
L'emozione più grande, in una giornata davvero speciale, è stata vedere con i miei occhi dalla tribuna stampa, proprio all'inizio della celebrazione al Franchi, il Santo Padre che si fermava a rendere omaggio ed a pregare davanti al gruppo scultoreo donato anni fa da Antonio Berti a San Piero a Sieve (e posto sull'altare per l'occasione). Ma, più in generale, tutta la giornata (che vogliamo qui raccontare ai nostri lettori), è stata una meravigliosa esperienza: essere in mezzo a tanto affetto, a tanto calore umano è cosa che forse non è possibile spiegare del tutto. Certo non basterà un articolo. Ci proveremo, ma sarà difficile raccontare la visita di Papa Francesco a Firenze che OK!Mugello ha seguito fin da questa mattina. Ma è sul Franchi, sul 'bagno di folla allo stadio' che ci vogliamo soffermare. E ci piacerebbe che i tanti mugellani che erano presenti condividessero con noi le loro impressioni, sia sotto forma di commenti a questo articolo o comunicandole alla mail redazione@okmugello.it L'emozione, ad esempio, di osservare lo stadio che si riempiva lentamente. E riflettere sull'evento storico cui stavano assistendo. Erano 29 anni, dalla visita di Giovanni Paolo II, che un Papa non veniva allo stadio Artemio Franchi. E oggi, intorno a noi, oltre 50mila persone attendevano tutte il suo arrivo. E, tra loro, spiccavano tanti colori: quelli variopinti dei foulard degli spettatori, quelli dei cappellini gialli, delle pettorine dei membri del servizio d'ordine, ma anche quelli della pelle di tanti religiosi e religiose; di etnie diverse ma tutti raggruppati e riuniti nel segno di Papa Francesco e della Fede. E i tanti striscioni sulle gradinate: alcuni fantasiosi altri divertenti. Tutti all'insegna di una bella giornata. Ne citiamo alcuni (mentre il mega impianto da concerto per una volta, invece delle note rock o pop, diffonde il Rosario). E sugli striscioni si legge: “Da Vernio con furore e tanto amore”, “Pisa. San Prospero cammina con te”, e “Francesco sei nel nostro cuore”; poi i bambini di San Romolo a Colonnata di Sesto Fiorentino, che si sono lanciati in un 'Papa Francesco. Tu si que vales' o la parrocchia dell'Immacolata con un semplice ma efficace 'Viva Il Papa', e invece quello gigantesco dell'Oratorio di Marina di Pisa. Allo stadio erano presenti anche alcuni giocatori della Fiorentina e della Nazionale, i giovani della Fiorentina (in rigorosa maglia viola), gli studenti delle università americane. Poi, improvvisamente, i colori del Franchi vengono interrotti da un lungo serpentone bianco: quello dei vescovi che, attraversando tutto lo stadio, sono saliti sull'altare nell'attesa di Papa Francesco. Tra la folla 500 suore, delegati, gruppi che arrivano dalle parrocchie gruppi organizzati. Sul palco, appena dietro all'atare realizzato dai detenuti di Sollicciano, faceva bella mostra, come detto in apertura, il gruppo scultoreo dell'annunciazione di Antonio Berti (come molti mugellani ricordereanno donata dallo scultore Antonio Berti a San Piero a Sieve, dove l'artista si era rifugiato durante la guerra). Quando, potente, l'inno del Convegno Ecclesiale nazionale ha annunciato l'arrivo di Papa Francesco, la tensione è improvvisamente salita, insieme al brusio della folla. In tanti si sono alzati in piedi, tanti hanno iniziato a rumoreggiare e ad indicare verso l'ingresso. E quando il Papa è finalmente arrivato è stato un vero tripubio. Di bandierine che sventolano, di persone (tutto lo stadio) che si alzano in piedi. Di banbini che vengono porti al Santo Padre perché impartisca loro una benedizione. E a tutto questo Papa Francesco non si è certo sottratto, facendo due volte il giro dello stadio sulla vettura scoperta mentre dlla folla si levava il grido 'Francesco, Francesco!”. Poi il clima è cambiato improvvisamente. Con la processione d'ingresso è calato il silenzio che ha lasciato il posto all'organo. Papa Francesco, nell'Omelia, ha ricordato la domanda di Gesù: 'Voi chi dite che io sia?' Come esortazione a mantenere un 'sano contatto con la realtà, con quello che la gente vive'. Che spesso vuole dire occuparsi di cose come famigia e traffico; salute, servizi sanitari e molto altro. “Quando Dio - ha detto Papa Francesco - ha voluto parlare con noi si è incarnato. E gli stessi discepoli, che sono stati scelti tra la gente, non devono mai assumete atteggiamenti distaccati”. “La nostra gioia – ha concluso – deve essere anche quella di andare contro corrente e riconoscere la presenza di Dio”. “Che questa eredità sia feconda di un nuovo umanesimo per questa città e per l'Italia intera”. Un bell'insegnamento per tutti noi, insomma, nessuno si senta escluso. Al termine della celebrazione il cardinale Betori ha ringraziato il Papa a nome della città e dei fiorentini. E anche lui ha ricordato al mondo la bellezza dell'opera di Berti, ed ha citato anche il cattolicesimo 'vivace' di Don Lorenzo Milani. Poi la benedizione del Papa ed i ringraziamenti per una giornata, ha detto, veramente speciale.
ALDO GIOVANNINI
Bravi ragazzi, davvero ottimi servizi. Avete fatto un buon lavoro. Complimenti