11 APR 2025
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Chioschi-Gate. La storia infinita: Omoboni non ci sta

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Chioschi-Gate. La storia infinita: Omoboni non ci sta Chioschi-Gate. La storia infinita: Omoboni non ci sta © n.c.
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Il Comune di Borgo San Lorenzo, da una parte, e la pizzeria Glamour di Panicaglia assieme all’Oasi del Gusto, dall’altra. Il braccio di ferro per la questione chioschi continua. Dopo che le due strutture si erano rivolte al Tar (qui), impugnando e riuscendo ad annullare l’ordinanza di demolizione dell’aprile 2016 per il «ripristino dei luoghi», l’amministrazione ha deciso di rivolgersi al Consiglio di Stato per averla vinta. Per il Tribunale amministrativo – che già addebitava al comune «spese di lite» per 7000 mila euro complessivi - la prassi ha legittimato i chioschi. E la storia degli ultimi anni non mente. Nelle due sentenze, infatti, tutto si giocava sulla mancata compensazione tra interessi del pubblico – il Comune di Borgo – e il privato – i locali in questione. Il Comune, cioè, avrebbe tardato – coscientemente - nel prendere una decisione e prima di optare per l’azione unilaterale, facendo, sì, rispettare la legge e rimuovendo i chioschi abusivi, dovrebbe trovare (o lasciare che sia trovata) una soluzione che non sia dannosa per i proprietari. Tuttavia, il sindaco Omoboni non si è fermato, nella convinzione che le ordinanze siano legittime, oltre che dovute. Così, seguendo il parere di un legale, ha investito 10 mila euro per il controricorso. La strada, però, non sarà semplice. E forse l’esito è già scritto: il Comune rischia di rimanere di nuovo al palo. Soprattutto se la bussola che ha guidato il Tar rimarrà valida anche per il Consiglio di Stato. Non a caso la sentenza per l’Oasi del Gusto, in conclusione, faceva riferimento alla stipulazione di accordi ex art. 11 della legge sul procedimento che prevedono «un impegno dell’interessato a rimuovere spontaneamente le opere abusive entro un certo termine previa concessione di altri spazi e/o di un congruo lasso temporale che possa consentirgli (all’interessato, ndr) di recuperare gli investimenti effettuati in buona fede». Con il vantaggio, per il Comune, di evitare fin da subito azioni risarcitorie dirette. Se invece l’amministrazione riuscisse a far valere le proprie ragioni, i chioschi sarebbero demoliti per effetto delle ordinanze tornare in vigore. A quel punto i singoli titolari, però, potrebbero chiedere risarcimenti. Interpellata dal Corriere Fiorentino, Maria Carmela Autelitano, della Pizzeria Glamour, ha risposto: «Ho investito 80 mila euro e ora mi si dice che per un errore non mio devo buttare via tutto. E’ assurdo». Omoboni, invece, ha preso tempo. «Se ci sarà una azione risarcitoria – ha detto – vedremo». Il 10 marzo, vale ricordare, è arrivata l’archiviazione per l’accusa di abuso d’ufficio a carico dell’ex sindaco di Borgo San Lorenzo, Giovanni Bettarini, e per tutti i consiglieri comunali coinvolti nell’ inchiesta della Procura di Firenze su chioschi. E nel frattempo, si naviga a vista.

 

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Commenti 1
  • Renzo

    Non voglio entrare nel merito politico e legale ma a Panicaglia dove non c' nessun servizio, questa piccola attivit te ne da un minimo ,come la bottega di Roberto Landi che ha un po di tutto e di tutto un po ti fa sentire meno a disagio ,io dico sempre che con i bilanci che potranno avere queste piccole aziende lo stato dovrebbe dare loro uno stipendio visto il servizio che loro danno ad una piccola frazione

    rispondi a Renzo
    sab 22 aprile 2017 09:11