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La denuncia del comitato. Il trasporto delle terre del cantiere Tav è sospeso per sei mesi

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I no Tav rispodono a Parenti I no Tav rispodono a Parenti © n.c.
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Il Comitato No Tunnel TAV di Firenze legge con interesse le dichiarazioni dell’ingegner Giacomo Parenti, Direttore generale del Comune di Firenze, rilasciate al convegno organizzato dall’ANCE sulla mobilità nell’area fiorentina.

Si constata che finalmente si riconosce la funzione indispensabile delle ferrovie nel risolvere il problema della mobilità, soprattutto dei pendolari, poiché questo sistema di tranvie non è strumento sufficiente.

Purtroppo si lega ancora la soluzione dei problemi di mobilità alla realizzazione del Passante AV, cioè il sottoattraversamento TAV.
Aspettare che questa faraonica infrastruttura sia conclusa vuol dire risolvere i problemi alle calende greche, cioè mai. Le previsioni, che dopo oltre 20 anni di annunci si citano oggi, sono per il 2027, tra cinque anni.
Il vecchio cronoprogramma prevedeva in maniera molto ottimistica sette anni di lavori; come si possa parlare oggi, con una sola fresa invece che due, di finire in cinque anni è mistero insondabile nascosto nelle menti delle istituzioni toscane.

Da rilevare che il trasporto delle terre verso Cavriglia pare sarà sospeso forse per sei mesi per motivi non chiari; lo si rileva da un accordo sindacale tra OOSS e Mercitalia.

Il Comitato ritiene davvero deprimente che in una situazione difficile per la mobilità ancora si punti su un progetto vecchio, dimostratosi inaffidabile, dalla dubbia fattibilità; questo atteggiamento significa solo che non si vogliono risolvere i problemi, ma garantire che le risorse vadano ai costruttori e monetizzare ulteriormente la mobilità dei pendolari con lo “scudo verde” e i parcheggi scambiatori presso le tranvie invece che presso le stazioni ferroviarie extraurbane.

Ancora non ci si vuol rendere conto che le FSI sono molto preoccupate, anche se tacciono, dall’iniziare realmente lo scavo delle gallerie, sanno che ci sono troppe incognite per tali scavi in ambienti urbani; a gennaio si è avuto il crollo di una galleria della metro sotto un cimitero di Napoli.

Agli abitanti resta solo da chiedersi per quanti decenni continueranno a sentire ancora la favola dei “tunnel che libereranno i binari di superficie”, ben sapendo che i problemi si potrebbero risolvere in maniera molto più celere ed efficiente potenziando le linee di superficie.

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