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La fase 2 dimentica l'università

Presidio davanti al rettorato per denunciare la difficile ripartenza degli atenei

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Il presidio dei collettivi Il presidio dei collettivi © ufficio stampa
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Ieri mattina gli studenti universitari dei collettivi, in concomitanza con il Consiglio di Amministrazione dell'Università di Firenze, sono andati davanti al rettorato in piazza San Marco, per denunciare le problematiche emerse durante questa emergenza Covid19.

"Un difficile momento per il nostro paese che è ha fatto emergere le disuguaglianze, già presenti prima della pandemia, che si sono accentuate. Le sempre crescenti necessità di strumenti tecnologici (computer, webcam...) che hanno portato molti studenti in condizioni economiche precarie a non poter dare esami o seguire le lezioni, facendoci rimanere indietro nel percorso di studi e andando talvolta a far perdere le borse di studio o i permessi di soggiorno."

Nel documento diffuso alla stampa si legge anche che: "un modello formativo quello proposto che risulta alienante dato che seguire le lezioni attraverso uno schermo priva lo studente di ogni tipo di dibattito e confronto reale, sia con i professori che con i propri compagni, condizioni necessarie per lo sviluppo di un pensiero critico."

Quello pare ancora più assurdo denunciano i collettivi e ancora più assurdo in questa situazione è che mentre palestre, ristoranti e soprattutto posti di lavoro riaprono dappertutto
le nostre università, pur avendo gli spazi adeguati per garantire un svolgimento di lezioni e esami in sicurezza, rimangono chiuse.

"La soluzione per noi esiste- concludono . e è quella di sanificare gli spazi universitari e riaprire in sicurezza per fare in modo che si possa almeno riuscire a dare gli esami in sede e rendere l'università quello che dovrebbe essere: un luogo di cultura, sapere critico e socialità."




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