Spiegano da Rifondazione Comunista, zona Mugello: I risultati delle votazioni che arrivano dai Consigli mugellani lo confermano: anche nel nostro territorio il PD, generalmente con la complicità silente della Destra e con l’opposizione delle liste di Sinistra a cui Rifondazione partecipa, vuole mettere in mano alla finanza tutti i servizi pubblici locali, proprio nel momento in cui risulta più evidente - bollette energetiche docet – che questo porterà un’esplosione dei costi per famiglie e imprese.
Siamo di fronte non solo ad una privatizzazione de facto - altro che ripubblicizzazione - ma al passo ulteriore, cioè alla finanziarizzazione dei servizi pubblici. La quotazione in borsa della società che nascerà è infatti indicata a chiare lettere nelle delibere che si sono votate in questi giorni. Tra gli atti si legge anche di una crescita esponenziale dei profitti, senza indicazione del loro uso sociale, mentre non si capisce come si liquideranno i privati che ancora ci sono in alcune delle controllate. Certo non lo si farà con la quotazione in borsa, fatta con un metodo – cd concambio di cassa – che esalta la ricerca del profitto e non altro, e su piani economico finanziari prodotti dagli stessi che propongono l’operazione, senza una valutazione terza. Attenzione però, i sindaci e i consigli comunali si esporranno anche al rischio di rifondere eventuali passività di cui non sapranno nemmeno l’esistenza, ma di cui, come controllori (in quanto sindaci) e controllati (in quanto formalmente proprietari delle aziende), saranno ritenuti responsabili.
I favorevoli, PD in testa, parlano di economie di scala, ma il risultato sarà che i territori “marginali” perderanno ulteriormente rilevanza, trovandosi ad essere azionisti con quote minuscole, spesso sotto lo 0.5%, di una mega società dove la valutazione stessa delle partecipazioni societarie ha avvantaggiato Firenze come principale azionista.
Come nella maggior parte dei comuni interessati, anche in Mugello il passaggio consiliare non è stato accompagnato da nessuna consultazione pubblica e si è fatto con migliaia di pagine da votare di corsa, senza un vero dibattito neanche nei Consigli Comunali.
Per questo ci uniamo all’opposizione che stanno portando avanti associazioni, movimenti, altre forze politiche e lavoreremo per iniziative di piazza diffuse, ma non ci vogliamo fermare qui. Stiamo valutando – come già in alcune realtà stanno facendo associazioni e movimenti – la richiesta di referendum consultivi perché i cittadini si possano esprimere! Per questo proponiamo a chi ci sta di creare un osservatorio permanente popolare su questi servizi essenziali. Questa deriva va fermata, come Rifondazione Comunista proponiamo la gestione dei servizi tramite aziende (adeguatamente dimensionate) di diritto pubblico, come l’azienda speciale, altro che finanziarie ed SpA il cui modello, fallito, adesso si vuole moltiplicare in peggio con l’operazione multiutility.