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Firenze, il tribunale dei riesame rigetta il ricorso dell'influencer di Tik Tok

L'influencer siciliana aveva presentato ricorso contro il sequestro preventivo del suo profilo.

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confermato il sequestro confermato il sequestro © arkus Winkler da Pixabay
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Si era opposta con un ricorso contro il sequestro, avvenuto nello scorso febbraio da parte della Polizia Postale di Firenze al sequestro preventivo del suo profilo su Tik Tok l'influencer 48enne di Siracusa condannata a seguito di un oscuramento ordinato dal Gip del tribunale di Firenze a seguito della richiesta inoltrata dal Procuratore Aggiunto dott. Luca Tescaroli e dal Sostituto Procuratore dott. Fabio DI VIZIO della Procura della Repubblica di Firenze, diretta dal Procuratore dott. Giuseppe Creazzo.

In particolare nell’ambito dell’attività di monitoraggio della rete internet, gli uomini del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Firenze avevano individuato sul social network Tik Tok un link riconducibile al profilo della influencer siciliana, nel quale veniva visualizzato un video ritraente una “sfida” tra la donna e un uomo, in cui entrambi si avvolgevano totalmente il volto, compresi narici e bocca, con il nastro adesivo trasparente, in modo tale da non poter respirare.

Il video, estremamente pericoloso in quanto visibile a tutti gli utenti senza restrizioni, potendo costituire oggetto di emulazione da parte di minorenni, veniva immediatamente segnalato dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma e prontamente rimosso dalla piattaforma. Tuttavia nell’ambito della stessa attività di monitoraggio la Polizia Postale ha accertato che la influencer nel tempo aveva pubblicato anche altri video sfide dello stesso tenore, che le avevano permesso di ottenere popolarità e l’attenzione di ben 731.000 followers  di diverse età.

La visione dei suddetti video e la loro condivisione era stata considerata dagli investigatori estremamente pericolosa per l’incolumità degli utenti, soprattutto minorenni, che avrebbero potuto accettare “la sfida” emulando l’influencer. 
Da qui la decisione dei PM titolari delle indagini di emettere a suo carico un provvedimento di perquisizione, anche informatica, e sequestro degli account social, eseguito il 27 gennaio 2021 dal Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Catania. Tuttavia i contenuti del profilo erano rimasti visibili on line da tutti i “followers” e a tutti gli utenti della rete, essendo un profilo pubblico. Infatti l’attività di sequestro eseguita aveva inibito all’indagata solo la possibilità di pubblicare nuovi video o post.

Alla luce del fatto che la stessa “influencer” in un’intervista rilasciata ad un’emittente televisiva locale aveva affermato che i suoi followers erano nella maggioranza bambini, circa 650.000, e che, per gli inquirenti, le sue pubblicazioni erano idonee, seppur in via oggettiva ed astratta, a costituire incitamento al delitto o al suicidio (tenuto conto della sensibilità e impressionabilità dei ragazzi e della loro maturità psichica e morale, laddove la condotta è rappresentata attraverso un duetto tra due persone in competizione tra loro), i PM titolari delle indagini avevano richiesto e ottenuto dal GIP il provvedimento di sequestro preventivo, mediante oscuramento, del profilo Tik Tok oggetto d’indagine.

L’influencer siciliana, tramite i suoli legali, ha proposto ricorso al Tribunale del Riesame di Firenze contro il sequestro del suo profilo, sostenendo l’incompetenza territoriale del Tribunale di Firenze e che le sue esibizioni su Tik tok non erano violente o comunque in grado di ledere la sensibilità o impressionabilità degli spettatori, trattandosi di video di 13 o 15 secondi, quindi di un tempo non sufficiente a provocare suggestioni e che comunque non si erano verificati episodi di suicidio, nemmeno in forma tentata.

Il Tribunale del Riesame di Firenze ha però rigettato in pieno il ricorso confermando integralmente il provvedimento di cautela reale nei suoi presupposti e contenuti, affermando innanzitutto la piena sussistenza della competenza territoriale, in quanto il link riconducibile al video pubblicato dall’influencer è stato individuato dagli uomini del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Firenze nell’ambito dell’attività di monitoraggio della rete internet.

Inoltre nel merito, come descritto dal Presidente Est. del Tribunale del Riesame dott.ssa Anna Liguori, è stato rilevato che sussiste sia il “fumus” che il “periculum in mora” dei reati contestati, in quanto il contenuto dei 19 video estrapolati dal profilo Tik Tok della influencer sono idonei a condizionare e suggestionare gli spettatori, ad offendere il sentimento morale dei minori oltra a sussistere il pericolo più che concreto che il permanere in rete dei filmati possa indurre i minori e persone psicologicamente instabili a condotte pericolose per la propria incolumità personale.

 
 
 
 
 

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