16 APR 2025
OK!Firenze

Il teatro di Indaco: quando la diversità diventa arte e il palcoscenico un abbraccio collettivo

La vita è un grande telaio teatrale, dove la trama delle esperienze si intreccia con l’ordito dei sentimenti.

  • 1
  • 574
Indaco Indaco © Ok Mugello
Font +: 22px16px
Stampa Commenta

La vita è un grande telaio teatrale, dove la trama delle esperienze si intreccia con l’ordito dei sentimenti. Ogni filo teso è una battuta, ogni intreccio una scelta. E tra questi fili, l’indaco – colore dell’intuizione, della soglia tra luce e ombra – disegna le pieghe dell’anima, rivelando il volto dell’Altro: quello che abita dentro di noi e ci osserva da fuori. Il teatro, allora, non è altro che il sipario che si apre su questo tessuto vivo, un luogo in cui l’umano si riflette nell’umano, e l’ordito dell’invisibile prende corpo e voce.

È proprio questo che è successo domenica 6 aprile al Teatro Giotto di Vicchio, dove è andata in scena una performance toccante e luminosa: “Oh che bel castello”, portata sul palco da Indaco Teatro con L’Altro, una compagnia straordinaria fatta di persone straordinarie. Con la loro energia contagiosa, simpatia naturale e autenticità disarmante, riescono ogni volta a trasmettere gioia, inclusione e valori profondi.

Il progetto di Indaco Teatro affonda le sue radici nel 1992, nato dall’incontro tra un gruppo teatrale in vernacolo fiorentino e alcuni familiari di persone con disabilità. Un’idea tanto semplice quanto rivoluzionaria: usare il teatro come strumento educativo e sociale, come veicolo di integrazione, consapevolezza e valorizzazione delle differenze. Perché ogni diversità è un’opportunità di relazione, non un ostacolo.

Sul palco, ogni partecipante è protagonista. Nessuno è escluso, nessuno è secondario. Anzi: è proprio nel gruppo, nel lavoro condiviso e nella relazione sincera che si costruisce la vera forza di questo percorso. “L’Altro” non è solo un nome, è una scelta di campo, un messaggio potente lanciato al pubblico: accogliere la differenza come parte dell’identità umana.

Indaco, in questi anni, non si è mai fermata. Ha continuato a dare vita a raduni, feste, mostre e iniziative culturali che hanno saputo attirare non solo chi conosceva già l’associazione, ma anche tanti nuovi volti, rapiti dall’entusiasmo e dalla creatività di un gruppo davvero speciale.

Il progetto porta l’impronta indelebile di Tiziana Lorini, sua fondatrice, scomparsa non molto tempo fa. Una donna instancabile, visionaria, che ha dimostrato – con i fatti e non con le parole – che la disabilità non è un limite, ma una forma diversa, luminosa e profonda, di espressione e partecipazione.

Dopo una lunga gestazione, il nuovo spettacolo ha finalmente visto la luce dei riflettori. Una luce calda e accogliente, capace di illuminare i volti sul palco e quelli in platea, uniti in un’unica emozione, un unico respiro.

Perché ci sono storie che non basta raccontare. Vanno ascoltate, accolte, vissute. E questa è una di quelle. Perché, in fondo, ognuno di noi è l’Altro di qualcun altro.

 

Lascia un commento
stai rispondendo a

Commenti 1
  • CLAUDIO CRESCIOLI

    INDACO.Una grande e bellissima realta' un sincero grazie a Tiziana che lottando contro tutto e tutti all inizio dell esperienza .ha dato prima i piedi e poi le ali a questa esperieza straordinaria .Gettando un seme che ha oramai delle radici profonde. E credetemi io c ero e non e' stato facile.Grazie ancora Tiziana che da sopra una stella luminosa dai la forza a tutti di continuare indicando la strada giusta ..ciao Claudio.

    rispondi a CLAUDIO CRESCIOLI
    dom 6 aprile 20:42