Sarà interessante oggi (martedì 8 febbraio) rilanciare un articolo di Quotidiano Nazionale, nella versione online, che pratica fact-checking in merito alle bufale sui vaccini (non solo quelli per il Covid). E alle tante voci che girano sulla rete. Tra queste c'è quella che riguarda l'uso di cellule provenienti da feti umani per preparare i vaccini (in questo caso quelli contro la rosolia, la varicella, la poleomelite e l'epatite A), poi la presenza del grafene nei vaccini contro il covid e poi il collegamento con l'autismo.
La prima teoria (quella sull'uso di feti umani abortiti) trae origine dal fatto che certi tipi di studi devono essere condotti su cellule di origine embrionale. E per questo sarebbe stato fatto il collegamento con gli aborti. In realtà, come si legge su Qn, è stato lo stesso vaticano (naturalmente da sempre contrario all'aborto) a chiarire con una nota del 2017 della Pontificia accademia per la vita che, anche se in passato certi vaccini possono essere stati ricavati da cellule provenienti da feti abortiti, oggi questo non è più necessario e che le linee cellulari attualmente utilizzate sono molto distanti. Concetto ribadito dalla Congregazione per la dottrina della Fede (sempre del Vaticano) nel 2020.
Per quanto riguarda la presenza del grafene, tutto prenderebbe il via da una news pubblicata da un sito spagnolo. Che, secondo Qn, pubblicò distorcendone il senso uno studio di un ricercatore dell'università di Granada sui nanomateriali. Da qui si è poi sviluppata la teoria secondo la quale il grafene sarebbe una sorta di 'antenna' per controllare le menti dei vaccinati. Tutto, naturalmente, smentito dallo stesso autore dello studio citato.
Insomma, una lettura interessante. Una base di partenza per approfondire il tema....
Eleonora
Accidenti da quali autorevoli fonti arrivano le smentite. : il Vaticano e lo stesso autore. Siamo in una botte di ferro ah ah ah ah