
Pubblichiamo la lettera aperta all'Unione dei Comuni del Mugello e SDS inviata da un gruppo di donne mugellane:
Le violenze commesse su bambini, ragazzi e adulti disabili all'interno della comunità Il Forteto furono possibili perché una società attorno rimase inerte, se non collusa, innanzi a parziali verità o ad atti di grande evidenza (la condanna in via definitiva per maltrattamento e atti di libidine violenta del 1985, ad esempio), che furono ignorati. La comunità del Mugello, tanto quanto le vittime di tale sistema che fu ed è una setta, ha bisogno di chiarezza e di assunzione forte e coraggiosa di responsabilità per sancire la discontinuità con il passato. Ci sono stati i processi, ma anche tanti procedimenti abortiti alla nascita perché violenze, anche gravissime, sono andate in prescrizione. La verità, un percorso di riconoscimento di responsabilità personali, professionali e istituzionali, richiede che anche questi crimini non siano ignorati e che discontinuità ci sia anche rispetto a questi casi. Chiediamo che ci sia una narrazione pubblica di cosa è e rischia di essere ancora, il sistema Forteto. Attendiamo persone che dicano : "È vero, allora non mi resi conto, fui complice, ma oggi ho capito e mi assumo le mie responsabilità per un cambiamento reale e affinché ciò non accada mai più". Chiediamo all'Unione dei Comuni e alla società della Salute di farsi intermediari presso la Cooperativa per una risposta diretta sulla questione della separazione della Cooperativa dalla setta, senza se e senza ma. È l'ora della verità : la esigono le vittime di un sistema nefasto, la esigono gli operatori, la esigono quelli che si danno da fare per recuperare le persone ad una vita perlomeno dignitosa, la esigono i cittadini di questo territorio Fino a che non ci sarà verità e giustizia, finché ci si ostina a nascondere ciò che è successo non si potrà fare un passo avanti e qualcuno ne porterà le conseguenze. BASTA parole, BASTA risposte articolate ad hoc, BASTA ai comuni reticenti, BASTA alla solidarietà di facciata, BASTA ai sindaci che non prendono posizione netta, BASTA alla SDS che fino dall'inizio delle indagini ha alzato gli scudi dicendo con disprezzo che non eravamo in grado di capire. Assunzione di responsabilità significa anche creare relazioni e possibilità di ascolto per coloro che furono ignorati e non ascoltati. Per coloro che furono bambini collocati in un orrore e lì dimenticati violando così anche leggi che impongono ai servizi funzioni di controllo e vigilanza. E oggi, quante volte i sindaci del territorio o gli ordini professionali hanno incontrato le vittime o chi fa parte dell'associazione delle vittime de il Forteto? Quante volte hanno chiesto ragione di tante sofferenze? Non possiamo tornare indietro di anni quando i sindaci dovevamo cercarli in qualche corridoio per scambiare due parole o scappavano per non affrontare "il problema Forteto". Verità vuol dire guardare in faccia la realtà delle commistioni tra Setta e Cooperativa. Occorre ricordare cosa è stato il lavoro in Cooperativa (a questo punto nella lettera si fa un lungo elenco di irregolarità, parlando di frode, evasione, lavoro minorile, sfruttamento delle donne, maternità violata, sfruttamento pluriennale del lavoro per moltissimi totalmente non retribuito, ferie mai vissute, nessun titolo di studio, appiattita ogni intelligenza con sadismo ndr). È questo l'equilibrio che si vuole mantenere? Tutto ciò è vergognoso e incomprensibile. E cosa dire sui licenziamenti solo di alcuni responsabili e l'assunzione come soci di "falsi testimoni" ? E questa la chiamate discontinuità? Noi la chiamiamo nesso criminale difficile da sciogliere se non con un allontanamento totale di tutti i responsabili seguaci irriducibili che mai si sono pentiti, ne tantomeno hanno chiesto scusa o perdono. Tutti ma proprio tutti!! Non abbiamo bisogno di risposte scritte e tanto meno di promesse, ma di fatti concreti. Siamo certe che una “pulizia” favorirebbe la ripresa,che l ‘attuale gestione contaminata da simili reati inibisce coloro cui ha svegliato la coscienza. Firmato Donne informate di: Dicomano Vicchio Borgo San Lorenzo Scarperia e San Piero