Con voce piena di emozione Francesca Bulli (di Borgo San Lorenzo, figlia di Guido) ci racconta dell'onorificenza che è stata attribuita a suo padre, ormai deceduto. Guido Bulli, classe 1920, fu arruolato il 18 novembre del 1939 nel 19° reggimento artiglieria per la campagna di guerra del 1941 in Albania. A seguito dell'8 Settembre fu subito catturato e deportato in un lager nazista nei pressi di Dussendorlf in Germania. Della sua prigionia la famiglia conosce ben poco, se non la sofferenza che traspare dalle lettere inviate alla moglie Annita. Lettere che poi sono state ritrovate dalla figlia. Giudo, nato e vissuto a Pontassieve, rientrò a casa solo il 15 novembre del 1945. E, da allora, ha ripreso la sua vita di campagna a Monteloro, crescendo una famiglia insieme a sua moglie. Da quel momento la dura esperienza dei campi di lavoro, la fame e le sofferenze subite, verrano rimosse dalla sua memoria e dai racconti alle figlie: Come se avesse una sorta di pudore per quanto successo. Sabato 2 Giugno alle ore 10,30 nell'Aula Magna del Rettorato dell'Università degli Studi di Firenze in Piazza San Marco 4, ci svolgerà la cerimonia di premiazione, durante la quale il Prof. Paolo Grossi (Presidente Emerito della Corte Costituzionale) terrà anche una "lectio magistralis" dal Titolo "Una Costituzione da Vivere", degna cornice per rendere merito a un uomo semplice esempio di vita. Nelle foto: Guido Bulli da giovane e in una foto più recente e la lettera che annuncia ll'onoreficienza