Petrona e le biomasse. Lettera aperta, molto preoccupata © n.c.
Pubblichiamo quanto ricevuto da una lettrice, Elisa Ticci, di Scarperia e San Piero, che afferma di aver svolto ricerche sull'argomento e si dice molto preoccupata. Ecco perché e cosa afferma:
Mi hanno detto brucerà solo massa legnosa proveniente da filiera corta, produrrà 40.000- 60.000 tonnellate di pellet. Si sta pensando ad un marchio per il pellet del Mugello. Mi hanno detto che l’energia prodotta sarà messa a disposizione delle aziende e delle abitazioni vicine, che l’emissioni nell’aria previste sono al di sotto dei limiti previsti dalla legge e che creerà una settantina di posti di lavoro compreso l’indotto. Mi viene da pensare “finalmente un’iniziativa per la promozione del nostro territorio e delle nostre aziende, per la valorizzazione delle nostre risorse naturali in modo sostenibile e per lo sviluppo dell’energia da fonte rinnovabile!”.. Guardo i miei figli, 4 anni e 4 mesi, … perché allora non sono tranquilla? Mi hanno detto che in molti altri posti sono sorti comitati locali contro le centrali a biomasse, forse non saranno tutte persone che hanno tempo da buttare via in inutili polemiche… No, non mi sento tranquilla. Decido di documentarmi meglio, il congedo di maternità sta per finire, ma posso dedicare qualche giorno per capire meglio, in fondo lo devo non solo a me ma anche ai miei figli. Leggo che tutte le centrali termoelettriche, anche quelle a biomasse, sono classificate come “industrie insalubri” che “devono essere isolate nelle campagne e tenute lontane dalle abitazioni” (nell' All. D.M. 05/09/94, elenco di cui all'art. 216 del Testo unico delle leggi sanitarie n.1265/34). Sì, comincio decisamente a preoccuparmi. Faccio un po’ di ricerche su internet e perdo una giornata a leggere la relazione delle due sedute della Conferenza dei Servizi (CdS) che ha rilasciato l’autorizzazione alla Renovo Scarperia per la costruzione della centrale a biomasse a Petrona.Scopro quello che NON ci hanno detto. Scopro che bruciare legno è nocivo per la salute umana e non solo quando si brucia nelle stufe domestiche, ma anche attraverso centrali a biomasse.Scopro che le emissioni di polvere ultrafini sono fra le più pericolose perchè cancerogene e possono volare a km di distanza. Scopro che secondo i dati dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, a parità di energia prodotta, in Europa le centrali elettriche a biomasse legnose emettono 13 volte più particolato PM2,5 di quelle alimentati a gas naturale (Valerio, F., “Impatti ambientali e sanitari prodotti dalla combustione di biomasse legnose per la produzione di calore ed elettricità”, EpidemiolPrev 2012; 36 (1): 16-26). Trovo che diverse associazioni mediche americane si stanno opponendo a questi impianti pubblicamente riconoscendo i rischi per la salute pubblica prodotti dalle centrali a biomasse (clicca qui). Anche la Commissione Europea ha riconosciuto che gli impianti di combustione medi (non solo quelli grandi!) “costituiscono un’importante fonte di emissioni di anidride solforosa, ossidi di azoto e particolato” (Direttiva COM/2013/0919 final - 2013/0442 (COD)). Mi imbatto in un recente studio che ha esaminato 88 centrali a biomasse (Booth, 2014, Trees, Trash, and Toxics: How Biomass Energy HasBecome the New Coal, Partnership for Policy Integrity) trovando che anche la più “pulita” emette, a parità di energia prodotta, più polveri sottili, composti organici volatili, ossidi di azoto e monossido di carbonio per megawattora di un impianto a carbone! Alla faccia del “bio”! Scopro che anche sulla Conferenza dei Servizi c’è scritto che la centrale produrrà ossido di azoto, particolato, biossido di zolfo e ammoniaca. Trovo molti studi che dimostrano che si tratta di sostanze pericolose per la salute umana. Continuo la lettura della Conferenza dei Servizi. La relazione dell’ARPAT non mi sembra rassicurante. Riguardo alle simulazioni svolte dalla Renovo per calcolare l’impatto sulla qualità dell’aria, l’ARPAT nota che ci sono “calcoli contraddittori”, non vengono considerati tutti gli inquinanti, non viene considerata l’orografia del territorio (siamo in una piccola pianura circondata da rilievi e non in pianura Padana!), ci sono “inesattezze sia formali che sostanziali”. Nonostante le richieste dell’ARPAT, la Renovo non ha mai fornito i dati, i files di input e output per le simulazioni. Ci vogliamo fidare? Forse non conviene….Un recente studio di docenti e ricercatori dell’Università de L’Aquila (Curci et al. “Modelling air quality impact of a biomassenergypowerplant in a mountain valley in Central Italy”, Atmospheric Environment, 62, 2012, pp. 248-255) ha stimato livelli di emissioni di diossido di azoto e particolato di una centrale a biomasse del posto due volte superiori a quelli previsti dalla azienda stessa con possibilità di superamento dei limiti di legge. Allora mi chiedo: cosa ha fatto l’ARPAT nel caso della Renovo? Vista la “scarsezza delle informazioni” e “l’inadeguatezza” di alcuni dati forniti dalla ditta, ha ritenuto necessario procedere con “un calcolo autonomo dell’impatto delle emissioni”. Mi viene da pensare “benissimo, una valutazione indipendente!” Continuo la lettura con un po’ di speranza. Ma no, ora non sono solo preoccupata, sono anche arrabbiata! Leggo “Si è scelto di limitare il calcolo alle concentrazioni massime orarie di NO2, come parametro potenzialmente più critico”. E tutti gli altri inquinanti? Non contano più niente? Non capisco! Vado avanti…Per capire se le emissioni faranno sì che la concentrazione nell’aria di NO2 sia superiore ai limiti massimi consentiti, è necessario avere i dati sulla qualità attuale dell’aria. Giustissimo, peccato che non siano disponibili perché nel Mugello non esistono centraline di rilevazione fisse! Allora l’ARPAT ha dovuto usare, come dato di riferimento, una zona con qualità dell’aria simile a quella del sito della centrale. Non mi convince, perché non fare una misurazione con centraline mobili? Forse costa troppo. Andiamo avanti, ma i miei dubbi aumentano: il Mugello rientra nella “zona collinare montana”. In questa zona ci sono tre postazioni che registrano NO2: Loc. Casa Stabbi (rurale fondo), Montecerboli (periferica fondo) e Poggibonsi (urbana fondo). L’ARPAT utilizza come riferimento i valori registrati in Loc. Casa Stabbi (AR) nei boschi fra Chitignano (951 abitanti) e Chiusi della Verna (2500 abitanti)!!! Sarebbe bello credere che la zona industriale di Petrona abbia un’aria così pulita, ma a me non convince! Non capisco niente di chimica, ma con questi conti sembra tutto ok: la quantità stimata di NO2 emessa dalla centrale (33 μg/m3) più la media annuale di NO2 di Casa Stabbi (5 μg/m3) fa 38 μg/m3 e quindi sotto ai limiti di legge che, se ho capito bene, sono 40 μg/m3. Ma perché non prendere un’altra stazione di rilevamento? Perché non è prevalso il principio cautelativo? Poggibonsi mi sembra una zona più affine alla nostra. In tal caso, però, i limiti sarebbero stati superati…leggo sulla Relazione annuale sullo stato della qualità dell’aria nella regione Toscana (anno 2013) che a Poggibonsi la concentrazione media annuale di NO2 è 20 μg/m3, quindi 20+33= 53 > 40μg/m3…Ma io non capisco molto di chimica, avrei bisogno di qualcuno che mi spieghi meglio…A termine di tutte queste ricerche sono solo stanca e soprattutto molto preoccupata e molto arrabbiata. Penso di non essere l’unica. La pagina Facebook “Difendiamo il Mugello dalla centrale a biomasse di Petrona” conta già più di 1000 membri, si sono succeduti articoli sui giornali locali con toni accesi. E in tutto questo che fanno le autorità locali? Silenzio. Qualcuno per favore, ci spieghi e soprattutto ci rassicuri. Gentili Sindaci dei comuni del Mugello, nonché prime autorità sanitarie locali, il vostro silenzio sta diventando assordante!Convinceteci che avete ragione oppure abbiate il coraggio di ammettere, se ci sono, i vostri errori e di procedere con misure correttive e cautelative. La saggezza popolare ci suggerisce che errare è umano, perseverare è diabolico, mentre una persona più grande di noi, Gandhi,un giorno ha detto “è meglio confessare i propri errori: ci si ritrova più forti”. Elisa Ticci, cittadina di Scarperia e San Piero.
Elisa
Gentile sig. Martino, devo confessarle che inizialmente non capivo come un ingegnere del Direttivo Legambiente Umbria avesse fatto a sapere delle nostre problematiche in Mugello, poi ho capito. Pi che un suo commento, stava riportando il copia incolla di un articolo di Legambiente! Grazie per linformazione, ma ci farebbe piacere sapere il commento che ne trae da questo articolo. Intanto le dico il mio parere. Al mio avviso larticolo che ci ha indicato non fa altro che avallare il mio giudizio negativo sul progetto di Renovo. Queste sono le mie motivazioni. 1. La centrale prevista a Petrona non sostituir nemmeno un caminetto. Non previsto un sistema di teleriscaldamento per gli edifici. Il progetto finora autorizzato non prevede nessun utilizzo dellenergia termica (circa 4 MW) ma solo di quella elettrica (un quarto, circa 0,99 MW) che sar venduta. Lenergia termica sar utilizzata per la produzione di pellet, se ricever lautorizzaz
Elisa
ione (listruttoria ancora in corso). Questo vuol dire che le emissioni della centrale non andranno a sostituire quelle dovute a combustioni domestica, ma a sommarsi ad esse. Se ci fosse stata una sostituzione con emissioni pi gravi, forse non ci sarebbe stata tutta questa opposizione alla centrale. 2. C da considerare non solo leffetto efficienza ma anche leffetto scala di una centrale a biomasse. Renovo stima un fabbisogno di circa 18000 tonnellate lanno di biomasse solo per la centrale termoelettrica (quindi esclusa la produzione di pellet). Se il consumo annuo per abitazione in Italia di 4,3 tonnellate per abitazione (come scritto nellarticolo da lei riportato), vuol dire che la centrale consuma tanta biomassa come circa 4186 abitazioni. Quanto grande deve essere la sua efficenza per controbilanciare un effetto scala cos importante? 3. Qualche considerazione sullesempio relativo allimpianto di teleriscaldamento con cogenerazio
Elisa
ne in Val dAosta, da 5 MW di potenza termica e 1 MW elettrico, che brucia ogni anno 5.500 tonnellate di legna. Primo, la tecnologia di Renovo non altrettanto efficiente, avendo bisogno di circa tre volte la quantit di biomassa per produrre circa la stessa quantit di energia termica e elettrica! Secondo, il Mugello non la Val dAosta. La nostra zona in gran parte metanizzata e la sostituzione del riscaldamento domestico a metano con uno alimentato dalla centrale a biomasse potrebbe non essere cos virtuoso in termini di emissioni di particolato (come peraltro notato dalla stessa ARPAT). 4. Noto infine che il suo articolo suggerisce di non utilizzare legna trattata che potrebbe contenere sostanze artificiali che generano gas nocivi. Lutilizzo di scarti di agricoltura non ci d molte assicurazioni in questo senso, potendo contenere tracce di fertilizzanti e pesticidi chimici. Concludo osservando che in questo portale non perde occasi
Elisa
one per rispondere con commenti a interventi relativi alla centrale di Petrona. Potrebbe dirci per una volta quali sono le sue argomentazioni a favore del progetto? Intanto rimaniamo in attesa di un commento dai nostri amministratori. Cordiali saluti, Elisa
Martino
http://www.zenithmagazine.it/biomasse-pareri-tecnici-a-confronto-garanzie-e-richieste/
Martino
Centrali a biomasse VS caminetti domestici Chi sono i buoni e chi sono i cattivi? Proviamo ad analizzare qualche dato con un punto di vista il pi possibile oggettivo. In Umbria, cos come in molte altre regioni italiane, il focolare domestico, un'abitudine irrinunciabile e un piacere atavico. La diffusione sul territorio delle abitazioni sparse, le tante case monofamiliari nelle colline umbre, fa s che questa modalit di scaldare e di abbellire la propria casa sia frequentemente e felicemente praticata. La legna da ardere non mai stata vista come una minaccia o un pericolo, salvo recentemente quando con l'avvento delle rinnovabili, e in particolare degli impianti a biomassa, molti cittadini hanno avvertito un pericolo "nell'aria". Il pericolo per, parlando di aria, c' anche nelle nostre case, solo che non lo sappiamo o non ne siamo pienamente coscienti. S, perch la combustione di legna comporta anche emissioni di gas inquinant
Martino
i e di anidride carbonica, ma se per le emissioni di CO2, climalteranti, il bilancio quasi sempre positivo, per gli altri inquinanti spesso non cos. In particolare polveri sottili, le famose PM10, e monossido di carbonio, sono tra le sostanze nocive maggiormente emanate. Un recente studio dell'ARPA lombarda ha stimato il consumo di legna da ardere nelle varie regioni, e per l'Umbria riporta un consumo per abitazione tra i pi elevati d'Italia, circa 4,6 tonnellate l'anno, contro una media nazionale di 4,3. La maggior parte poi di questa legna, circa il 57%, viene bruciata nei caminetti tradizionali, quelli aperti per intenderci, manco a dirlo i meno efficienti e i pi inquinanti, che non solo inquinano l'aria all'esterno, con i fumi che escono dalla canna fumaria, ma anche e con effetti ben peggiori l'aria all'interno delle case. Diversamente dalle centrali a biomasse infatti, la combustione non efficiente che avviene nei caminett
Martino
i comporta consistenti emissioni, oltre ad un consumo maggiore di legna, e i camini non hanno nessun sistema di filtraggio n di controllo. Nell'ultimo Piano Regionale della Qualit dell'Aria umbro, i caminetti a legna domestici vengono indicati tra i principali responsabili delle emissioni di polveri sottili e si individua questo come uno dei settori pi urgenti su cui agire per migliorare la qualit dell'aria. Questo non vuol dire demonizzare i caminetti, beninteso, o incensare a spada tratta qualunque centrale a biomassa; chi scrive ad esempio da sempre un utilizzatore di questa modalit di riscaldamento durante la stagione invernale, e in qualche occasione si trovato a opporre resistenza civica verso progetti di impianti a biomassa sovra dimensionati o poco trasparenti sui materiali da bruciare. Semplicemente dimostra che la suddivisione manicheistica tra i cattivi speculatori che inquinano e fanno soldi con i nostri polmoni e
Martino
i poveri cittadini vittime degli abusi atmosferici di questi soggetti, semplicemente non funziona e talvolta potrebbe perfino essere ribaltata. Una buona centrale a biomassa che riscaldi un certo numero di abitazioni inquina meno di tanti caminetti domestici tradizionali in ognuna di quelle abitazioni. Per capirci si potrebbe citare il caso studio di un impianto di teleriscaldamento con cogenerazione in Val d'Aosta, da 5 MW di potenza termica e 1 MW elettrico, che brucia ogni anno 5.500 tonnellate di legna, quello che mediamente in Umbria bruciano 1.200 caminetti, e con cui per si potrebbero rendere autosufficienti 740 famiglie dal punto di vista elettrico e 620 per i consumi termici. Se volessimo fare un ipotetico confronto, ovvio che i 1.200 caminetti certamente non scalderebbero e non fornirebbero acqua calda durante l'inverno nemmeno alla met del numero di abitazioni, e sarebbero necessarie altre caldaie a metano o a Gpl
Martino
ad integrazione, causando pi del doppio delle emissioni di polveri sottili. Stante invece una pi scientifica posizione di consapevolezza, che stabilisce che qualunque attivit umana ha un proprio impatto, per reclamare il diritto ad un'aria pulita, prima che agli altri dovremmo forse rivolgerci a noi stessi. Si pone dunque la domanda su cosa fare di fronte a questa "minaccia" domestica, e come auspicare un miglior utilizzo di questa fonte rinnovabile per il nostro futuro. Partiamo rispondendo alla seconda domanda: certamente gli studi a disposizione ci dimostrano per ora che per avere un miglioramento complessivo di tutti i parametri, il migliore modo di bruciare legna di farlo in sistemi efficienti e centralizzati, in particolare con l'utilizzo di legna per centrali di teleriscaldamento. L'analisi del ciclo di vita LCA, Life Cycle Assessment, della legna ci mostra appunto che partendo dalla soluzione peggiore ovvero dala c
Martino
ombustione aperta dei caminetti e salendo verso sistemi pi efficienti, sono proprio i sistemi di teleriscaldamento, magari anche con cogenerazione elettrica, a migliorare maggiormente l'impatto ambientale della combustione di legname. Pi semplicemente per, possiamo fare molto anche per la qualit dell'aria nelle nostre case, accettando comunque la "tossicit" dei nostri camini con alcuni buoni consigli per renderla almeno pi accettabile, senza rinunciarci a tutti i costi. Ad esempio si potrebbe passare dai caminetti aperti a quelli chiusi o meglio a stufe moderne efficienti, poi occorre porre attenzione al tipo di legna che bruciamo, che deve essere secca e stagionata e non verde e umida, non bisogna utilizzare legna trattata, imballaggi (bancali) o mobili, n carta plastificata o altre sostanze artificiali che generano gas nocivi e rovinano il camino per giunta. Infine dobbiamo mantenere pulita la canna fumaria, portare via spes
Martino
so la cenere bruciata in precedenza, e possiamo controllare l'efficienza della combustione del nostro camino osservando il colore della fiamma, che deve essere sempre blu o rosso chiaro, e della cenere che deve essere il pi possibile chiara. Questi ed altri consigli son stati pubblicati ad esempio sul sito della provincia di Monza e Brianza e li trovate su questo link: http://www.provincia.mb.it/export/sites/default/ambiente/doc/energia/Scheda_tecnica_biomasse_legnose.pdf Ing. Maurizio Zara Responsabile energia Alleanza per il Clima Italia Direttivo Legambiente Umbria Riferimenti: - Nussbaumer T. (2010) Overview on Technologies for Biomass Combustion and Emission Levels on Particulate Matter (PM). Report for The Federal Office for the Environment And the Expert Group on Techno-Economic Issues under the Convention on Long-Range Transboundary Air Pollution CLRTAP -ARPA (2007) Stima dei consumi di legna da ardere ed uso dom
Martino
estico in Italia. Ricerca commissionata da APAT e ARPA Lombardia, Rapporto finale, marzo 2007 -Pastorello C., Caserini S., Galante S., Dilara P., Galletti F. (2011) Importance of activity data for improving the residential wood combustion emission inventory at regional level. Atmospheric Environment, 45, 2869-2876 -Scacchi C., Caserini S., Rigamonti L. (2010) Greenhouse gases emissions and energy use of wheat grain-based bioethanol fuel blends. Science of the Total Environment, 408, 50105018 -Caserini S., Livio S., Giugliano M., Grosso M., Rigamonti L. (2010) LCA of domestic and centralized biomass combustion: The case of Lombardy (Italy). Biomass & Bionergy, 34, 4, 474-482
Oreste
GRAZIE PD GRAZIE!!! Con il cavolo che vi rivoto
Elisa Ticci
Caro Andrea, grazie innanzitutto per la lettura della mia lettera e per aver messo a disposizione le tue conoscenze per la collettivit. Mi fa piacere sapere che anche tu ti stai documentando e che presto scriverai riguardo agli aspetti economici e alla questione dellapprovvigionamento. Del resto una questione ancora aperta perch la Renovo al momento dellautorizzazione non aveva presentato il piano di approvvigionamento. Non so se ci sono stati sviluppi in tal senso ma, anche in questo caso, la diffusione delle informazioni da parte dellamministrazione piuttosto ermetica! Cerco di rispondere alle tue osservazioni. Ho citato uno studio relativo agli Stati Uniti, paese avanzato con lunga esperienza nelluso di enormi risorse forestali. Non stiamo parlando di un paese a basso livello tecnologico o con ordinamenti e istituzioni di bassa qualit. Se quindi ci sono problemi negli USA, forse un po mi preoccuperei. Del resto cito anch
Elisa Ticci
e dati riferiti al gas e provenienti dalla Agenzia EUROPEA dellAmbiente. Forse non mi sono spiegata bene riguardo al confronto con il carbone. Non volevo dire che le centrali a carbone sono meno inquinanti, sicuramente hanno molti problemi come la produzione di mercurio e maggiori emissioni di SO2, come hai spiegato. Il mio messaggio per era un altro: non vendeteci le centrali a biomasse come bio e verdi, perch per alcune emissioni (esempio particolato, come confermato dalla tabella che hai riportato tu) sono pi elevate che quelle prodotte da centrali che usano uno fra i pi inquinanti combustibili, il carbone appunto. Anche il contesto inoltre conta. Dire semplicemente che nel Mugello ci sono molte caldaie a pellet e a legno, mi pare, unosservazione fuorviante che induce, questa s, a schierarsi rigidamente per una posizione senza conoscenze approfondite. S vero ci sono caldaie a biomasse, ma non bruciano 12 mesi per 24 ore lan
Elisa Ticci
no. Inoltre lenergia termica della centrale di Petrona non sostituir gli impianti domestici del Mugello a biomasse o impianti molto inquinanti come quelli a gasolio. Al contrario, nelle intenzioni, lenergia termica sar usata per produrre pellet venduto a prezzi scontati nel Mugello. Il risultato potrebbe essere un incentivo a passare dal riscaldamento a metano a quello a pellet visto che siamo in una zona metanizzata. Il risultato sarebbe il passaggio a un sistema che emette pi polveri sottili e altri inquinanti. Riporto infatti le parole dellARPAT nella Conferenza dei Servizi (p. 14): Renovo Bionergy Scarperia si impegna a vendere a prezzo ridotto il cippato ai residenti locali, riducendo le emissioni di CO2 e i costi per la produzione di energia termica. Qualora tale pratica dovesse concretizzarsi, si potrebbe assistere, a fronte di una riduzione della CO2, ad un incremento non sostenibile dellemissione di particolato, minore se
Elisa Ticci
viene sostituito il gasolio, non accettabile nel caso di sostituzione di combustibili gassosi. Si segnala in particolare che lintera zona metanizzata mentre negli scenari illustrati da Renovo si parla di gasolio e GPL. (p. 14, grassetto aggiunto, Conferenza dei Servizi disponibile al . I limiti delle direttive non mi risolvono molti problemi perch permane il problema che, non essendo stata fatta la Valutazione di Impatto Ambientale (anche se,credo, poteva essere richiesta!) non si considerato come le emissioni prodotte andranno a sommarsi a quelle gi esistenti e dovute a abitazioni, industrie e traffico dellarea di interesse. Concordo, lARPAT non lavora per Renovo. Non capisco infatti perch, visto che lazienda non ha fornito i dati per verificare lattendibilit delle sue simulazioni di impatto sullaria, lARPAT non abbia semplicemente aspettato che lazienda fornisse tutta la documentazione. LARPAT invece si scomodata a fare d
Elisa Ticci
elle valutazioni (parziali) in modo autonomo e ha dato il via libera allimpianto anche se Renovo non aveva fornito le informazioni richieste. Riporto qui le conclusioni dellARPAT: il proponente (cio Renovo) non ha fornito gli elementi sufficienti ad una valutazione della compatibilit ambientale dellimpianto in progetto relativamente agli impatti sulla qualit dellaria ambiente e [] tale valutazione stata possibile solo in base allautonoma rielaborazione effettuata da ARPAT (p. 37. CdS al . Peccato che la valutazione autonoma abbia controllato solo lemissione di una sostanza! Io continuo quindi a non sentirmi tutelata. Ricordo inoltre che al momento non c stata una misurazione della qualit dellaria del Mugello che possa servire da termine di paragone per il successivo monitoraggio. Riguardo al volantino..Io non mi sono riferita mai al volantino, quindi non vedo la necessit di tirarlo in ballo. Si tratta inoltre di due modi di comuni
Elisa Ticci
care diversi. La mia lettera di critica essenzialmente un appello ai Sindaci della zona ad una maggiore chiarezza. Il volantino ha un altro intento, in poche righe vuol attirare lattenzione di quelle persone, disilluse o pigre, che si sono convinte che tanto non si pu o non si deve far nulla. Come gi detto, non sono una chimica, un dottore o un ingegnere. Sono una cittadina che cerca di capire, mi sono venuti tanti dubbi e sospetti, sono in attesa di risposte da chi questo progetto lo ha deciso e avvallato. Saluti, Elisa
Elisa Ticci
Caro Andrea, grazie innanzitutto per la lettura della mia lettera e per aver messo a disposizione le tue conoscenze per la collettivit. Mi fa piacere sapere che anche tu ti stai documentando e che presto scriverai riguardo agli aspetti economici e alla questione dellapprovvigionamento. Del resto una questione ancora aperta perch la Renovo al momento dellautorizzazione non aveva presentato il piano di approvvigionamento. Non so se ci sono stati sviluppi in tal senso ma, anche in questo caso, la diffusione delle informazioni da parte dellamministrazione piuttosto ermetica! Cerco di rispondere alle tue osservazioni. Ho citato uno studio relativo agli Stati Uniti, paese avanzato con lunga esperienza nelluso di enormi risorse forestali. Non stiamo parlando di un paese a basso livello tecnologico o con ordinamenti e istituzioni di bassa qualit. Se quindi ci sono problemi negli USA, forse un po mi preoccuperei. Del resto cito anche
Elisa Ticci
dati riferiti al gas e provenienti dalla Agenzia EUROPEA dellAmbiente. Forse non mi sono spiegata bene riguardo al confronto con il carbone. Non volevo dire che le centrali a carbone sono meno inquinanti, sicuramente hanno molti problemi come la produzione di mercurio e maggiori emissioni di SO2, come hai spiegato. Il mio messaggio per era un altro: non vendeteci le centrali a biomasse come bio e verdi, perch per alcune emissioni (esempio particolato, come confermato dalla tabella che hai riportato tu) sono pi elevate che quelle prodotte da centrali che usano uno fra i pi inquinanti combustibili, il carbone appunto. Anche il contesto inoltre conta. Dire semplicemente che nel Mugello ci sono molte caldaie a pellet e a legno, mi pare, unosservazione fuorviante che induce, questa s, a schierarsi rigidamente per una posizione senza conoscenze approfondite. S vero ci sono caldaie a biomasse, ma non bruciano 12 mesi per 24 ore lann
Elisa Ticci
o. Inoltre lenergia termica della centrale di Petrona non sostituir gli impianti domestici del Mugello a biomasse o impianti molto inquinanti come quelli a gasolio. Al contrario, nelle intenzioni, lenergia termica sar usata per produrre pellet venduto a prezzi scontati nel Mugello. Il risultato potrebbe essere un incentivo a passare dal riscaldamento a metano a quello a pellet visto che siamo in una zona metanizzata. Il risultato sarebbe il passaggio a un sistema che emette pi polveri sottili e altri inquinanti. Riporto infatti le parole dellARPAT nella Conferenza dei Servizi (p. 14): Renovo Bionergy Scarperia si impegna a vendere a prezzo ridotto il cippato ai residenti locali, riducendo le emissioni di CO2 e i costi per la produzione di energia termica. Qualora tale pratica dovesse concretizzarsi, si potrebbe assistere, a fronte di una riduzione della CO2, ad un incremento non sostenibile dellemissione di particolato, minore se v
Elisa Ticci
iene sostituito il gasolio, non accettabile nel caso di sostituzione di combustibili gassosi. Si segnala in particolare che lintera zona metanizzata mentre negli scenari illustrati da Renovo si parla di gasolio e GPL. (p. 14, grassetto aggiunto, Conferenza dei Servizi disponibile al . I limiti delle direttive non mi risolvono molti problemi perch permane il problema che, non essendo stata fatta la Valutazione di Impatto Ambientale (anche se,credo, poteva essere richiesta!) non si considerato come le emissioni prodotte andranno a sommarsi a quelle gi esistenti e dovute a abitazioni, industrie e traffico dellarea di interesse. Concordo, lARPAT non lavora per Renovo. Non capisco infatti perch, visto che lazienda non ha fornito i dati per verificare lattendibilit delle sue simulazioni di impatto sullaria, lARPAT non abbia semplicemente aspettato che lazienda fornisse tutta la documentazione. LARPAT invece si scomodata a fare de
Elisa Ticci
lle valutazioni (parziali) in modo autonomo e ha dato il via libera allimpianto anche se Renovo non aveva fornito le informazioni richieste. Riporto qui le conclusioni dellARPAT: il proponente (cio Renovo) non ha fornito gli elementi sufficienti ad una valutazione della compatibilit ambientale dellimpianto in progetto relativamente agli impatti sulla qualit dellaria ambiente e [] tale valutazione stata possibile solo in base allautonoma rielaborazione effettuata da ARPAT (p. 37. CdS al . Peccato che la valutazione autonoma abbia controllato solo lemissione di una sostanza! Io continuo quindi a non sentirmi tutelata. Ricordo inoltre che al momento non c stata una misurazione della qualit dellaria del Mugello che possa servire da termine di paragone per il successivo monitoraggio. Riguardo al volantino..Io non mi sono riferita mai al volantino, quindi non vedo la necessit di tirarlo in ballo. Si tratta inoltre di due modi di comunic
Elisa Ticci
are diversi. La mia lettera di critica essenzialmente un appello ai Sindaci della zona ad una maggiore chiarezza. Il volantino ha un altro intento, in poche righe vuol attirare lattenzione di quelle persone, disilluse o pigre, che si sono convinte che tanto non si pu o non si deve far nulla. Come gi detto, non sono una chimica, un dottore o un ingegnere. Sono una cittadina che cerca di capire, mi sono venuti tanti dubbi e sospetti, sono in attesa di risposte da chi questo progetto lo ha deciso e avvallato. Saluti, Elisa
Luigi
Le amministrazioni comunali, che promuovono questa centrale dicendo che porter posti di lavoro, dovrebbero interrogarsi sulla fine che faranno le altre industrie attualmente presenti nell'area. Solo la Marzocco conta un centinaio di dipendenti, e quando sapranno che non potranno aprire nemmeno una finestra perch si trovano esattamente l di fronte, probabilmente decideranno di trasferirsi fuori dal mugello, con tutto ci che ne consegue per l'indotto.
riccardo
Le preciso che ad oggi NON esiste alcuna autorizzazione per la produzione di Pellet, solo quella per la centrale a biomessa. Dovr essere fatta una seconda conferenza dei servizi solo per questa parte del progetto con esame anche di Arpat e poi eventulmente autorizzato. Ad oggi si parla di un progetto, senza alcuna autorizzazione non esiste. Mi chiedo perch' non e' stata fatta in modo organico e completo fin da subito, al momento si parte solo con lantrale a biomesse.
Andrea (abitante di Scarperia)
Mi scusi ma la parte termica proprio quella che serve! L'impianto serve principalmente a fornire calore per l'impianto di produzione del pellets, che necessita di una notevole quantit di calore.. La produzione di energia elettrica viene fornita in Cogenerazione
Riccardo
Grazie Elisa, per il coraggio e l'onest con cui hai esposto il tuo punto di vista, di cittadina e di mamma in primis. I dubbi e le perplessit su di una opera cosi impattante per il territorio e il silenzio che accompagna le nostre amministrazioni locali lascia perplessi. Immagino che la pubblica amministrazione nel momento in cui compie delle scelte che riguardano la colletivit deve ben soppesare gli interessi in gioco, se da una parte si chiede un sacrificio di ordine ambientale, alla salute e anche all'economia e immagine del territorio, ci si dovrebbe aspettare dall'altra parte della bilancia dei grandi vantaggi per la collettevit. Ma si apprende che che la Renovo e' una societ privata, che al momento non vi e' un reala e concreto progetto per gestire ad uso pubblico la parte termica che verra generata e che quindi andr sprecata e che anche a livello occupazionale diretto la centreale verr condotta con lutilizzo di appena 4 lavo
Riccardo
ratori. E allora mi chiedo la bilancia dei pro e dei contro e' ben equilibrata verso l'interesse pubblico? Verso cioe' tutti noi, i cittadini? La nostra amministrazione si degna di spiegarcelo???
Andrea (abitante di Scarperia)
Ciao Elisa, Ho trovato molto interessante la tua lettera, con informazioni sostanzialmente giuste. Tuttavia, trascurerei per un attimo la parte del documento: "Trees, Trash, and Toxics: How Biomass Energy HasBecome the New Coal, Partnership for Policy Integrity". Questo perch si tratta comunque di informazione veicolata che non fornisce dati rilevanti al nostro caso (88 impianti analizzati negli stati uniti, con norme vigenti diverse da quelle europee, spesso sprovvisti di sistemi di abbattimento del particolato (Obbligatorio l'utilizzo di cicloni, precipitatori elettrostatici ad alta efficienza in Europa). Per darti idea di come le informazioni possono fuorviare, questa una tabella pubblicata dalla "Union of scientists for Healthy Plant and safer world" di parte, ma da un'altra parte: http://www.ucsusa.org/sites/default/files/legacy/assets/images/ce/Table-Full-Size-Air-Emissions-from-Biomass-Coal-and-Natural-Gas-Power-Plants.jp
Andrea (abitante di Scarperia)
g Ad ogni modo, citando le recenti direttive della commissione, entri in un ambito che dovrebbe quantomeno risolverti alcune domande: 30mg/m3 di polveri sottili il limite posto per legge ad impianti entro 5 MW termici, 650 mg/m3 NOx per gli impianti a biomassa. Riguardo al paragone con il carbone, non trascurare due cose: l'anidride solforosa (SO2), che di fatto il responsabile degli acidi solforosi e che non di fatto rilevante negli impianti a biomassa se comparato al carbone e altri combustibili fossili, quindi ne producono pi le caldaie a gasolio che quella di una centrale a biomassa. Il mercurio: Principale fonte di inquinamento di falde acquifere e produttore di neurotossine che rende il carbone un combustibile molto pi dannoso di qualunque altro. Evitiamo insomma di andare a prendere documenti un po' schierati che veicolano l'informazione come ad esempio il volantino che girava in questi giorni in Mugello con la c
Andrea (abitante di Scarperia)
entrale nera e il fuoco dietro stile inferno... Riguardo alle emissioni di NOx, particolato (o polveri sottili), e ovviamente CO2, non pretendiamo che possano essere evitate del tutto, ma prodotte nel rispetto dei vincoli imposti si, dato che nell'interesse nostro e dell'ambiente in generale. Ad ogni modo, considera che per un impianto nuovo difficilmente si possono aggirare questi rilevamenti, l'Arpat certo non lavora per la Renovo. Ci sar da impegnarsi (lo dico personalmente) per monitorare queste attivit. Personalmente sto cercando di fare un quadro generale di tutto il progetto per poter scrivere e studiare l'intero life cycle assessment dell'impianto. Nel frattempo, non scordarti delle numerose stufe a pellet che riscaldano le case del mugello, responsabili di monossido di carbonio (500mg/m3), PM10 (40 mg/m3), NOx (300 mg/m3) etc... Non mi schiero pro, o contro, ma di lavoro faccio proprio questo, e sto lavorando per ave
Andrea (abitante di Scarperia)
re una chiara idea di tutto l'impianto per poter analizzare l'impatto reale e non solo alcune informazioni a se stanti. Scriverei altro riguardo all'approvigionamento, il senso della struttura Renovo, la produzione del pellet, e l'importazione del gas naturale, ma ci sarebbe da fare un libro, Spero di poter scrivere chiaramente il prima possibile, nel frattempo chiederei di non schierarsi rigidamente ne da una parte, ne dall'altra, senza conoscere a fondo il sistema tecnico e la diffusione di inquinanti di queste tecnologie, Ciao!