“Ho sempre avuto la passione per i fumetti, fin da ragazzo mi piaceva disegnare, e anche se “la vita” mi ha fatto accantonare questa passione, poi è riuscita a tornare fuori e grazie al sostegno degli amici ho ricominciato a disegnare”.
Così Massimo Gamberini fumettista Mugellano (residente a Scarperia) riassume la sua carriera. Riduce e minimizza la sua storia e i suoi lavori, ma da una veloce ricerca su internet escono fuori pubblicazioni e riferimenti sui siti di settore.
Nel 1996 ha la sua prima pubblicazione con Lazarus Ledd “Una sporca faccenda”, ma solo dal 2007 la sua passione si fa professionale (anche se non riconosce questa definizione) e, dopo alcuni anni di inattività, decide di riprendere i pennarellini in mano e inizia a collaborare con alcune case editrici e riviste. Si occupa principalmente delle copertine per la rivista trimestrale Il Fumetto di Asso Fumetti, l’Associazione dei fumettisti italiani.
Pur tornando all’opera, Massimo ha preferito però non rendere il disegno e il fumetto il suo unico lavoro, anche per non cadere vittima del tempo e della retribuzione; e rischiare un giorno di non dedicare a tutti i disegni l’attenzione e la cura necessari. Ha curato la copertina dei “Sentieri del west” trenta interviste a fumettisti italiani pubblicate dalla casa editrice Allagalla, specializzata in fumetti e saggi sul genere.
La copertina ritraeva 10 personaggi dei fumetti degli anni ’30 e che hanno permesso al disegnatore di approfondire e studiare quel momento storico. “È stato molto stimolante documentarmi per trarre ispirazione, mi sono divertito perché ho potuto coniugare ispirazione e attività”. Oltre all’amore per l’arte del fumetto in generale, la vera passione di Massino è il fumetto degli anni ’30 che definisce “il fumetto nella sua piena maturità artistica”. Personaggi, per capirci, come Tarzan o Flash Gordon. “Per i miei fumetti collaboro con Luca Giorgio, un bravissimo colorista, ossia colui che si occupa non solo di colorare i miei disegni ma ricostruire i colori d’epoca, principalmente d’inizio secolo. Cerco di andare contro corrente, prediligo le figure classiche del fumetto, cioè, molto realiste; e per questo lavoro con le fotografie”.
Lavora esclusivamente a mano, ha una batteria da più di 100 pennarelli e ne usa in media 10 per disegno.
Disegna su formati molto grandi A3 per poter lavorare con maggiore facilità sui dettagli che vengono inseriti con certosina precisione all’interno del disegno. Lavorare su grandi formati, ammette Massimo, gli porta via molto più tempo ma è “l’unico modo per dedicare la giusta cura alle rifiniture. A quei segni impercettibile, ma essenziali all’opera nel complesso”. Il bozzetto poi passa al fido colorista che lo colora e lo riduce alle misure adatte per l’impaginazione.”
Nel 2013 Anafi, Associazione Nazionale Amici del Fumetto e dell’Illustrazione, decise di pubblicare una collana dedicata ai fumettisti attivi negli anni ’30. L’idea era omaggiare attraverso una raccolta il comics americano dell’epoca, e farlo ricercando anche autori minori e poco conosciuti. Il progetto editoriale puntava a rievocare nell’interezza la forma del fumetto di quell’epoca, così le pagine furono impostate in formato orizzontale, il “Daily Strip” e vennero raccolte diverse storie. E tra queste storie vi era anche The Maind, datata 1934, di uno sconosciuto disegnatore dal nome di Al Maxwel.
La storia riscosse successo e fu apprezzata dalla critica, e Massimo e Alberto Becattini, lo sceneggiatore di La Mente, che è tra i maggiori fumettologi italiani e studioso della Disney nonché caro amico di Massimo, decisero di confessare: La Mente era un falso, si erano inventati il personaggio del fumetto e il personaggio dello scrittore con biografica inclusa. Al Maxwel il protagonista era nato dall’unione dei nomi di Alberto e Massimo e il suo autore Sindy Kate non era mai esistito. “Ci siamo inventati un biografia falsa con un ritratto falso dell’autore fatto da me e solo dopo la pubblicazione abbiamo confessato di aver fatto un falso storico, che per questo motivo è stato apprezzato ancora di più dai lettori e dalla critica” racconta Massimo.
Nel 2012 aveva realizzato la cover per il volume che sempre l'ANAFI aveva dedicato a uno dei personaggi più belli del fumetto Captain Easy e adesso ha all’attivo una rielaborazione di The Maind che esce una tavola per ogni numero della rivista di fumetti. Tra le altre opere di Massimo si ricorda Desdy Metus l’insonne, un noir anni ’90 uscito per la prima volta ad inizio anni 2000 e ripubblicato in un albo composto da 7 storie brevi in occasione dell'Insonne day 7, tenuto a San Marino durante Uchronia Comics Convention. Pochi anni dopo uscirono alcune sue copertine per Mercury Editrice realizzate ad acquarelli.
Per il Magnus Day 2013 gli fu commissionato di rappresentare Tex a Castel del Rio (dopo Firenzuola ma già provincia di Bologna). E scrutando il quadro un occhio attento si potranno infatti cogliere alcune somiglianze (nei profili) tra le montagne alle spalle di Tex e quelle di Scarperia.
Stefano Gatteschi
ma Massimo Gamberi, non Gamberini