Il voto per Trump eletto 47° presidente degli USA può rappresentare per la debole UE un problema oppure una risorsa. Vediamo il perché.
La UE ha un problema di fondo che sta in primo luogo sull'essere de facto una confederazione, ossia un insieme di 27 stati senza un esercito comune e con 27 politiche estere.
Un sistema inadatto allo scenario geopolitico attuale che ha retto solo per la visione degli USA interventista nello scenario occidentale.
Di fronte ad una scelta di "First America" la UE confederale si squaglia al grido di "dividi ed impera" con i singoli stati che vanno per conto loro.
Una UE confederale così può implodere e lo scenario della solitudine è della marginalità incombe. È questo è il problema.
Cosa fare quindi?
Innanzitutto non dobbiamo fare squagliare la Nata, anche se ciò può sembrare paradossale, e quindi ci si adegui subito al parametro del 2% delle spese militari tenendolo però fuori dai parametri europei della stabilità dei conti.
Si formi subito un esercito della UE ovviamente all'interno della Nata perché come ombrello protettivo la Nato è fondamentale.
Si passi dal modello confederale al modello federale con i Paesi che ci stanno al costo di abbandonare chi non ci sta.
È questa è la risorsa.
Meglio essere in meno ma forti, che tanti ma deboli.
Occorre poi cambiare le politiche di base della attuale UE che in pochi anni è riuscita a distruggere persino il polo dell'industria automobilistica con grossi problemi in una Germania con un governo in implosione.
Occorre un esercito federale europeo in ottica Nato. Occorre che si riscoprano i valori europei dei padri fondatori, di Spinelli, di Churchill e di Orwell con un netto cambiamento della attuale classe dirigente che non sembra in grado di essere all'altezza della situazione.
Occorre una UE che trasformandosi in Stati Uniti d'Europa, crei benessere affrontando l'immane questione salariale.
Le democrazie se non creano benessere muoiono ed arrivano i totalitarismi più o meno mascherati.
O si fa così o si muore.