Una settimana dopo non si placano gli echi della cosiddetta “Rivoluzione di Giugno” che in meno di 24 ore ha portato il sindaco Dario Nardella a operare un vistoso rimpasto di giunta nell’ottica, secondo quanto detto dallo stesso primo cittadino fiorentino, “di valorizzare le diverse sensibilità del Pd”.
Che tradotto, né più né meno, significa (come affermato dal Sindaco anche nel suo comitato stampa) rispondere alle sollecitazioni romane e del segretario di partito Enrico Letta per accontentare una volta di più tutte le correnti Dem che continuano a soffiare sempre più implacabili e impetuose e che potrebbero garantire a Nardella la spallata decisiva per il salto a Roma dopo aver visto sfumare la prospettiva del terzo mandato.
Ricapirtolando:fuori Alessandro Martini, ex direttore della Caritas spedito ad altro incarico nella Città Metropolitana, che non l’ha proprio presa bene riportando nella mail mensile da assessore alcune parole di Daisaku Ikeda: “Finchè avrò vita combatterò, continuerà ad agire secondo la mia missione”.
E si vocifera che non l’ha presa benissimo nemmeno la super Assessora Cecilia Del Re depotenziata con la perdita delle deleghe pesanti turismo e ambiente, finite rispettivamente nelle mani della vicesindaca Alessia Bettini e della new entry Andrea Giorgio, giovanottino rampante della sinistra Dem vicino alle posizioni di Orlando e del sindaco di Campi Emiliano Fossi che proprio con Nardella ha antiche ruggini.
Del Re ha affidato le sue riflessioni a un lungo post su Facebook nel quale rivendica tutto il lavoro svolto sottolineando anche il grande numero delle deleghe affidategli nei due settori ma lanciando anche una sorta di possibile programma politico per i prossimi anni. “Continuerò a mettercela tutta e a portare avanti temi e battaglie insieme al Pd, alla giunta e a voi tutti. Perché è l’astensionismo quello che oggi dobbiamo combattere e lo possiamo fare solo con il lavoro quotidiano sul territorio”.
La vicesindaca Alessia Bettini in considerazione anche della sua figura autorievole avrà anche la cultura (dopo l’addio di Tommaso Sacchi per tornare a Milano per rivestire il medesimo incarico nella giunta di Beppe Sala era lo stesso Nardella ad avere l’interim).
Maria Federica Giuliani, area Franceschini fino a questo momento Vice presidente del Consiglio comunale, infine entra in giunta e ottiene tutte le deleghe di Martini.
Secondo il primo cittadino, “Firenze può essere un buon laboratorio politico per un Pd unito e compatto” in vista poi di quelli che saranno i prossimi importanti impegni elettorali. Ma qualche dubbio, soprattutto per le motivazioni addotte per giustificare tutta l’operazione, resta comunque legittimo anche perchè cosa è la politica nazionale altro è l'amministrazione di una città che ha sempre aperti, nonostante tutte le buone intenzioni, i grandi temi che fanno campagna elettorale da almeno tre Giunte: stadio, stazione Forrest e alta velocità nel nodo fiorentino e aeroporto.
Paluso arriva, e non potrebbe essere altrimenti dal capogruppo in palazzo Vecchio del Pd Nicola Armentano “La Giunta si rinforza con l’ingresso di Maria Federica Giuliani ed Andrea Giorgio e con la ridistribuzione delle deleghe. Ci troveremo di fronte a sfide importanti con i fondi del PNRR da gestire ed i tanti progetti da portare in fondo prima della fine della legislatura. Giunta e Consiglio si ritroveranno, nei prossimi due anni, a dover prendere decisioni importanti per il futuro della città e di tutto il territorio”.
Sulle barricate ovviamente le opposizioni scatenate con Alessandro Draghi (FdI) che sottolinea la novità di sentire “un Sindaco dichiarare apertamente e senza fronzoli di aver rimpastato per “valorizzare le diverse sensibilità politiche del PD in sintonia con la strategia del suo segretario nazionale “anteponendo le logiche di partito a quelle amministrative”.
Furibondi Antonella Bundu e Dmitrij Palagi (SPC) che sottolineano: “Perché venire in aula a raccontare quanto già riferito alla stampa con qualche giorno di anticipo? Si cambia anche la vicepresidenza del Consiglio comunale, senza aver preso minimamente in considerazione il luogo della conferenza capigruppo. La cultura subisce il terzo stravolgimento in tre anni. L’ambiente cambia di mano, mentre siamo nel pieno di una fortissima crisi climatica. Le tante partite aperte dall’assessore al patrimonio non abitativo vedranno garantita la continuità di gestioni difficili? Insomma, ci sono tanti nodi che sarebbe stato bello poter discutere. Firenze – aggiungono i consiglieri Palagi e Bundu – non è prerogativa del Partito Democratico e di Enrico Letta Un ultimo rilievo legato a quanto prevede la legge: la Giunta collabora con il Sindaco, non ubbidisce sotto un monarca assoluto. Inoltre – concludono Palagi e Bundu – collabora con il Consiglio. Quindi questo rapporto diretto tra il Sindaco e il suo "potere" non sta nel nostro ordinamento. C'è una centralità del Consiglio, che merita di apprendere ragioni più profonde dei nuovi assetti di governo, in relazione a ciò che si è fatto in questi tre anni e a ciò che si intende fare per i prossimi due anni. E che non merita di prendere atto delle novità dalla semplice Rete Civica, per poi ospitare il Sindaco a giorni di distanza”
Dario Nardella
Il Sindaco, figura sempre più di spicco a carattere nazionale rafforza la sua posizione deltro e fuori Firenze. Un peso politico frutto di un lavoro lungo un decennio e figlio di gavetta politica fatta prima da consigliere, poi d vicesindaco e da sindaco. Oggi Nardella ad un anno dalle politiche e a due dalle prossime amministratiive vedendo sfumare l'ipotesi del terzo mandato guarda al futuro suo e della città. Indubbio che la sua crescita in seno al partito e nell'opinione politica nazionale servirà anche alla città e lui si riserva con il cambio e spostamento di pedine anche la mossa di poter indicare l'erede in pectore.
In crescita
Alessia Bettini
Sulle spalle (solide) della vicesindaca, anch'essa seppur giovane navigata da un'esperienza più che decennale da amministratore prirma a San Casciano e poi a Firenze arrivano in un colpo solo le due deleghe più importanti per una città come Firene: turismo e cultura che vanno ad aggiungersi a partecipazione, cittadinanza attiva, manutenzione e decoro.
La sua è una promozione frutto del buon lavoro fatto nel primo mandato all'ambiente nel momento del manifestarsi dei cambiamenti climatici e poi nel ruolo di vicesindaca. Forte dei rapporti costruiti con associazioni e cittadinanza attiva fin dai tempi della delega anche in Protezione Civile è una fedelissima di Nardella dalle capacità manageriali importanti che tanti cittadini vedono come futura sindaca ideale. Ma sappiamo che non scelgono i cittadini...
In crescita
Cecilia Del Re
Perde in un solo colpo due deleghe importanti come ambiente e turismo ma rimane sempre una super Assessora con urbanistica, coordinamento progetti Recovery Plan, piano di gestione Unesco, innovazione tecnologica, sistemi informativi e smart city.
Sussurri di palazzo dicono che abbia implorato Nardella di lascirli almeno una fra turismo e ambiente ma non c'è stato niente da fare. L'impressione è che si sia voluto limitare fortemente il suo peso e la sua visibilità in vista dell'allungo che porterà all'elezione del nuovo Sindaco che vede in lei, campionessa di preferenze nella Nardella ! e Nardella 2 come del candidato in pectore. La concorrenza è agguerrita e senza primarie le scelte della politica guardano altrove. Che il suo depotenziamento sia un'altra azione che prepara a Nardella la carriera romana?
In discesa (non per demeriti)
Benedetta Albanese
Nel toto ridimensionamento deleghe (che spettavamo a dire il vero per settembre ma che è stato probabilmente anticipato per la caduta della sisnistra nei capoluoghi toscani che sono andati a elezioni amministrative) il suo era uno dei nomi più quotati. Entrata in Giunta in corsa dopo il passaggio di Cristina Giachi e Andrea Vannucci in Regione non ha mai convinto fino in fondo.
Casa, lavoro, formazione professionale, diritti e pari opportunità, sicurezza urbana sono deleghe che affrontano tematiche delicate e importanti e la vaghezza con cui ha affrontato le crisi (emergenza casa, movida e sicurezza) insieme a una scarsa empatia con gli interlocutori non l'hanno certo aiutata. Brilla per l'oratoria degna delle aule di tribunale ma spesso trattasi solo di una miniestra senza sale.
In discesa
Sara Funaro
La nipotina di Piero Bargellini e assessora all'educazione, welfare e immigrazione ha ripreso a se welfare e immigrazione dopo l'addio di Andrea Vannucci a Palazzo Vecchio.
La sua è una di quelle figurae che ci sono ma non brillano mai. Lavoro sodo, mai sotto i riflettori e mai critiche feroci contro. Se fosse un'atleta potremmo dire che è una fondista preparata per emergere sulle lunghe distanze. Nel suo obiettivo, inutile nasconderlo, il 2024 quando con il buon lavoro fatto presenterà il conto per diventare lei la candidata alla successione di Nardella.
Stabile
Stefano Giorgetti
L'imprenditore prestato alla politica prosegue indefesso la sua missione alla faccia delle critiche e degli insulti. Fra strade rifatte, buche, ciclabili, etc.. è sicuramente l'assessore più in vista sui social, quasi mai in senso positivo, ma lui sornione col suo sorriso rassicurante continua a testa bassa a lavorare e portare a casa gli obiettivi di andato.
Stabile
Federico Gianassi
Il giovane predestinato ed ex giovanissimo presidente del Quartiere 5 pare abbia messo da parte le sue ambizioni di scalata a Palazzo Vecchio intuendo che è il momento di lasciare spazio a una donna. Con le sue deleghe a bilancio, partecipate, commercio, attività produttive, fiere e congressi, rapporti con il Consiglio comunale e rapporti con la Regione Toscana non brilla nei media e nell'interesse dei cittadini, ma lavora come da programma pronto a presentare nel 2024 il conto. Se non sarà per il Sindaco sicuramente in corsa per qualche altra poltrona preziosa.
In crescita
Cosimo Guccione
Il ragazzo si farà. Lavora, studia, cresce. La gavetta è appena iniziata il futuro sarà suo se continua così per adesso Sport, politiche giovanili, città della notte, beni comuni sono deleghe propedeutiche a una crescita che se sarà costante lo porterà in altri lidi. Del resto anche il governatore Eugenio Giani ha iniziato da assessore allo sport in Palazzo Vecchio e lì ha fatto la sua fortuna.
Stabile
Elisabetta Titta Meucci
Amministratore e soprattutto politica di lungo corso è tornata in Palazzo Vecchio in virtù del patto mai detto con Matteo Renzi per aver favorito con i suoi voti la vittoria di Eugenio Giani a Governatore. Già Assessore nella giunta (guarda caso) Renzi e poi traslata in regione nel Enrico Rossi 2 ritorna a Palazzo Vecchio, primo caso nella storia rappresenntando un partito che a Palazzo Vecchio non c'è. Se le deleghe a Università e ricerca, avvocatura, anagrafe e lavori pubblici sono nelle sue corde certo non lo era quella alla protezione civile dove si sta applicando facendo il compitino forte del mestiere rimanendo però lontano dalle due assessore nardelliane che l'hanno preceduta.
Stabile
Uscente
Alessandro Martini
Paga per tutti in nome della politica romana che lo vede come un corpo estraneo post democristiano e spinge per mettere suoi uomini in Giunta. La limpidezza dell'uomo, l'ottimo lavoro fatto non gli sono bastati.
Paga l'essere stato eletto in una lista civica (seppur portasse il nome del Sindaco stesso) e il pensionamento del Cardinal Betori. Forse sarebbe stato meno carpiato il tuffo nel niente con cui il Sindaco per bocciarlo finge una promozione in un ruolo inventato all'uopo.
In crescita
Entranti
Andrea Giorgio
L'uomo nuovo, la sopresa calata da Roma per soddisfare la corrente orlandiana del Pd arriva, per l'appunto, dalla segreteria di partito e si prende la delega all'ambiente e alla transizione ecologica.
Il sindaco sottolinea perchè è giovane e i giovani sono più sensibili a queste tematiche, ma forse non ha letto la sua carta d'identità. Vero che sembra molto più giovane dei suoi 37 anni che sono solo 3 meneo di quelli di Cecilia De Re che evidentemente per Nardella giovane non lo è più.
Ingiudicabile
Maria Federica Giuliani
Lunga gavetta iniziata nel suo Quartiere 2 dopo un ventennio nel palazzo sedendo sui banchi del consiglio ed eterna assessore in pectore finalmente realizza il suo sogno e sale su quello che è (forse) l'ultimo treno.
Spinta dal suo riferimento romano Franceschini si prende le deleghe che furono di Martini ovvero organizzazione e personale, patrimonio non abitativo, efficienza amministrativa, rapporti con le confessioni religiose, cultura della memoria e della legalità, toponomastica non per suoi meriti specifici ma per mera mossa politica. Peccato perchè siamo certi che la sua esperienza saprà farsi valere e non aveva certo bisogno della raccomandazione romana.
Ingiudicabile