15 APR 2025
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Emanuele Giaccherini: Toscano con un Piede Brasiliano

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Emanuele Giaccherini: Toscano con un Piede Brasiliano Emanuele Giaccherini: Toscano con un Piede Brasiliano © n.c.
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Negli ultimi decenni abbiamo assistito a una progressiva muscolarizzazione in ogni ambito sportivo, e anche nel calcio i protagonisti sono sempre più alti e muscolosi. Per gli appassionati di questo sport, però, qualità come la fantasia e la tecnica sono quelle più apprezzate e i grandi talenti capaci di farci sognare devono anche essere in grado di fare magie. Uno di questi è sicuramente Emanuele Giaccherini. Nato a Talla in provincia di Arezzo, è orgogliosamente toscano come il fiesolano Barzagli, dotato di un corpo minuto ma compensato da una grande resistenza, rapidità e da un piede destro che si potrebbe definire brasiliano. Partito dalle giovanili del Rissiena, Arezzo e Bibbiena, venne poi notato dal Cesena che lo acquistò per darlo in prestito in C2. In quel periodo subì un grave infortunio che gli fece seriamente rischiare la vita: in uno scontro con un portiere si ruppe la milza. Ma la sua era una favola destinata a finire bene, così continuò riprendendo a giocare nella stagione successiva in prestito al Pavia. Il Cesena non sembrava credere in lui, ma nella stagione 2008/2009, grazie alla caparbietà del suo agente Furio Valcareggi e l’infortunio dell’esterno titolare, ottenne una possibilità dimostrando di meritarsela. In tre anni il Cesena ottenne due promozioni, passando dalla Prima divisione alla Serie A, e fu anche protagonista, contro ogni pronostico, di una stagione folgorante nella massima serie. In quell’anno Giaccherini fece sognare i veri amanti di questo sport e impazzire le difese avversarie, incluse quelle di Milan, Inter e Juventus, al punto da guadagnarsi il nomignolo di Giaccherinho. A quel punto la sua carriera sembrava inarrestabile e l’anno successivo venne ingaggiato dalla Juventus. Giaccherini riuscì a conquistarsi la fiducia di Conte, a suon di ottime prestazioni e qualche gol. Furono due anni molto importanti della sua carriera in cui crebbe moltissimo, vincendo due scudetti e una Supercoppa Italiana. Nel 2012 arrivò anche la chiamata di Prandelli, allora CT dell’Italia, con cui, oltre a vincere l’argento agli Europei nel 2012 e il bronzo nella Confederation Cup nel 2013, stabilì il record di marcatura più veloce nella storia della Nazionale di calcio, segnando dopo appena 19 secondi dal fischio d’inizio, nell’amichevole contro Haiti del 2013. Passato al Sunderland, con cui giocò due stagioni nel campionato Inglese, iniziò una parabola discendente, anche a causa di un infortunio alla caviglia. La demotivazione e la lontananza da casa sono le ragioni che lo spinsero a ritornare in patria. Nel 2015, a Bologna, aiutò il team di Donadoni a conquistare la salvezza che gli valse l’interesse del Napoli, dove giocò per due stagioni, senza mai trovare spazio e il giusto feeling in campo. Nello scorso gennaio fu ceduto in prestito al Chievo, che aveva bisogno di tutto il suo talento per ottenere la salvezza, che infatti arrivò anche grazie alle sue magie su punizione. Proprio grazie a un gol su calcio di punizione firmato Giaccherini, a fine dicembre il Chievo ha finalmente ottenuto la prima vittoria in questa stagione ai danni del Frosinone, penultimo e diretta avversaria nella lotta per una difficile salvezza. Dopo la pausa invernale il Chievo si troverà ad affrontare la Juventus, capolista indiscussa e favorita per la vittoria del campionato, soprattutto grazie al suo attacco stellare che la rende protagonista dei pronostici over 2.5 di BetStars. Al Chievo Giaccherini potrebbe vivere un ultimo sussulto di una carriera bella ma insolita:, peccato che abbia trovato una squadra in dismissione e fiaccata dai guai dovuti alle plusvalenze. L’eccezionalità di giocatori come lui sta nel riuscire a unire talento puro a equilibrio tecnico, intelligenza tattica a movimenti senza palla azzeccati, grazie alla sua capacità di cogliere quegli essenziali ma invisibili dettagli di gioco che gli fanno prendere sempre la decisione giusta e sbagliare poco. In un’intervista Giaccherini ricorda di quando da ragazzino faceva i provini e, impaurito dal fatto di essere sempre il più basso, il padre lo incoraggiava dicendogli: “Ricordati che hanno tutti due gambe come te”. Forse è proprio per questo che i toscani come noi lo amano, perché Giaccherini ci ricorda che il calcio alla fine è un gioco, e non bastano muscoli e velocità, ma due gambe, fiato e talento.

 

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