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Comitato no-Triv: "Il 17 Aprile si sceglie tra petrolio e rinnovabili"

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Comitato no-Triv: Il 17 Aprile si sceglie tra petrolio e rinnovabili Comitato no-Triv: Il 17 Aprile si sceglie tra petrolio e rinnovabili © n.c.
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“Votiamo Sì per l’efficienza energetica e lo sviluppo delle rinnovabili”, questo il concetto che sta dietro al Sì per il referendum del 17 aprile sulla durata delle concessioni petrolifere entro le 12 miglia (21 km circa) dalla costa. In mattinata, al circolo Arci in Piazza de Ciompi, il Comitato di Firenze per fermare le trivelle  ha tenuto la conferenza stampa per presentare il calendario delle iniziative, ma soprattutto per sollecitare la stampa ad informare sul tema referendario e sulle politiche energetiche dell’Italia. Marco Catellacci, portavoce del comitato fiorentino, assieme a Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana e Marco Andrei, responsabile politiche per la Sostenibilità di ARCI Firenze, hanno spiegato le ragioni del Si al referendum partendo dall’emendamento alla Legge di Stabilità 2016 che verrebbe modificato in caso di vittoria-Il codice dell’Ambiente prevedeva la possibilità di estrarre da un giacimento per una durata di 30 anni più 15 anni prorogabili. L’emendamento fatto attraverso la Legge di Stabilità 2016 ha modificato questa norma, consentendo lo sfruttamento del giacimento “per la durata di vita utile”, ossia finché c’è petrolio. Ma “una piattaforma che ha operato per 30, 40, 50 anni è evidente che ha fatto il suo tempo divenendo ogni giorno più pericolosa - ha fatto notare Marco Catellacci - L’impatto in un mare chiuso come il mediterraneo potrebbe essere devastante”. Secondo il comitato, tale scelta legislativa è sintomatica della politica energetica e di sviluppo che guida questo Paese. Soprattutto a pochi mesi dal Cop 21 (la conferenza sul clima delle Nazioni Unite) nella quale 195 paesi hanno assunto l’impegno- “se pur timido”- di diminuire l’impiego delle fonti fossili in nome di un transizione energetica sostenibile per il 2050. La politica Italiana sta portando avanti scelte come il decreto Sblocca Italia per incentivare le trivellazioni; come anche il decreto Spalma Incentivi che disincentiva le risorse alle fonti rinnovabili. Proprio in questo scenario sta la “vera partita del referedum” ,affermano i rappresentati: mettere in discussione il “sistema petrolio” direttamente responsabile della strage di Parigi come di Bruxelles e di “situazioni d’iniquità a livello planetario”. E mentre il Pd invita all’astensionismo, il comitato promuove il raggiungimento del quorum attraverso l’esercizio del diritto di voto in modo informato e cosciente e afferma che le iniziative "si stanno moltiplicando, e moltissimi cittadini stanno partecipando spontaneamente alle iniziative e collaborando ogni giorno facendo volantinaggio per Firenze”. Infine è stata data una risposta a chi afferma che le piattaforme sono sicure, ricordando come a Ravenna nel 1965 una di queste esplose causando morti; oppure come pochi giorni fa una petroliera a largo della Tunisia abbia sversato in mare. E i sostenitori del referendum affermano:

Inoltre, recentemente Greenpeace ha pubblicato uno studio nel quale dimostra come 2 piattaforme su 3 sarebbero da chiudere per i forti inquinanti che rilasciano in mare e come qualsiasi altra attività avrebbe subito delle forti restrizioni. La sostanza che alimenta questo 17 Aprile è la volontà in primis delle regioni, le quali non si erano mai fatte promotrici nella storia italiana di un referendum, e poi dei cittadini, di riappropriarsi della possibilità di scegliere e rapportarsi con i propri territori. L’Italia, concludono i rappresentanti, ha delle risorse naturali che la rendono unica: ma rischiano di essere compromesse. 80 mila lavoratori impiegati nel settore delle energie rinnovabili devono aumentare di numero. Il Paese può più permettersi di rimanere indietro rispetto ad altri stati, europei e mondiali ,che stanno già convertendo la produzione energetica.
 

 

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