del 1864 queste furono tolte per rafforzare muro e spallette.
Da un punto di vista architettonico la struttura mostra evidenti richiami agli acquedotti romani, il sistema delle arcate concatenate richiama espressamente quel tipo di concezione.
Nel 1938 Benito Mussolini vi fece realizzare delle finestre panoramiche nella parte di Ponte Vecchio, in occasione della visita ufficiale di Adolf Hitler. La vista fu così gradita al Führer tanto da indurlo, forse, a risparmiare il ponte dalle mine che l'esercito tedesco in ritirata avrebbe collocato nell'agosto del 1944.
Il resto del corridoio fu però gravemente danneggiato dalle bombe e il suo restauro si concluse solo nell'aprile del 1973.
Attualmente il corridoio dipende dalla Galleria degli Uffizi, che è competente anche per la collezione di autoritratti e per le importanti raccolte di dipinti del Seicento e Settecento che vi sono esposte. Il corridoio dal 2016 è chiuso alle visite per ragioni di riallestimento e adeguamento degli ambienti. Al termine dell'intervento verranno riaperte tutte le 73 finestre collocate lungo il percorso in modo da consentire ai visitatori la miglior vista possibile sul centro storico, saranno esposte circa 30 sculture antiche, una raccolta di iscrizioni greche e romane e realizzato uno spazio dedicato agli affreschi cinquecenteschi voluti dal Vasari e che un tempo decoravano le volte del Corridoio presso Ponte Vecchio.
Il percorso avrà però anche una vocazione storica, accogliendo i memoriali dell'attentato a via dei Georgofili con fotografie ed i dipinti degli Uffizi danneggiati dallo scoppio della bomba, e quello dedicato al tema della devastazione del centro storico da parte delle truppe naziste in ritirata, in particolare della distruzione dei ponti cittadini il 4 agosto 1944.