
È riservato in pubblico quanto tenace nella vita, Fabrizio Caselli. Non ama parlare di sé, in un’intervista, ma fa parlare di sé, per i risultati sportivi. Nato a Pelago (Valdisieve) qualche anno fa, mugellano di adozione, vive a Borgo San Lorenzo con la moglie, Barbara, e i due figli, Alice e Matteo. A seguito dei tanti successi guadagnati – nazionali e internazionali - parteciperà finalmente alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro 2016, dal 7 al 18 settembre, nella gara di Pararowing in singolo. In rappresentanza dell’Italia «dopo un anno di sacrifici». Fabrizio, dopo la qualificazione ottenuta l'anno scorso ai Mondiali di Aiguebelette (FRA), finalmente sta per arrivare il momento. Emozionato? «Be’, sì. Ora sono a Sabaudia (Lazio) per la rifinitura e partiremo il 30 di agosto, molto probabilmente non tornerò nemmeno a casa nel Mugello. Devo dire che, per adesso, sono tranquillo. Ma più in avanti l’emozione si farà sentire, lo so. Dopotutto andare a Rio non capita tutti i giorni. E poi avendo una certa età (ride, Ndr), non posso sperare in altre occasioni. Anche se mai dire mai». E gli allenamenti? Com’è andato quest’anno? «Annata dura, senza dubbio. La più intensa da quando faccio questo sport. Sono stato tutto l’anno per tre settimane fuori di casa, per il raduno a Roma, tornando una settimana al mese. Ho dovuto tralasciare anche l’handbike per dedicarmi completamente al canottaggio. In quelle tre settimane il regime era di 7 giorni su 7, per 5-6 ore al giorno. Quando poi tornavo nel Mugello, continuavo il lavoro a Firenze o a casa in palestra: un lavoro di scarico in quel caso. Ma sono sempre stato sotto allenamento». Dal Tevere all’Arno, quindi. «Sì, anche se, per l’ultimo mese, siamo a Sabaudia per via dell’acqua salata, per abituarci a come sarà poi la gara a Rio». Annata dura, però hai vinto la Regata Internazionale Para-Rowing di Gavirate 2016, conquistando un’altra medaglia d’oro, in maglia azzurra. A Rio in che stato di forma arrivi? «Ho vinto a Gavirate e mi sembra di stare bene. Gli allenamenti danno dei risultati, i tempi giusti ci sono. Certo, non sarà facile. Vengo dalla Coppa del Mondo in Polonia (17-19 giugno) e ho visto un livello alto da parte degli avversari: sono rientrato in finale A col 6° posto. Sarà dura ed è bene esserne consapevoli». Alle passate Paralimpiadi di Londra, nel 2012, la squadra totalizzò 28 medaglie. Credi sia possibile far meglio? E tu, pensi di potertela giocare personalmente? «Penso di sì. Il team è compatto e di qualità. Ci sono varie discipline in cui possiamo ottenere buoni risultati. Per quanto mi riguarda, lo spero: credo di potermela giocare fino in fondo». Con la famiglia si sarà fatta sentire la lontananza. Verranno con te in Brasile? «Se non avessi avuto delle persone accanto capaci di darmi continuamente supporto non sarei riuscito a tenere i ritmi necessari. E il sacrificio è stato tanto mio quanto loro. Non è facile, mentalmente, stare ogni mese via per almeno 20 giorni. La famiglia è fondamentale. Però non verranno con me. Questo soprattutto perché non avrei neanche l'opportunità di passare del tempo con loro. Mi guarderanno da casa». Il 22 giugno eri nei giardini del Quirinale con la delegazione italiana degli atleti olimpici e paralimpici per l'appuntamento di rito. Com'è il Presidente Mattarella? «C’è stata la presentazione del team e la consegna delle bandiere (a Federica Pellegrini e Martina Caironi, Ndr). E hanno invitato anche me, anche se non c’erano tutti gli atleti. Il Presidente mi è sembrato una persona tranquilla e disponibile. Si è fermato per le foto, si è intrattenuto con noi senza fretta. Una bella esperienza, davvero, anche per darci forza». Sei una persona caparbia, e così tutti ti conoscono. Si dice: l’importante è partecipare. Ma a te basta questo? «Certo, l’importante è esserci. Però non si fanno tanti sacrifici solo per quello. Io, a Rio, cercherò di dare il massimo, senza risparmiarmi e puntando in alto: sono fatto così».
ALDO GIOVANNINI
Grande Caselli, grande!! Bravo Cosimelli per questa intervista! Quante cose belle che ci riconciliano con tante brutture e storture.