13 APR 2025
OK!Firenze

La Firenze del futuro immaginata dal presidente del Q4 Mirko Dormentoni

Parole bellissime per gli abitanti del quartiere 4

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Mirko Dormentoni Mirko Dormentoni © n.c
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Il presidente del quartiere 4 Mirko Dormentoni ha mandato oggi una lettera a Repubblica Firenze. Oggi il quotidiano non è uscito a causa di uno sciopero dei lavoratori del gruppo.

Di seguito la lettera del presidente Dormentoni che esprime tutta la sua gratitudine per gli abitanti del suo quartiere.

"Seguo con interesse il dibattito che in questi giorni si è sviluppato sul vostro giornale a partire dalla bella intervista al nostro Sindaco sul futuro di Firenze. Condivido la necessità di avviare un cambiamento e di farlo in modo concertato con le associazioni di categoria, i sindacati, il terzo settore, il mondo dell'impresa, del lavoro e dei saperi, della scuola e dell'università, della cultura e dello sport. Di farlo, in una parola, insieme. Aggiungo due considerazioni e proposte.

In questa fase di emergenza stiamo assistendo ad un fenomeno che credo possa essere paragonato al dopo alluvione del '66: parrocchie, circoli, associazioni, tanti singoli cittadini (molti giovani) e commercianti che si attivano per aiutare le proprie comunità. E' un grande moto di solidarietà che si basa su un semplice concetto: se posso do una mano al mio prossimo, al mio rione, e oggi più di ieri collaboro con il Quartiere, che cura la rete. Irrompe sulla scena il valore concreto della “prossimità”. Inoltre, si sta riaffermando con forza l'importanza del decentramento amministrativo. L'amministrazione comunale per ogni progetto di sostegno alla popolazione sta coinvolgendo e utilizzando a pieno le sue articolazioni: i Quartieri. Nella maggiore vicinanza ai bisogni e alle risorse del territorio certi servizi si riescono a svolgere nel modo più rapido ed efficace.

E' anche da qui che bisogna avviare il disegno della città del futuro prossimo venturo. Naturalmente senza rinunciare a valorizzare la dimensione globale di Firenze, dalla quale necessariamente dovremo ripartire economicamente, che si parli di turismo o di manifatturiero. Ma dovrà essere sempre di più una Firenze che è città metropolitana e contemporaneamente città della prossimità. Questo vale non solo per l'architettura istituzionale (decentramento di funzioni ai Quartieri/Municipi), ma sopratutto per sviluppare ogni politica a cominciare dall'urbanistica. Mettiamo al bando la parola “periferie”. Occorre mirare a una città policentrica, dove i rioni più importanti trovano una loro centralità fatta di una molteplicità di attività commerciali di vicinato, di servizi pubblici e privati qualificati, di artigianato e industria green e ad alto contenuto tecnologico. Il cosiddetto “mix funzionale” dovrà essere forte e diffuso: dal centro storico - che realisticamente non potrà perdere la sua grande funzione turistica pur tentando un riequilibrio con la residenza ed altre funzioni - a tutti gli altri centri della città metropolitana. E' così che si potrebbe realizzare non dico una rivoluzione, ma un sistema urbano più sostenibile, a livello sia economico sia ambientale, con qualità della vita e capacità di non lasciare indietro nessuno. Ed è così che potremmo attuare al meglio un “nuovo Rinascimento”: solidarietà, resilienza, mutuo soccorso, partecipazione attiva, innovazione tecnologica e sociale, la persona al centro, essere e fare comunità".

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