
Non si fermano la polemica e il dibattito in merito alla spinosa questione della possibilità di uscire per curare gli orti. Raccogliamo quindi qui alcuni interventi che sono arrivati in redazione sia da parte di forse politiche che da semplici cittadini.
Iniziamo con la lista civica Officina Vicchio 19:
Sono passati già alcuni giorni da quando è uscito il decreto regionale sugli orti. Molti sono i comuni ( ma non tutti purtroppo, anche nel nostro Mugello) che hanno dato informazione sull'argomento e hanno chiarito i punti che potrebbero essere più ambigui, specie sul discorso delle seconde case, che è il punto che può destare più preoccupazione.
Ancora una volta ribadiamo l’importanza del buonsenso della popolazione, senza il quale tutto sarebbe tremendamente difficile.
Inoltre pensiamo a persone anziane che potrebbero essere sole e avere così anche uno scopo per affrontare la giornata. Consideriamo inoltre l’aspetto economico: per molti (chi non ha un reddito sufficiente o chi al momento è in difficoltà temporanea o ha perso o ridotto il lavoro a causa della situazione coronavirus) i prodotti dell’orto possono esser un valido aiuto per il sostentamento.
Capiamo che un'amministrazione senta il peso della responsabilità sulle spalle, ma non ci si può trincerare dietro la formula del "restate a casa" , minacciare sanzioni. La paura serve solo a generare odio e invidia. Noi ci aspettiamo da un'amministrazione una presa di posizione. Ci aspettiamo un atteggiamento diverso: più informazione e più attenzione ai problemi di ogni cittadino, cercando di capirne le necessità reali. Non banalizzare tutto alla semplice voglia di superare la noia o avere la scusa per fare una passeggiatina.
Patrizia Checchi. ha inviato una lettera aperta al sindaco Ignesti:
Oggetto: Alla c.a. sindaco Ignesti e p.c. alla vicesindaco sig.ra Ciani
Buongiorno sig. sindaco, mi rammarico della sua decisione di mantenere chiusi gli orti sociali e anche della sua reazione apparsa su diversi giornali locali dopo l'emanazione dell'ordinanza della Regione sulla ripresa delle attività agricole. Ritengo la sua decisione discriminatoria nei confronti di una categoria di cittadini che si è dimostrata responsabile e ligia alle regole per tutto questo periodo. Discriminatoria anche perché suddivide di fatto gli orticoltori amatoriali in due categorie: i proprietari di terreni privati di qualsiasi ordine e metratura potranno trovarsi a fianco a fianco in orti di pochi mq, spesso abusivi, mentre a chi paga un canone e fa servizio di volontariato per poter usufruire degli orti sociali viene impedito di prendersi cura del proprio terreno. Negli ambienti chiusi sono consentiti 40mq a persona, in alcuni uffici pubblici siamo anche di più.... gli orti sociali a San Piero sono di 100 mq l'uno e posti in un'area facilmente controllabile anche solo passando dalla strada. Poteva essere tranquillamente deciso un contingentamento degli accessi. Dov'è il rischio per la salute? Le parti comuni (baracca e bagni), tra l'altro ancora chiuse al momento dell'inizio delle restrizioni, potrebbero comunque essere lasciate chiuse. Insomma, si parla di salute degli anziani e ci si dimentica che per il contrasto alle patologie croniche e alla depressione, che non hanno smesso di mietere vittime anche dopo l'arrivo del Covid 19, è essenziale poter svolgere attività fisica all'aria aperta e coltivare le proprie passioni. Ha parlato delle code degli anziani ai negozi di agraria ma quelle persone sono le stesse che sono costrette a fare la fila al supermercato, cosa cambia? Ci sono negozi che possono arricchirsi e altri che devono continuare a fare la fame nonostante le decisioni della regione? A maggio consentiremo l'assalto ai negozi e ai servizi e torneremo a salire su autobus e treni per andare al lavoro ma gli orticoltori mugellani non potranno stare all'aperto in 100 mq a coltivare ortaggi e passione per la decisione, non supportata da un razionale scientifico, di un manipolo di sindaci. La nostra condizione di "quarantenati" ci impedisce di "scendere in piazza" a protestare... voglio pensare con serenità che i nostri amministratori, di questo impedimento, non ne approfittino.
Cordiali Saluti
Patrizia Checchi
Fabio Morozzi:
Orti-emergenza Covid 19.Innanzitutto andrebbe ricordato che ordinanze simili sono al momento già state emanate da altre tre regioni,ovvero Lazio,Liguria e Sardegna ed anche l'Umbria ci starebbe seriamente pensando;nessuno si permette di guidicare la volontà delle amministrazioni locali di preservare a tutti i costi e nel migliore modo possibile la salute pubblica,ma quando determinate affermazioni "passano di segno" è anche giusto notarlo e farlo presente,perchè lo stesso presidente del consiglio ha sempre avuto molta attenzione nel ricordare che al momento il diritto alla salute prevale su altri diritti,ma questo non significa che questi altri diritti ed esigenze scompaiono,ma siano contemperati minoritariamente solo in stretta necessità ed urgenza della questione sanitaria e che tornino centrali non appena sia anche solo minimamente possibile.Ieri abbiamo avuto il dispiacere di leggere da amministratori della nostra terra parole piuttosto scombinate e spesso eccessive nella reazione;qualcuno per esempio ha detto "non riesco proprio a capirne l'intento" e già questo farebbe sorridere detto da un amministratore di un comune facente parte di una comunità montana a forte tradizione rurale,se non fosse che lo stesso assessore regionale all'agricoltura aveva ben esplicitato le motivazioni,legate al mantenimento paessaggistico e all'assetto idrogeologico cui i campi,anche curati amatorialmente,contribuiscono molto positivamente. Un altro ha detto che non è essenziale coltivare zucchine e patate,permettondosi quindi di banalizzare così l'attività di tante persone sul territorio e,non bastando questo, ha aggiunto che per le coltivazioni bastano le aziende agricole,come se la tutela ambientale e paessaggistica fornita dall'agricoltura passasse per una partita Iva! Infine ho letto che ci sono perplessità sulla possibilità di controlli da parte delle forze dell'ordine....ma le visure catastali non sono un documento valido? Le parentele familiari non sono facilmente deducibili dalle anagrafi? Tutti capiamo le preoccupazioni per la salute pubblica e che si possa essere contrari ad un provvedimento che non si condivide. Molto meno si capisce l'accanimento "cieco" contro persone che coltivano i campi in,mi permetto di ripeterlo, comuni facenti parte di una ex comunità montana. Si parla molto di fase 2 e quindi mi chiedo quali idee abbiano in tal senso questi amministratori,dato che per esempio sul tema agricoltura da quanto affermano nella fase 1 sembra che gl'interessi solo chi ha la partita Iva....pensano forse che un Mugello senza agricoltura amatoriale,senza chi porta avanti un minimo di tutela di territori spesso molto disagiati sarebbe migliore? Speriamo sinceramente che i prossimi mesi,parzialmente fuori dall'emergenza, portino calma e più miti consigli a tutti.
Grazie
Cordiali Saluti
Fabio Morozzi
Stefano Tognazzo
Un esempio di regolamentazione degli accessi agli orti sociali in questo periodo di emergenza covid19 lo troviamo nel lavoro fatto dal comune di Calenzano in una ordinanza che prevede l accesso regolamentato dal 20 aprile