Nei giorni scorsi si è diffusa la storia di Martin Adler, l'ex soldato americano che nel 1944, mentre combatteva sulla Linea Gotica in Appennino, fu immortalato con tre bambini. Bambini che ora Adler (all'età di 96 anni) si era ripromesso di ritrovare attraverso varie associazioni. Ne è nato un tam tam rilanciato in Italia dal giornalista freelance Matteo Incerti insieme alla bella storia di quella foto.
Incerti raccontava che il soldato Martin si trovava in perlustrazione in un villaggio (non meglio precisato) degli Appennini. Quando, mitra in pugno, in una casa trovarono un grande cesto di legno che però emetteva strani rumori. All'erta, mitra in pugno, stavano per sparare quando una donna li fermò gridando 'Bambini, bambini'. E infatti nella cesta c'erano tre bambini. E a quel punto Martin, contento di non aver sparato, volle farsi una foto con questi bambini.
Alla fine quei bambini sono stati ritracciati: sono Bruno, Mafalda e Giuliana Naldi che all'epoca abitavano nella frazione di Monterenzio, sull'Appennino Bolognese e che ora risiedono da anni a Castel San Pietro Terme. Scrive Matteo Incerti, che descrive sia a storia della foto sia l'emozione dell'incontro a distanza tra Martin e i bambini (che ora hanno circa 80 anni):
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Come in una favola di Natale. Anzi della notte di Santa Lucia. Ieri sera un messaggio arriva sul mio account, ' Buongiorno signor Matteo c'e' un signore di 83 anni che ha bisogno di parlarle. E' quello della fotografia.." . Ci siamo, penso mentre le emozioni scorrono forti. Un nuovo piccolo miracolo della vita si sta compiendo. Una nuova incredibile storia e' pronta per essere raccontata. Penso alle tante storie scoperte e riunite in questi anni di ricerche e libri: le staffette Giovanna 'Liberta' Quadreri e Mercedes “Tundra” Zobbi e le figlie del soldato Mulvey che loro portarono in salvo, a Francesco Zambonini fatto nascere e salvato durante un rastrellamento nazista dall'ufficiale sanitario tedesco Gottfried Lubeck, a David ‘mad Piper’ Kirkpatrick lo scozzese che si paracaduto’ in kilt e Albertina Magliani la sposa che andò all'altare con il suo paracadute “nuziale” di seta bianca, ai bracciali di sterline di James Arthur Riccomini e Fedor Lukianenko. A Rocky Riojas, a Livio “Delinger” Piccinini, alla staffetta Mary e l'incredibile Don Torta che salvarono l'inglese James Arthur Riccomini e l'australiano Harold Peterson che si gettarono da un treno che li stava portando ne lager nazisti...Penso agli amori partigiani di “Fanfulla” e “Tundra”, a Jock Easton il commandos stuntman, allo spagnolo Geronimo ed ai guerrieri pellerossa che combatterono in Italia e tutte le altre incredibili storie perse nel tempo . Storie che in dieci anni ho riannodato e raccontato nei miei libri che mi hanno e hanno regalato emozioni. Faccio un grande respiro. Commosso chiamo il numero di telefono del signor Bruno Naldi, classe 1937. Emozionato mi dice di essersi riconosciuto nella foto e di ricordarsi di americani nella sua casa in una frazione di Monterenzio sull' Appennino bolognese. E' un susseguirsi di emozioni. Mi racconta delle sorelle Mafalda e Giuliana classe 1938 e 1941. Anche loro sono vive ! Mafalda si è riconosciuta subito in quella foto rimbalzata dal Tg1, in rete e suoi quotidiani dopo il mio post. Vivono tutti a Castel San Pietro dove si trasferirono nel 1953. Giuliana si ricorda di quel grande cesto dove per gioco si nascondevano. Si ricordano della cioccolata che i soldati del 339th Reggimento della 85esima Divisione USA gli donarono. Loro erano lì in un borgo di Monterenzio nell’autunno del 1944. Uno scatto di pace nell’inferno della Linea Gotica. Avvertiamo Martin e Rachelle, la tecnologia ci riunisce ...Martin esclama: Greaaaattttt! Poi, appena si connette con tutti noi da una parte all'altra dell'Oceano oltre il tempo e i confini : li saluta per nome e rispolverando le poche parole imparate 76 anni fa ...Ciao Bambini! Vuoi cioccolata? Proprio come allora. E' una favola. Una favola della vita nata nel buio della guerra. In questi momenti bui del nostro tempo ne abbiamo forse un po' tutti bisogno per trovare calore umano e amore. Commosso e felice con Martin e Rachelle e tutta la famiglia Naldi vorrei ringraziare le decine di migliaia di persone che da sabato si sono impegnate in questa bellissima caccia al tesoro