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Iniziati i lavori per rimuovere e bonificare l'amianto dal tetto del Banti

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Iniziano i lavori al Banti Iniziano i lavori al Banti © OK!Mugello
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Sono iniziati da alcuni giorni, a Pratolino, i lavori di rimozione dell’amianto dai tetti dell'ex sanatorio Banti, con la realizzazione di nuove coperture.Tolto l'amianto, al suo posto sarà applicata sul massetto di copertura (che sarà opportunamente livellato) guaina isolante del tipo ardesiato (cioè rifinita da piccole scaglie di ardesia). 

Non solo, le operazioni, come da progetto, prevedono anche la pulizia dell’area antistante il fabbricato e il ‘tombamento’ (cioè la chiusura) della centrale termica posta al piano terra. 

Interventi molto attesi dalla popolazione delle vicinanze, per la quale quelle lastre sul tetto del grande ex sanatorio (esposte alle intemperie ed alle azioni dei vandali) rappresentavano una grossa preoccupazione (nonostante analisi tranquillizzanti sulla qualità dell’aria). Ma anche per cercare di bloccare i continui accessi di persone non autorizzate.

Commenta l’assessore all’Ambiente del Comune di Vaglia, Riccardo Impallomeni: “Finalmente viene posto in essere un intervento importante; che serve anche a conservare la struttura”. E sottolinea “Quanto sia stata importante la partecipazione e la mobilitazione della cittadinanza attiva”. “Più volte - conclude Impallomeni - hanno segnalato e sottolineato il problema. E per questo li ringrazio”. 

Ricordiamo per il complesso del Banti (12mila metri quadri e parco di 5 ettari) - inaugurato nel 1939 e dismesso 50 anni dopo - negli ultimi anni si sono susseguite quattro aste pubbliche per la cessione, andate deserte nonostante il prezzo base calato da sei a due milioni. Poi anche ipotesi di trattative private con un misterioso acquirente (non concretizzate) o di trasformazione in residenza sanitaria con appartamenti per anziani autosufficienti (anche questo per ora caduto nel vuoto).

Esattamente un anno fa si era mobilitata anche la Fondazione dell’Ordine degli Architetti. Con un video girato da un drone che presentava e valorizzava la struttura ed il territorio circostante. Un tentativo, spiegarono i curatori,di analizzare le potenzialità e individuare strategie di riuso sostenibili. 

 

 

 

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