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Sinistra Progetto Comune: "Non parteciperemo più al Patto per la Città"

Clamorosa decisione della sinistra fiorentina: "I gruppi consiliari di Palazzo Vecchio e dei quartieri esprimono la loro preoccupazione per il confronto politico in città"

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Bundu e Palagi Bundu e Palagi © Roberta Capanni
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"Sinistra Progetto Comune ha comunicato ieri di non avere più intenzione di partecipare al Patto per la Città. Come puntualmente ci ha voluto ricordare la maggioranza, siamo stati l'unico gruppo consiliare ad essersi astenuto, quando, all'improvviso, a metà marzo, si scelse di interrompere un Consiglio comunale, per assecondare un'idea del Sindaco. Un luogo in cui tutte le idee per la Città potessero convergere, al fine di portarci fuori dall'emergenza Covid-19.
La nostra perplessità era legata alla sospensione di quanto prevedono i regolamenti istituzionali per la pandemia. Abbiamo sempre chiesto che questo tavolo politico non sostituisse in nessun modo i luoghi preposti alla democrazia. I Quartieri potevano essere un punto di riferimento, le commissioni e i Consigli potevano sviluppare la discussione politica. Invece in queste settimana la Giunta e il Sindaco, come le presidenze di Quartiere, hanno preferito affidarsi a stampa, social e trasmissioni televisive o radiofoniche."

E' un duro attacco quello di Antonella Bundu, Dmitrij Palagi, Giorgio Ridolfi, Francesco Torrigiani, Lorenzo Palandri, Francesco Gengaroli, Luigi Casamento, Filippo Zolesi, Vincenzo Pizzolo consiglieri comunali e di quartiere di Sinistra Progetto Comune.

"Se le altre opposizioni preferiscono a giorni alterni abbracciare la retorica dell'unità astratta e priva di contenuti, e arrivare a compiere gesti eclatanti (immaginiamo a beneficio di qualche titolo giornalistico), non possiamo che lasciarle andare per la loro strada. Prendendo atto che la maggioranza non ha molto da ridire rispetto a questo atteggiamento, mentre poco tollera chi prova a spiegare le proprie posizioni, le proprie preoccupazioni.
Comunque continueremo a chiedere di riattivare gli spazi della democrazia cittadina, provando a rilanciare la questione della centralità dei Quartieri (non delle presidenze) e quella del Consiglio.
Nel frattempo il "patto per la città" non è più un luogo che riteniamo efficace e utile. Dopo il beneficio del dubbio, pensiamo sia maturato il tempo di esprimere questa considerazione. Se il merito dei nostri atti sarà valutato con pregiudizio, sarà poi la città a giudicarlo".

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