Un cartello di divieto di transito e le transenne ad interdire il passaggio e due torri faro della Protezione Civile che permeteranno di tenere sotto controlla la zona col crepuscolo in una notte dove per altro è attiva un'allerta meteo.
Fa paura l'Arno amico e nemici da sempre di Firenze ma all'Isolotto sono ancora sotto choc per quel cedimento parziale improvviso di ieri mattina quando, intorno alle dieci una parte della pescaia sull'Arno che si trova vicino alla passerella delle Cascine.
Venti metri circa della briglia dell'Arno pietra e cemento crollati in acqua all'improvviso per usura o deterioramente, le cause considerate più plausibili, probabilmente aiutate dalle piogge degli ultimi giorni.
Al momento sul posto si trovano la Protezione Civile e la Polizia Municipale. Inizierà subito un lavoro di ripristino urgente, la cui durata al momento è difficile da stimare.
"Per la riqualificazione di tutte le briglie presenti lungo il corso dell’Arno - spiegano i tecnici regionali - la Regione aveva promosso un project financing. La cantierizzazione dei lavori era prevista per i prossimi mesi, in quanto durante quelli invernali il livello del fiume è più alto e gli interventi risultano più difficoltosi. Questo permetterà, nelle more, di acquisire le ultime autorizzazioni necessarie e di poter intervenire rapidamente avendo già incaricato una ditta per la riqualificazione delle briglie".
Intanto in città monta ls polemica. “Stamani la briglia del fiume Arno, in prossimità della passerella pedonale che collega l’Isolotto e le Cascine ha subito un crollo nella sua parte centrale.
Non sappiamo ancora le cause, però – spiegano Antonella Bundu e Dmitrij Palagi di Sinistra Progetto Comune in Consiglio comunale con Filippo Zolesi di SPC al Quartiere 4, Lorenzo Palandri di SPC al Quartiere 2 e Giorgio Ridolfi e Francesco Torrigiani di SPC al Quartiere 1 – i dati delle portate non sono fuori norma, quindi l’assenza di portate di piena o di improvvisi aumenti dei volumi ci porta a rinnovare preoccupazione per lo stato di tutte le strutture legate all’Arno, come le briglie e gli argini.
Nel 2020 abbiamo denunciato l'assenza di attenzione del Comune nei confronti degli allarmi lanciati dall’Università di Firenze, in relazione a una situazione che poi ha determinato il crollo di Lungarno Diaz.
Stamani ci siamo recati direttamente sul posto del crollo per capire cosa stava succedendo, prendendo atto della serietà dell’episodio.
Si prevede un aumento delle portate nei prossimi giorni, quindi non possiamo assolutamente passare sotto silenzio la situazione.
Le briglie mantengono l’altezza dell’acqua stabile e a poche ore dal crollo il calo del pelo libero è piuttosto considerevole; questo – proseguono Bundu, Palagi, Zolesi, Palandri, Ridolfi e Torrigiani – potrebbe essere un problema in quanto gli argini e i muretti nel tratto antecedente sono stati progettati per avere una stabilità proprio grazie all’equilibrio tra le pressioni dell’acqua e del terreno che contengono, chiediamo quindi un intervento urgente e un controllo forte sulla stabilità e lo stato di manutenzione degli argini e muretti presenti in loco.
Guardano alla situazione generale invece ci chiediamo: sta mancando la manutenzione? Non è giunto il momento di un modo diverso di agire sull'Arno e di ripensare il rapporto della città con il suo principale fiume?
Il rapporto con il territorio non ha bisogno di colate di cemento e investimenti su singole opere.
Occorre investire sulla sicurezza della città e progettare un adeguato rapporto tra natura e tessuto urbano, con una centralità indispensabile dei flussi d’acqua.
I cambiamenti climatici – concludono i consiglieri di Sinistra Progetto Comune – non sono un'emergenza sulla carta, ma una realtà concreta di cui occorre tenere conto. Nessuna leggerezza e nessun ritardo sono concessi. Ma siamo convinti che sia anche insufficiente quanto è già previsto. Un dibattito pubblico, coinvolgendo la comunità scientifica e quella accademica, non è rimandabile”.
Cita fra le righe il crollo del lungarno Torrigiani e la mala gestione il giornale AdHocnews vicino alla destra fiorentina quando scrive.
"Sono bastate le piogge di questi ultimi giorni per avere ragione della struttura della pescaia delle Cascine a Firenze. Perché nel capoluogo toscano ci si riempie la bocca di grandi progetti fallimentari, come la Tramvia. E lo stesso a livello regionale con Giani. Due amministratori, stessa targa: PD.
Ricordiamo che dal 2017 esiste un’ Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino settentrionale che ha sostituito l’Autorità di bacino dell’Arno. Competenza regionale, competenze dell’Autorità. Competenze di nessuno. E i risultati brillanti sono sotto gli occhi di tutti.
Ma la miopia dei dirigenti PD non si smuove di una virgola e persevera nell’occuparsi di altro, soprattutto nella direzione di angustiare la vita ai cittadini. Si vieta la circolazione ai mezzi diesel euro 4 sui Viali, dove i lavori comunque paralizzano la circolazione."