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Remo Petroni: un eroe fiorentino dimenticato

Grazie a Chiara Giovannini riemerge dall'oblio la figura di un giovane eroe normale che Firenze deve ricordare dopo un silenzio lungo 44 anni!

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il giovane Remo Petroni il giovane Remo Petroni © Facebook
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Una giovane donna innamorata del suo quartiere scrivendo sul suo blog e sul gruppo social di quartiere ha fatto riemergere da qualche cassettino della mia memoria (allora bambina) un episodio di 44 anni fa che macchiò di sangue Coverciano.

In via Moreni abitavano degli amici di famiglia e ricordo, in maniera frammentaria, i racconti di quella notte. Parlavano "fra grandi" a denti stretti per non spaventare noi bambini ma capì chiaramente che in quella calda notte d'estate uno sparo squarciò la notte. Avevano ucciso un metronotte lì, in va Moreni nello slargo che incrocia via Pietro Mastri.

Chiara Giovannini, la blogger a cui devo il riemergere della mia memoria di questo fatto di sangue mi ha raccontato che ha scritto nel suo blog questa storia che lei non conosceva sollecitata nella ricerca da due anziani signori conosciuti in un supermercato.
Una storiaccia brutta di cronaca nera che riemerge direttamente dagli anni di piombo ma che noi di Ok!Firenze vogiiamo fare riportare alle cronache per spezzare un oblio incomprensibile e per dare giusta dignità ad un giovane ragazzo diventato a costo della sua vita un eroe dimenticato.

Era il 30 giugno del 1977 quando il metronotte Remo Petroni nel suo giro quotidiano in via Moreni, notando una Simca ferma con tre giovani ad armeggiare in maniera sospetta dentro l'auto si avvicinò per un controllo.
I tre scapparono, Remo provò ad inseguirlo e ricevette in cambio solo pallottole che lasciarono sull'asfalto la sua giovane vita di sposo e padre di un bimbo di 21 mesi.

Chi vivena in via Moreni e in via Mastri ricorda con un brivido sulla schiena quella notte e la sagoma di Remo riversa sul selciato in un lago di sangue.
Gli assassini furono subito presi grazie all'auto abbandonata sul posto. Erano più o meno coetani del Metronotte pronti a sparare ed uccidere per ideali drogati di violenza poitica.

Tutta Firenze pianse Remo Petroni originario di Sesto Fiorentino (anche se la stampa locale a causa di un refuso cambiò il suo cognome in Pietroni) e il giorno del suo funerale celebrato in Santissima Annunziata si fermò tutta Firenze sindaco Elio Gabbugiaani in testa al corteo funebre che marcio fino a piazza del Duomo.

Poi calò il silenzio e di Remo Petroni, metronotte di 23 anni ucciso in servizio per evitare quasi sicuramente un grave attentanto al silos dell'acqua ancora presente in loco che avrebbe potuto causare una strage non se ne parlò più.

Nessuno si preoccupò della sua vedova ventenne e di quel bimbo di meno di due anni che avrebbe conosciuto il padre solo attraverso la foto ovale di una lapide del cimitero di Sesto Fiorentino.
Non un ricordo, una celebrazione, una targa sul luogo dell'omicidio, un'intestazione di via o piazza.
Solo grazie al meticoloso lavoro di Chiara, che ha ricercato i giornali dell'epoca e ricostruito una storia difficile da ricostruire anche a causa di quel refuso giornalistico che ha cambiato il cognome, la figura dell'eroe normale Remo Petroni sta riemergendo dall'oblio.

La perseveranza di Chiara è entrata anche nei palazzi della politica e nello scorso aprile una mozione di Lorenzo Palandri in consiglio di Quartiere 2 ha votato alla maggioranza l'istituzione di una targa in ricordo di Remo nel luogo del suo sacrificio.
I tempi della politica e della burocrazia sono però lunghi e anche il 44mo anniversario della morte di Remo Petroni, avvenuta il 30 giugno è passata nel dimenticatoio.
Non una parola, non un comunicato stampa, non una presenza istituzionale in via Moreni, non una cerimonia laica. Niente di niente per il giovane metronotte trucidato.

Grazie Chiara per averci raccontato di Remo, "il mio Remino" come lo definisce lei ormai affezionata a questa figura fiorentina che merita più memoria. 
Sono sicura che la sensibilità dell'amministrazione vorrà colmare presto questa lacuna. Certo recuperare 44 anni non sarà facile, ma la vedova di Remo Petroni e suo figlio ormai diventato uomo avranno presto ciò che meritano.

Quel largo fra via Moreni e via Pietro Mastri dove avvenne l'omicidio sarà Largo Remo Petroni? Noi speriamo di sì perchè tutti dovranno alzando gli occhi e leggere su una targa che negli anni grigio d'odio definiti di "piombo" un giovane marito e padre sacrificò la sua vita per salvare quella di molti fiorentini.


 

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