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La cucina della Quaresima: zuppa di farina 'abbrustolita'

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Zuppa di farina Abbrustolita

Tebaldo Lorini; una penna che da anni indaga gli aspetti del Mugello attraverso la cucina; e non solo. Nato nel 1943 a Borgo San Lorenzo è prima di tutto un amante del Mugello e della sua terra; che in questi anni ha generosamente raccontato in libri e pubblicazioni.

E, grazie ai suoi scritti, oggi nasce una nuova rubrica di OK!Mugello: ‘Dai libri di Tebaldo. Ricette (e non solo) dal Mugello’. La nuova puntata, questa settimana, è dedicata alla Cucina della Quaresima.

La cucina della Quaresima. La zuppa di farina Abbrustolita

La Quaresima, periodo liturgico in cui si praticava il digliuno, era spesso più che una prescrizione della Chiesa , uno stato di necessità fatto virtù. L'inverno aveva consumato tutte le scorte, il maiale era finito da tempo, di polli e capponi si era perso il ricordo dalle feste natalizie, con le pazzie del carnevale si era dato fondo all'ultimo sacco di farina dolce, nell'orto bruciato da gelate terribili restava solo qualche palmetta di cavolo nero , così il digiuno, predicato per espiare le colpe degli uomini, diventava la strada obbligata per il Paradiso.

Erao di questo periodo i piatti più poveri dell'anno, piatti di pura sopravvivenza, ma che la sapienza di generazioni di donne aveva eleborato, rendendoli estremamente gustosi. 

Da questo tipo di vita, ormai così lontana dalle nostre abitudini, è possibile attingere ancora un poco di quella saggezza che ha guidato le generazioni dei secoli passati. Riutilizzare qualche ricetta per un pasto più genuino, non potrà che essere utile alla salute. Ma bisogna che il tempo di Quaresima diventi non più suinonimo di stenti e privazioni, ma una scelta cosciente di rifiuto dello spreco.

La ricetta

100 gr. di farina
100gr. di burro
300 gr. di paste corta grossa
1 cipolla

In una padella si fonde il burro e quando sfrigola ci si mette la cipolla finemente tagliata e si fa soffriggere. Si versa poi la farina e mescolando continuamente si fa abbrustolire, finché diventa di un bel colore bruno chiaro. Si aggiunge poi un mestolo di acqua fredda e si continua a mescolare, poi ancora un mestolo di acqua calda e così di seguito mescolando sempre fino a quando la farina sarà ben diluita. Nel frattempo si porta a bollore una pentola d'acqua salata; e quando bolle ci si versa la farina precedentemente preparata. Quando torna di nuovo a bollire vi si versa la pasta e si porta a cottura. A piacimento, la pasta può essere sostiuita da pezzetti di pane arrostito o fritto, oppure da piccole fette di polenta arrostita.

Da Tebaldo Lorini. Il Cuoco e la Fame

 

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