
Vivere in contatto con altri individui, uscire e socializzare sono elementi che promuovono il benessere psicosociale e sono indicatori della qualità di vita delle persone.
Ma che dire quando una persona, a qualsiasi età, ma particolarmente in adolescenza o in seguito a eventi critici, manifesta un’inclinazione al ritiro sociale, riducendo man mano le occasioni di confronto con gli altri? Fin quando è possibile considerarlo come espressione di timidezza e introversione?
Il fenomeno del ritiro sociale si esprime attraverso una progressiva limitazione dei contatti sociali ed un maggiore isolamento all’interno dell’ambiente domestico. Tutto questo può essere accompagnato da vissuti di vergogna, impotenza e confusione e può portare ad un graduale disinvestimento nelle proprie risorse e nelle relazioni interpersonali. Nei casi più estremi il senso di solitudine e d’inefficacia può sfociare nell’abbandono del percorso scolastico e nell’allontanamento dall’intero mondo sociale.
Esiste una relazione ma non una sovrapposizione tra ritiro sociale e dipendenze tecnologiche. Internet non è la causa della disconnessione dalla realtà quotidiana, anche se è probabile che l’avvento della rete e la pandemia mondiale in cui ci siamo trovati investiti ne abbiano facilitato la diffusione.
L’adolescente che si trova a cimentarsi con le trasformazioni spesso disorientanti del proprio corpo e con il confronto difficile con i coetanei, può sentire il compito evolutivo di diventare adulto come insormontabile e vivere come terrorizzante l’incontro con il mondo. Così, i ragazzi che iniziano a ritirarsi dal mondo sociale individuano in internet l’unica possibilità di accesso alla relazione con gli altri. L’ambiente virtuale, infatti, consente di anestetizzare vissuti di tristezza e solitudine, di tenere a distanza tollerabile le relazioni con gli altri, le angosce e il senso di inadeguatezza. La stanza nella quale i ragazzi si rifugiano diventa una vera e propria tana e funge, da un lato, come luogo di protezione rispetto alle esperienze concrete, dall’altro, come campo di sperimentazione per le esperienze virtuali.
In un primo momento le persone che si trovano a sperimentare tali vissuti non richiedono aiuto e più la situazione si cronicizza e più diventa difficile: da un lato non se ne sente quasi più il bisogno, o si pensa che non possa essere di alcuna utilità, e quindi non si cerca. Inoltre, in molti casi l’utilizzo massiccio di internet contribuisce all’illusione di poter arrestare lo scorrere del tempo e negare i bisogni di contatto con il mondo esterno.
Se la socialità è gravemente compromessa, il ritiro sociale va correttamente individuato ed affrontato attraverso un intervento terapeutico che, rispettando i tempi della persona, favorisca la ri-esposizione ai contesti evitati o l’esposizione a nuovi ambienti, rendendo l’esperienza graduale e protetta. La presa in carico degli adolescenti con queste caratteristiche prevede un approccio multidisciplinare che coinvolge numerosi operatori: parallelamente alla terapia con il giovane e con i genitori vanno previsti interventi domiciliari qualora l’adolescente non sia disponibile ad uscire di casa. Mentre qualora il ragazzo sia disposto ad uscire, le attività di piccolo gruppo possono facilitare l’accesso a relazioni interpersonali reali ed il reinserimento sociale.
A questo proposito il Centro Giovani Chicchessia, servizio offerto dal Comune di Borgo San Lorenzo e gestito dalla Cooperativa Convoi, offre ai ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 15 anni, la possibilità di ritrovarsi, socializzare, confrontarsi e sperimentarsi nel piccolo gruppo attraverso attività ludiche e laboratoriali in un contesto protetto. Durante i momenti di aggregazione si alternano occasioni di gioco ad attività più strutturate con l’obiettivo di costruire relazioni, creare occasioni di ascolto, dialogo e confronto tra i ragazzi, proponendo un modello alternativo di stare insieme, rispetto a quello della realtà virtuale.
L’equipe multidisciplinare oltre ad organizzare le varie attività, propone una fase di accoglienza e di accompagnamento per l’inserimento dei ragazzi nel gruppo e quando successivamente il gruppo si consolida, il Centro diventa per gli stessi un luogo di ritrovo da frequentare con continuità.
Il Centro offre anche uno sportello di ascolto psicologico, chiamato “Spazio Aria”, il Lunedì dalle 15:30 alle 18:30 con l’obiettivo di promuovere il benessere psicologico dei giovani e delle loro famiglie. Il ruolo dello psicologo all’interno del Centro Giovani è molto particolare, in quanto svolge una funzione di sostegno sia per il gruppo di lavoro che per gli utenti, agevolando “nel qui e ora” momenti di confronto, condivisione e riflessione. Proprio perché inserito nella realtà concreta ed operativa del Centro, uscendo un po' dal setting dello studio, possiede un punto privilegiato di osservazione e di intervento che permette anche in ottica preventiva, la gestione durante il loro naturale svolgimento di particolari emozioni, dinamiche relazionali e di funzionamento personale.
Lo psicologo in questo particolare contesto sia da un punto di vista ambientale che relazionale si inserisce all’interno del gruppo in modo singolare con la possibilità di osservare emozioni e comportamenti in uno spazio allargato. La particolarità dello Spazio Aria è sicuramente legata al tipo di servizio che offre, un servizio attivo all’interno del contesto aggregativo giovanile, al di fuori dell’ordinaria offerta educativa, che rappresenta una reale opportunità per gli adolescenti di trovare in maniera tempestiva una prima risposta ai propri bisogni e una prima forma d’aiuto.
Il Centro Giovani Chicchessia è in Piazza Dante 33 a Borgo S. Lorenzo indirizzo email cgchicchessia@gmail.com siamo anche su Facebook e INSTAGRAM: centrogiovanichicchessia