
Per la seconda sezione penale del Tribunale di Firenze, la deposizione (del 25 marzo 2015) di Emanuele Bimonte era stata «assolutamente inverosimile, non credibile e reticente sugli aspetti essenziali oggetto delle domande e delle contestazioni». Ora, Emanuele, sul Corriere Fiorentino, è tornato a parlare. «Minacciarono di farmi passare per pazzo e di allontanarmi per sempre da mia figlia – ha detto – perché non raccontassi la verità sul Forteto al processo contro Rodolfo Fiesoli e i suoi collaboratori». E ancora: «Così ho ceduto alle pressioni degli imputati e in quella che era ritenuta una comunità modello». Emanuele, mentendo, cercò di fornire uno scudo al Forteto: investito da una valanga che proprio in quelle udienze disvelava – parola dopo parola - anni di abusi e maltrattamenti. E che portò poi alla condanna del 17 giugno 2015. Confermata (seppur di poco ridimensionata) dalla Corte d’Appello l’anno successivo, il 15 luglio 2016. Dai giudici, in quell’occasione, non fu creduto. E tuttavia ora potrebbe aggiungere particolari a un caso che sembra non finire mai. «Non ho più nulla da perdere – ha continuato – Correrò il rischio di finire sotto inchiesta per aver detto il falso, ma devo farlo per la mia bambina. Non voglio che viva in un clima di menzogne e vessazioni come me». Emanuele (oggi 31enne) è entrato in comunità a 11 anni a causa di un padre violento. Con lui, i fratelli Jonathan, Christopher e Luna. «Da allora ho subito umiliazioni e soprusi – dice – anche se non gli abusi denunciati da altri miei compagni». Ancora: «Sono stato costretto ad accusare mia madre (naturale, ndr) di violenze che in realtà non ha mai compiuto». Di più: «Dove avrei dovuto riacquistare serenità non ho mai fatto una vita normale: a 12 anni era già a lavorare nella cooperativa del Forteto, in officina o come stalliere. Anche di domenica». Non basta: «I rapporti col mondo esterno erano molto limitati. L’estraneo era considerato una minaccia. Guai a frequentare i compagni di scuola: volavano pugni, schiaffi e calci. Poi mi ripetevano di essere un inetto. E ho finito quasi per crederci». Emanuele oggi ha una nuova vita. A Faenza: dopo un matrimonio fallito, con una figlia, e una nuova compagna. A rialzarsi lo hanno aiutato la Regione Toscana e l’associazione Artemisia (con il progetto Oltre). Ma ricorda con amarezza quei momenti: «Non volevo deporre – continua nell'articolo del Corriere Fiorentino – ma ho subito un’angosciosa pressione dai miei genitori affidatari e dagli imputati (…) Ho ceduto a quelle intimidazioni descrivendo ai giudici una realtà edulcorata della comunità». I genitori affidatari erano Mauro Vannucchi ed Elena Tempistini: condannati in Appello, rispettivamente, a 3 anni e 2 mesi e 3 anni. E mentre il Forteto è approdato a Roma, un altro tassello oscuro si aggiunge alla storia. Che di chiaro non ha mai avuto molto.
mondo biocentrico | cecchino spadaccino
[…] http://www.firenzetoday.it/cronaca/forteto-inchiesta-abusi-maltrattamenti-testimoni.html http://www.okmugello.it/featured/forteto-la-testimonianza-nascosto-ai-giudici-linferno-vissuto-20-an… […]
Rocco Politi | Rivelazioni choc di un testimone nella setta del Forteto. 11/2/2017
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Giuseppe
hanno paura degli scheletri che hanno nell'armadio. Vergogna cento volte e copritevi gli occhi quando parlate di morale.
Lando LNT
Tutta la vicenda che coinvolge la comunit del Forteto, i finanziamenti e le protezioni di cui ha goduto meriterebbero un clamore mediatico nazionale. Invece proprio in questi giorni stata respinta dal Senato (ancora una volta) la possibilit chiesta da tutte le forze politiche di istituire una commissione d'inchiesta per valutare ancora la possibilit di indagare pi in largo e pi a fondo.
Forteto, nuova inchiesta in procura ~ OK!Mugello
[…] Dopo le rivelazioni di Emanuele Bimonte nellarticolo del Corriere Fiorentino (5 febbraio), la procura di Firenze ha aperto un’inchiesta per subornazione di testimone sui due genitori affidatari che fecero pressione sul ragazzo affinch mentisse in Tribunale (nel marzo del 2015) per proteggere Rodolfo Fiesoli e gli altri imputati. Dando una versione edulcorata della comunit mugellana. Ho nascosto ai giudici linferno vissuto per 20 anni, ha rivelato Bimonte (qui articolo). […]
emanuela
Quanta amarezza nell'ascoltare ancora sofferenze e mortificazioni in uno scenario locale di agghiacciante silenzio